Vicano riprende la tessera Pd. E vuole una candidatura

Senza champagne, senza fuochi d’artificio. Il dottor Mauro Vicano  festeggerà l’assoluzione regalandosi la tessera del Partito Democratico. E rimettendosi a fare politica. Lo ha confidato al ristrettissimo gruppo di amici con i quali è andato a cena l’altra sera, insieme alle famiglie.

Il proscioglimento decretato venerdì dal giudice delle Udienze Preliminari Antonello Bracaglia Morante non solo ha chiuso le pendenze con la Giustizia per l’ex manager della Asl di Frosinone e oggi presidente della Saf – Società Ambiente Frosinone. Gli ha anche restituito l’agibilità politica: cioè ha cancellato ogni possibile ombra che avrebbe reso inopportuno un suo impegno.

 

UNA TESSERA E UNA CANDIDATURA

Se Mauro Vicano riprenderà la tessera, farà saltare tutti gli attuali equilibri del Pd. Non ha mai fatto il gregario. E quando la Asl ha provato ad obbligarlo, lui ha preferito dimettersi piuttosto che accettare d’essere degradato e spedito all’ospedale di Alatri, perché sostenevano che aveva ottenuto il contratto da dirigente grazie ad un «espediente appositamente utilizzato per nascondere la sua situazione di conflitto d’interesse».

Niente posti di retrovia. Solo prima linea. Ma lo scranno da sindaco di Frosinone non si libererà prima di altri cinque anni. Troppi per uno che è stato fuori dalla politica quasi 24 mesi.

L’obiettivo allora sarà un altro. Perché a tavola, l’altra sera, le parole ‘candidatura‘ e ‘elezioni‘ sono state pronunciate.

Regione, Senato o Camera? Gli hanno domandato.

«In Regione no: c’è Buschini e non posso».

Parlamento allora? Ha domandato il signore che sedeva di fronte a lui.

«Deve essere una cosa che non vada in collisione con Francesco De Angelis»

Vicano, infatti, fa parte della guardia pretoriana del presidente Asi. Il quale ha da sempre un pallino: chiudere la carriera con il titolo di Senatore. Resterebbe libera allora la strada per Montecitorio.

«Se fanno la riforma con i mini collegi, come era qualche mese fa, allora si».

Gli fanno notare che la riforma difficilmente passerà e forse si andrà a votare con l’attuale legge elettorale. Vicano risponde senza nemmeno esitare: «E chi vi dice che a De Angelis non faccia piacere tornare a Bruxelles?».

 

FUORI DAGLI SCHEMI

Il ritorno di Mauro Vicano alla politica attiva farà saltare tutti gli attuali schemi.

Nessuno però può dare nulla per scontato. Vicano, a tavola non si è lasciato andare ad elogi sperticati verso Matteo Renzi «Sono scettico, c’è poca politica, la gente vuole concretezza. Il caos lasciato da Raggi a Roma è stato un trauma per molti elettori».

Gli domandano se questo Pd gli piace. «Non mi entusiasma. Ma nemmeno mi sembra di vedere alternative. Né a sinistra né a destra del Pd»

Giudizi precisi anche sull’attuale Segreteria Provinciale del Pd. «Questa segreteria non ha vinto nessuna sfida importane. Soprattutto non ha sciolto nessuno dei nodi che hanno bloccato il Partito in questi anni. Se va avanti la lotta eterna tra i due Franceschi è anche per questo».

Nicola Ottaviani candidato governatore della Regione? «Magari, sarebbe un’ottima scelta. Al di la di tutto, libererebbe il posto al Comune di Frosinone».

 

L’INCHIESTA SUI RIFIUTI

L’inchiesta ‘Specchio‘ che aveva portato alla sua sospensione da presidente della Società Ambiente Frosinone ed alla nomina di un commissario è andata esattamente come Alessioporcu.it aveva anticipato. In pratica: da nessuna parte in Italia la normativa era stata interpretata nel modo in cui l’avevano letta a Roma. Così, tutto è stato dissequestrato.

Roma però non s’è sognata nulla. Il testo si presta ad un’interpretazione diversa. «Ne ha dovuto prendere atto il Governo – ha spiegato Vicano ai suoi commensali – al punto che il presidente Gentiloni a giugno ha emanato un decreto con il quale fa chiarezza una volta per tutte». E il testo va proprio nella direzione in cui ha operato la Saf a Frosinone.

 

IL CASO ASL E IL RISRCIMENTO

A tavola poi è saltato fuori anche un altro dettaglio. Gli avvocati dell’ex direttore generale della Asl di Frosinone  si preparano a chiedere un risarcimento milionario all’Azienda Sanitaria.

«Se mi sono dimesso dalla Asl è solo perché mi hanno spinto alle dimissioni» ha rivelato Vicano prima del dessert.

A lui ed all’ex direttore amministrativo Luca Di Maio veniva contestato il fatto che si fossero riconosciuti reciprocamente indennità per un totale di 40mila euro. Le carte esibite al magistrato hanno dimostrato che erano somme invece erano dovute: si trattava di premi per i risultati raggiunti ai tempi del compianto direttore Carlo Mirabella. La prova? La stessa Asl non ha mai revocato quei premi.

Cadute anche le accuse sulla legittimità degli incarichi dirigenziali a Renato Sponzilli e Immacolata Di Zazzo. Non luogo a procedere nemmeno per il locale concesso in comodato d’uso al Comune di Sora per l’ampliamento della farmacia comunale.

«Era chiaro che mi stessero facendo la guerra. Si trattava di accuse strumentali. Io ne ho preso atto e me ne sono andato. Ora però il conto glielo presento io».

Il cameriere, a quel punto, tratto in inganno, è apparso dopo pochi minuti con il totale della serata. Lo ha consegnato al dottor Vicano.

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