Via le panchine, ora giacigli di pietra

La storia dei senzatetto che non vogliono andare nel dormitorio comunale. Per non essere divisi. Preferiscono dormire all'aperto. Ma insieme. Ed il Comune gli toglie le panchine

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Deve essere sembrato l’unico modo per risolvere il problema. Le panchine della passeggiata “Sandro Pertini” di Latina tagliate via, per convincere i senzatetto che quel posto no, non andava più bene per bivaccare, dormire, posare i pochi averi.

Viale Don Morosini è un’ampia arteria cittadina, nel pieno centro del capoluogo pontino. Collega l’area di piazza Dante, che ospita la prima scuola elementare cittadina, con quella dell’ex campo profughi “Rossi Longhi“, oggi sede universitaria.

Su viale Don Morosini affacciano palazzi di fondazione nella zona più antica, e palazzi più recenti, come le gallerie Pennacchi e Cisa, supercondomini, casermoni. Esempi non esaltanti dell’architettura e dell’urbanistica intensive degli anni ’60 e ’70, per far posto ai quali fu abbattuta e cancellata senza tanti complimenti, la Casa del Contadino, raro esempio del razionalismo.

Da piazza Pertini a piazza dei senzatetto

Piazza Pertini

Centinaia di appartamenti, sovrastanti gallerie commerciali, e centinaia di famiglie di residenti. Nel mezzo del viale, parcheggi, ma anche giardini, panchine, palloni e risate, giochi di bambini. Quell’area venne poi intitolata, alcuni anni fa, al partigiano presidente, Sandro Pertini, con installazione anche di un busto che lo raffigura.

Poi, negli ultimi anni, i senzatetto che prendono possesso dei giardini, di giorno e di notte. I residenti che si lamentano. I servizi sociali che intervengono, con le pattuglie del Pronto intervento sociale (Pis) che ogni notte invitano i senzatetto ad andare a ripararsi presso il dormitorio comunale. Con scarsi risultati. Perché molti di loro preferiscono le notti al freddo d’inverno, piuttosto che seguire le norme del dormitorio.

Non sono molti, quelli di viale Don Morosini: quelli fissi sono cinque, due coppie di origine ucraina, ma arrivati a Latina molto prima dell’invasione russa, e un nigeriano. Storie di vita difficile: tra di loro c’è anche una donna affetta da Sla. Al dormitorio, le coppie sarebbero separate (le sezioni sono due, una maschile e una femminile) e non viene accettato. Restano quindi all’addiaccio, lì dove sanno di poter restare insieme.

Cancellati per Regolamento

L’area senza più panchina

Il Comune decide di muoversi: il 6 febbraio viene approvata una modifica al regolamento di polizia urbana: la lettera “m” del comma 1 dell’articolo 8, quello relativo ai comportamenti vietati, viene aggiornato con il divieto di «bivaccare, sedersi o sdraiarsi per terra nelle strade, nelle piazze, sui marciapiedi, sotto i portici, nei parchi, recando intralcio e disturbo, non permettendo la libera fruizione degli arredi urbani, ovvero ostruendo le soglie degli ingressi e portici».

Viene modificata anche la lettera “z”, che ora porta il divieto di «porre in essere condotte che impediscano l’accessibilità e la fruizione delle aree interne ed esterne delle infrastrutture fisse e mobili, ferroviarie, aereoportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano extraurbano e delle relative pertinenze o che determinino la occupazione di presidi sanitari, aree destinate allo svolgimento di fiere mercati e pubblici spettacoli»; e viene fissata in 100 euro la sanzione relativa.

Ma viene anche modificato l’articolo 9, che ora consente l’allontanamento in relazione ai comportamenti vietati. È il primo atto. Da quel momento, in piazza del Popolo si iniziano a valutare le possibili azioni per porre un freno a quello che viene definito “degrado” di viale Don Morosini. Che poi non è solo viale Don Morosini: gli homeless sono anche sotto i portici dell’Intendenza di Finanza in piazza del Popolo e in altre zone della città. E si è consci del fatto che il problema si sposterebbe solo da un’altra parte.

Via le panchine, giacigli di pietra

All’inizio, sembra non praticabile la soluzione di eliminare, «temporaneamente» viene precisato a febbraio, panchine e arredi urbani. Invece, giovedì scorso l’intervento viene messo in atto: agli inizi di marzo i senza fissa dimora vengono diffidati, e venerdì l’operazione di allontanamento viene messa in atto, sul viale come in piazza del Popolo. «Ci stiamo adoperando affinché le persone sgomberate trovino collocazione nel centro diurno e nel dormitorio, abbiamo ripulito completamente l’area e abbiamo stabilito un presidio per evitare che si ricreino situazioni di stanzialità», precisa il Comune.

E il “taglio” delle panchine c’è: di queste, restano ormai le basi in cemento. Un atto che – seppure attentamente valutato – una volta messo in pratica ha lasciato perplessi anche gli stessi residenti e suscitato anche alcune polemiche sui social. Con un rivolgimento del pensiero, nella più italica delle tradizioni: secondo la quale gli italiani sono appassionati di caccia alle streghe, ma con altrettanta convinzione passano dalla sua parte appena è sul rogo; così i cittadini in poche ore si sono trasformati da paladini antidegrado in paladini dei senzatetto.

Dibattito politico

Gianluca Bono

E non sono mancate anche le parole di ex rappresentanti istituzionali. L’ex consigliere comunale M5S, nonché ex candidato sindaco Gianluca Bono, parla di «problemi seri. Non si possono cancellare con una spugna o con la rimozione delle panchine. L’unica soluzione sarebbe l’integrazione, fare in modo che questi emarginati possano tornare a dare un contributo a loro stessi e alla società. Sempre che siano nelle condizioni fisiche e mentali per farlo, tenuto conto che alcuni sono affetti anche da queste problematiche».

Mentre l’ex senatore M5S Giuseppe Vacciano parla di «soluzione cervellotica e priva di qualsiasi intenzione di rendere fruibili i giardini della mia infanzia». Per il segretario provinciale della Cisl, Roberto Cecere «le persone di viale Don Morosini vanno sistemate in strutture adeguate. Non possono vagare per il quartiere in cerca di una panchina o di un luogo dove stare».

«Una soluzione andava trovata – chiosa l’ex consigliera comunale Lbc, Marina Araminima spero che questa sia stata solo una fase di un progetto più ampio». E Alessandro Cozzolino, ex consigliere comunale del Pd, di cui fu anche segretario comunale anni fa, osserva che «le questioni complesse difficilmente hanno risposte semplici». E nelle ultime ore è stato visto anche il ritorno di un piumino, sulla base di quelle panchine, giacigli ormai di pietra.

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