Via libera in Sicilia, ora tocca al Lazio decidere sulle Primarie Pd – M5S

La Direzione Pd dà il via llibera alle Primarie con il M5S in Sicilia. Nel Lazio si aspettano le Comunali. Oggi Conte a Frosinone non ha toccato l'argomento. Il dibattito sulla Legge Elettorale Regionale. Il papà dell'attuale testo, Abbruzzese: "Improbabile che venga modificato. È il testo migliore”

Via libera in Sicilia, invece nel Lazio si vedrà subito dopo le Comunali di metà giugno. Il dialogo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si prepara a diventare patto di coalizione per le Regionali 2023. (Leggi qui Primarie Pd – M5S nel Lazio: Conte dice “Subito un tavolo”).

Nel pomeriggio la Direzione Regionale Pd della Sicilia ha approvato la relazione del segretario regionale Anthony Barbagallo. Lo ha fatto con 135 voti favorevoli e 2 astenuti. Ad assistere alla riunione, Enrico Letta ha spedito il coordinatore della Segreteria Nazionale Marco Meloni. Il Segretario Regionale ha fatto il punto sulle prossime elezioni regionali e sulle Primarie di coalizione che vedono uniti il Pd con il Movimento Cinque Stelle, Cento Passi, Psi, Articolo 1, Verdi e Sinistra Italiana.

La direzione regionale della Sicilia, dunque, conferma il mandato al Segretario Pd per concludere l’accordo politico, programmatico e regolamentare con il M5S e gli alleati di coalizione. Andreanno alle Primarie insieme.

Nel Lazio come in Sicilia?

Giuseppe Conte

E nel Lazio? Nella sua visita di oggi a Frosinone per sostenere l’elezione a sindaco di Domenico Marzi, Giuseppe Conte ha parlato di tutto ma non di Regionali e meno ancora di Primarie.

Resta il punto fissato nelle ore scorse. Cioè la conferma della linea indicata da Roberta Lombardi, alla quale Giuseppe Conte ha dato la sua benedizione. «Per quanto riguarda il Lazio – ha detto ieri l’ex premier – non c’è dubbio che volendo andare insieme in prospettiva bisognerà creare un tavolo prima possibile. È indispensabile per lavorare a un programma in comune e decidere come procedere. Lo è per trovare un candidato che possa portare avanti e realizzare questo programma in comune». 

Con un ulteriore passo in avanti. «Inviterei tutte le altre forze politiche, a partire del Pd – ha esortato ieri Conte – a non meditare di fare primarie chiuse per conto loro. È bene prima lavorare a un programma e poi decidere come trovare un candidato“, ha aggiunto Giuseppe Conte.

Ma con quale Legge?

L’Aula della Regione Lazio

Il centrodestra si riunisce subito dopo le Regionali. Ci sono già ambizioni ed aspirazioni. A decidere chi darà le carte saranno i risultati delle Comunali. Fratelli d’Italia ha una sorta di prelazione, i numeri in uscita dalle urne potrebbero assegnargli le insegne da croupier.

Con quale Legge elettorale si voterà nel Lazio. Nei giorni scorsi il Consigliere Radicale Alessandro Capriccioli ha presentato una proposta di legge per superare l’attuale testo Abbruzzese e cambiare la norma con cui eleggere il Governatore del Lazio passando ad una a doppio turno con il ballottaggio. (Leggi qui Regione, presentata la Legge per cambiare le elezioni).

Quante possibilità ci sono che venga presa in esame ed approvata prima delle prrossime Regionali? Al momento il sentiero è ristretto al solo rango delle probabilità teoriche. Perché dal Gruppo del Partito Democratico dicono “Non è nella nostra agenda”, la Lega conferma “Non siamo stati consultati”, i Fratelli d’Italia vogliono votare con questa legge.

Riforma improbabile

Mario Abbruzzese è stato il presidente della Commissione Speciale per la riforma delle Legge Elettorale. È stato lui a mediare tra le richieste dei vari Gruppi fino a definire l’assetto della norma in vigore. È quella con la quale nel 2018 è stato rieletto Nicola Zingaretti.

«Premesso che se la Politica vuole è possibile in poche settimane modificare qualsiasi Legge, in questo caso l’esperienza mi porta a considerare a ridosso dell’improbabile una riforma dell’attuale testo» dice Abbruzzese.

Un limite di tempo o di contenuto?

«La Commissione Speciale che ho avuto il privilegio di presiedere ha impiegato due anni per mettere a punto l’attuale legge elettorale della Regione Lazio. E c’era la volontà condivisa di arrivare alla riforma. In questo caso non mi sembra che la proposta sia al centro dei dibattiti in corso».

Come giudica i contenuti della Proposta?

«Non lo dico per elogiare il lavoro della mia Commissione ma ritengo che il testo attuale sia il migliore in assoluto. Perché elegge direttamente il Governatore della Regione. Che, pertanto, è espressione diretta della volontà dei cittadini del Lazio. Il doppio turno apre la porta ad accordi tra gli sconfitti che non sarebbero espressione della volontà popolare».

Viene proposto un diverso criterio per l’elezione dei Consiglieri.

«Quando definimmo il testo dell’attuale Legge Elettorale esaminammo anche i testi delle altre Regioni. Credo che il più democratico sia il nostro. In altre Regioni i cittadini non eleggono i loro Consiglieri: da noi c’è la Preferenza che è la più evidente e concreta testimonianza della volontà dell’elettore. Anche sulla ripartizione dei seggi: abbiamo garantito l’adeguata rappresentatività ad ogni territorio. Cambiare? Tutto è possibile ma per me è assolutamente inutile».

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