Vicano scende in campo: andrà al tavolo del centrosinistra

Svolta per le Comunali di Frosinone. Vicano partecipa al tavolo del centrosinistra: primo passo verso la candidatura. I Socialisti vanno soli: "Il Pd non ci ha cercato per 5 anni né a Frosinone né in Regione”. Al vertice di centrodestra assenti Pizzutelli, Tucci e Gagliardi. Antonio Scaccia scalda i motori: Chiappini coordinatore. Lollobrigida interviene per spegnere gli incendi tra i FdI

Rompe il silenzio. E prende forma. Il dottor Mauro Vicano compie il primo passo verso le elezioni Comunali di Frosinone. Evocato da mesi come il candidato sindaco del centrosinistra fino ad oggi non ha mai pronunciato una sola parola sull’argomento. Nè sino, né una conferma né una smentita. Ora c’è la prima mossa formale: parteciperà al tavolo con Partiti e liste civiche di centrosinistra che si riunirà domani sera.

Lo farà in diretta streaming. Con lui ci sarà il Consigliere comunale di Frosinone Vincenzo Savo. La prima mossa la faranno da rappresentanti di un comitato cittadino che intende mettersi a disposizione del futuro candidato sindaco, chiunque sarà. Nessuna pretesa, nessuna rivendicazione, nessuna caparra né sulla candidatura né sulle Primarie.

Vicano scende in campo

Mauro Vicano

Ex Direttore Generale della Asl di Frosinone, già presidente della Saf la società pubblica che si occupa dello smaltimento dei rifiuti provinciali, Mauro Vicano si presenterà a quel tavolo virtuale come pari tra i pari. Spiegherà cosa pensa il gruppo di cittadini che ha alle spalle: cosa vogliono fare per la città, in che modo ne immaginano lo sviluppo, cosa realizzare e come farlo. Dirà se hanno senso le Primarie di coalizione oppure una sintesi politica. Fatta proprio da quel tavolo. Se glielo chiederanno dirà che è disponibile a candidarsi. Ed ascolterà: le posizioni ed i progetti degli altri.

Non dirà che ha già due liste civiche nel cassetto né che ha accordi con mezzo mondo di centrodestra e centrosinistra. Non lo dirà perché non vuole arrivare al tavolo come se fosse un predestinato alla candidatura. Vuole invece che se candidatura deve essere, sia il tavolo a definirlo ed indicando anche il modo: Primarie o acclamazione.

I socialisti vanno da soli

Gian Franco Schietroma (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

A quel tavolo non ci saranno nemmeno questa volta i Socialisti. Fino ad oggi non hanno voluto partecipare ai tavoli con il Partito Democratico. Ufficialmente per una differenza di vedute: i Socialisti vogliono un tavolo solo dei Partiti e poi un secondo livello di consultazioni con i civici. Invece il Pd già da settimane si sta confrontando con tutti. Inoltre: i Socialisti vogliono che sia la Politica a designare il candidato sindaco, i Dem vogliono l’investitura popolare fatta dalle Primarie.

C’è sotto dell’altro. C’è una scollatura netta e profonda. È quella denunciata già ad ottobre dal vice Segretario Nazionale Vincenzo Iacovissi. Quando ha detto «C’era la possibilità di costruire un centrosinistra di tipo diverso. Il problema nasce quando si cerca di costruire il centrosinistra non in 5 anni ma in 5 minuti». All’epoca si riferiva alle elezioni Comunali di Alatri ma il ragionamento vale pure per Frosinone. Nessuno li ha cercati per cinque anni. (leggi qui I Socialisti al Pd: «Basta errori e diteci con chi volete stare»).

Un silenzio sul quale si scaglia oggi anche uno dei fondatori del Partito: Gian Franco Schietroma. Con una nota ha risposto a chi in questi giorni ha sostenuto che alla base del Niet socialista ci sia solo il tentativo di spuntare l’accordo più vantaggioso. Il vecchio leader risponde che «I Socialisti non sono in vendita». E si toglie un sassolino dalla scarpa: «Peraltro, è appena il caso di aggiungere che il PSI si presenta libero da ogni vincolo di coalizione con il PD, prendendo atto di quanto avvenuto dal 2018, con la nostra totale estromissione dalla maggioranza politica regionale e dall’assenza di qualsiasi dialogo con il Presidente della Giunta. A ciò si aggiunga, infine, che a Frosinone i rapporti con il PD dal 2017 sono pressoché inesistenti».

Traduzione: in questi anni il Pd non ci ha mai calcolati, né a Frosinone e tantomeno in Regione Lazio dove Nicola Zingaretti nemmeno ci risponde al telefono.

Rottura a destra. Antonio Scaccia scalda i motori

Nicola Ottaviani e Gianfranco Pizzutelli

Il centrodestra questa sera tiene la seconda riunione. In quella precedente ha stabilito che avrebbe designato il suo candidato sindaco attraverso lo strumento delle Primarie da tenere a marzo. Esattamente come aveva fatto per scegliere Nicola Ottaviani sia la prima che la seconda volta. (Leggi qui Elezioni, fine delle chiacchiere: a Frosinone ora si fa sul serio).

Per la seconda volta di fila non si sono presentati i rappresentanti del Polo civico di Gianfranco Pizzutelli, il Gruppo più consistente in Aula; non c’erano nemmeno i civici Carmine Tucci e Carlo Gagliardi. Una versione vuole che dopo l’assenza della volta scorsa ora nemmeno siano stati invitati. È tutta gente che in questi cinque anni ha sostenuto Nicola Ottaviani con il suo centrodestra. E che i rumors danno invece in sintonia con il progetto civico di Mauro Vicano.

A questo punto è più di un rumor. Anche perché nel pomeriggio, poco prima della riunione del centrodestra, Gianfranco Pizzutelli ha inviato alla stampa una nota. Nella quale non parla di elezioni bensì di interventi “per contrastare il gioco d’azzardo e favorire la diffusione della legalità”. Lo ha inviato nella sua veste di presidente dell’Azienda per i Servizi alla Persona della provincia di Frosinone: un ruolo che fa riferimento alla Regione Lazio a guida Zingaretti. Non c’è molto altro da aggiungere. 

Francesca Chiappini

Così come è eloquente anche la decisione ufficializzata poco prima dell’incontro dalla Lista per Frosinone. È il movimento del compianto Gennarino Scaccia, storico assessore comunale e provinciale di Frosinone; oggi lo guida il figlio Antonio Scaccia che è stato vicesindaco di Ottaviani e viene indicato tra i papabili per la candidatura a sindaco.

L’esecutivo della lista per Frosinone ha nominato il nuovo coordinatore cittadino l’avvocato Francesca Chiappini. È il segnale che Scaccia è pronto alla campagna elettorale.

Cerchiamo di essere Fratelli

Fratelli d’Italia ha ribadito la sua posizione. Il Gruppo consiliare sta con Ottaviani, il coordinatore cittadino (ed ex vicesindaco) Fabio Tagliaferri sta all’opposto di Ottaviani. Ma c’è un passo avanti: non porterà avanti rotture traumatiche. Tagliaferri ha fatto capire che seguirà la rotta tracciata dal Partito: se il coordinatore provinciale Massimo Ruspandini ed il coordinatore regionale Paolo Trancassini gli diranno di appoggiare la linea della lega di Ottaviani lui lo farà. E se gli diranno di aderire alle Primarie lo farà: forse concentrando i suoi voti proprio su Antonio Scaccia.

Ma se alle elezioni per il Presidente della Repubblica, Lega e Fratelli d’Italia dovessero prendere direzioni diverse, allora si arriverebbe alla fratture ed alla conta su tutti i tavoli. Compresoi le elezioni Comunali di Frosinone. A quel punto Fabio Tagliaferri si candiderà a sindaco. Dando appuntamento a Lega e Forza Italia al turno di ballottaggio.

Fabio Tagliaferri (Foto: Stefano Strani)

Sulle divisioni finite sulla stampa in questi giorni, nel pomeriggio è intervenuto il Capogruppo a Montecitorio Francesco Lollobrigida. Ha smorzato le fiamme. Dicendo con chiarezza che «Alfredo Pallone, a cui mi lega una personale amicizia fin dai tempi della comune esperienza in Consiglio regionale, è un galantuomo dalle grandi capacità umane prima che politiche. Il tentativo di attribuire a lui scelte scorrette nei confronti di Fratelli d’Italia, Partito che ha sostenuto dalle ultime elezioni Europee in modo leale e disinteressato, sono certamente da considerare frutto di ricostruzioni sbagliate».

Una sconfessione alla linea Ruspandini – Tagliaferri ed un abbraccio alla linea Pallone – Cirillo Fagiolo? No, perché Lollobrigida mette in chiaro «Il mio giudizio sull’ottimo lavoro della classe dirigente di Frosinone, a partire dal commissario provinciale Massimo Ruspandini e la fiducia nel suo operato, è totalmente coerente con il richiamo alla necessaria coesione che il nostro movimento deve costantemente dimostrare nei fatti».

In pratica, riconosce come valido il modo di gestire di Trancassini e Ruspandini. Il resto si deciderà dopo avere sistemato la questione Quirinale.

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