Vicano annuncia la candidatura a sindaco giovedì

Mauro Vicano molla gli ormeggi. Non ci sta a farsi logorare. Giovedì la conferenza stampa. A meno di colpi di scena. Il Pd ora sarà costretto a decidere. Dopo la guerra fratricida tra Domenico Marzi e Michele Marini e dopo aver “bruciato” la candidatura di un mostro sacro come Fabrizio Cristofari, ora la storia rischiava. Ecco perché la decisione di Vicano

Rompe gli indugi. Spezza l’assedio e ribalta il fronte. Mauro Vicano annuncerà giovedì la sua candidatura a sindaco di Frosinone. L’ex Direttore Generale della Asl di Frosinone ed ex presidente della società pubblica Saf non ci sta a farsi stringere intorno ad un tavolo. Non ha intenzione né di ascoltare e tantomeno di subire i diktat della politica.

Ha capito subito cosa c’è dietro al rinvio del tavolo di centrosinistra saltato giovedì sera: lì intendeva presentarsi ai potenziali alleati, confrontarsi e mettersi a disposizione per un’eventuale candidatura. Si sono messi di traverso. Inducendo il Segretario provinciale del Partito Democratico Luca Fantini a rinviare l’incontro nel tentativo di mediare ancora e trovare una sintesi.

Vicano non è di primo pelo. Ai consiglieri più stretti, quelli che gli dicevano di andare al tavolo e lasciare che emergesse da lì una sua candidatura unitaria, ieri sera ha detto “Vi avevo avvertiti, a quel tavolo ci sono alcuni che si sono seduti solo per proporre la propria candidatura, non per costruire una coalizione. Io tempo da perdere non ne ho, chiamatemi il grafico e fate preparare l’invito per la stampa: giovedì annuncio la candidatura”. (leggi qui Vicano scende in campo: andrà al tavolo del centrosinistra).

Candidato trasversale

Francesco De Angelis e Mauro Vicano

Chi si è messo di traverso? I problemi arrivano da sinistra. Dove è stato sempre più chiaro che Mauro Vicano non intende essere né un candidato di Partito né un candidato dei Partiti. Soprattutto non intende essere ostaggio. Tanto dei Partiti quanto dei gruppi trasversali. Il personaggio è così, prendere o lasciare. Per informazioni basta leggere le cronache del suo scontro frontale con il potentissimo Enrico Bondi vestito dal premier Mario Monti con i galloni di Commissario  alla Revisione della spesa pubblica; o quelle dello scontro legale per riavere la sua scrivania alla Asl che culminò con la mobilitazione dei carabinieri incaricati di accompagnare Vicano a riprendere il suo posto di Direttore.

Giovedì sera Vicano ha riconosciuto la strategia del logoramento. Non intende farsi logorare. Basta tavoli: lui si candida a sindaco. Civico. Con un innegabile passato di centrosinistra. Ed un bagaglio di amicizie su un fronte e sull’altro.

Il Segretario del Pd Luca Fantini ha tempo fino a giovedì per ricomporre i frammenti del dialogo. Il dramma è che i cocci da rimettere insieme non sono quelli del tavolo saltato giovedì. Ma sono i cocci di dieci anni.

Dieci anni di silenzi che ora pesano

Luca Fantini

Dieci anni di mancati confronti e chiarimenti, dieci anni letteralmente buttati, per l’incapacità del centrosinistra frusinate di fare i conti con quello che è successo. E adesso, alla vigilia delle elezioni comunali nel capoluogo, la coalizione si ritrova spaccata come non mai. Al punto che rischia di incassare il terzo ko di seguito. Toccherà al Partito Democratico muoversi sul serio, se avrà la forza e la volontà di farlo. Perché “bruciare” ancora una volta candidature a sindaco di primo livello significherebbe votarsi alla sconfitta ovunque, dalle Regionali alle Politiche in questo territorio.

Tutto è cominciato nel 2012 con la spaccatura tra Domenico Marzi e Michele Marini, due ex sindaci del capoluogo. Neppure i leader di allora del Pd Francesco De Angelis e Francesco Scalia riuscirono a trovare una soluzione, neppure l’uomo guida dei Socialisti Gian Franco Schietroma. Il risultato fu una campagna elettorale al veleno: al ballottaggio andò Marini, ma era impossibile recuperare il gap del primo turno. Nonostante una rimonta evidente. Il centrosinistra era maggioritario, avrebbe vinto, ma preferì incaponirsi in uno scontro senza sbocchi. Durissimo.

Quell’errore fu subito superato da un errore maggiore: la coalizione non si riunì mai per anni, in consiglio comunale i due Gruppi si ignorarono sistematicamente, Marzi e Marini a stento si salutavano. E’ mancato il Partito, il Pd naturalmente. Soprattutto a livello di circolo cittadino, dove si sono susseguite riunioni fiume sui massimi sistemi per anni. Senza provare mai nemmeno una volta ad affrontare i problemi che avevano portato a quella lacerazione. E senza mai porsi il problema di come fare a recuperare politicamente Michele Marini, che nel 2012 era il sindaco uscente e mai si era vista una cosa del genere.

Si è arrivati al 2017 pensando che sarebbe bastato fare finta di nulla. Si è scelto un autentico mostro sacro come il presidente dell’Ordine dei Medici Fabrizio Cristofari. Ma nulla si è fatto per ricucire lo strappo di cinque anni prima con Michele Marini. Che infatti è rimasto sull’Aventino. Inoltre il Pd ha lasciato Cristofari solo in trincea e in questo modo la coalizione di centrosinistra ha rimediato la sconfitta politica più bruciante e netta della storia politica del capoluogo. Al primo turno. E con candidati Dem che hanno preso briciole di preferenze.

Gli inutili tentennamenti

Anche in quel caso si è pensato bene di fare finta di nulla, di non affrontare il problema. Nel circolo cittadino del Pd si sono susseguite riunioni che hanno avuto l’unico effetto di provocare ulteriori spaccature. All’interno dello stesso gruppo consiliare.

Stavolta doveva essere diverso: da un anno c’è la candidatura a sindaco di Mauro Vicano, che nel curriculum vanta le cariche di manager della Asl e di presidente della Saf. Francesco De Angelis ha detto che si dovevano celebrare le primarie aperte, in modo che tutti potessero misurarsi sul campo. Poi però nessuno ha provveduto davvero a lavorare in questo senso e inoltre si è andati avanti senza risolvere la questione di Michele Marini. Per la terza volta consecutiva. Perché?

Adesso il Pd tentenna, non dice che Mauro Vicano potrebbe essere il suo candidato sindaco. Non lo fa neppure quando è evidente che Vicano è sostenuto, tra gli altri, dal suo capogruppo Angelo Pizzutelli, signore delle preferenze da diversi lustri. Il circolo cittadino del Pd tentenna, si nasconde, fa melina.

Il Segretario Provinciale Luca Fantini prova a riunire il tavolo con cui costruire un Campo Largo: oltre un certo limite rischia di essere un errore. Come ha dimostrato la trattativa per definire il candidato sindaco a Sora. Dopo due mesi si è compreso che la corda veniva tirata in continuazione senza mai arrivare ad una sintesi per due motivi: 1) al tavolo sedevano anche persone che l’indomani mattina si sono accasate sul fronte opposto; 2) a parlare erano anche soggetti politici che non avevano la forza nemmeno per comporre una lista da schierare.

Francesco De Angelis probabilmente è stufo. Nella coalizione alcuni Partiti e liste civiche di sinistra non intendono celebrare le Primarie e contestano sia l’ipotesi di una candidatura di Mauro Vicano che le possibili intese con il Polo Civico e la Lista Tucci. Poco da dire: se si continua sul Campo Largo si va verso la terza sconfitta annunciata.

Può evitarla proprio la mossa di Mauro Vicano. Che a quel tavolo ha evitato fino alla fine di sedersi. E che alla fine, nei fatti, non ci si è mai seduto. Ora decide di procedere. Mettendo così tutti di fronte alla concretezza: soprattutto il Pd. Perché il punto politico è l’assenza di decisionismo del Partito Democratico. Soprattutto a livello di circolo cittadino.

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