La beffa di De Angelis sul futuro di Videocon

Il j'accuse della consigliera: la Regione non diede Vdc ad Asi per vendere il sito e incassare 8 milioni. Doveva essere la prima “cellula” di un progetto di sviluppo dell’intera Valle del Sacco, in cui accogliere imprese e centri ricerca legati alla chimica verde, alle nuove tecnologie.

«Sono molto delusa dall’azione della dirigenza Asi di Frosinone in merito alla gestione del sito VDC. Non condivido la scelta fatta dal presidende Asi Francesco De Angelis di affidare ad una semplice asta pubblica il destino della VDC di Anagni. Le azioni previste dal Protocollo con la Regione Lazio firmato nel 2015 erano totalmente diverse. Avevano come obiettivo non certo la vendita del sito per incassare 8 milioni di euro, ma l’avvio di un progetto di sviluppo sostenibile e innovativo, anche sfruttando le risorse regionali del Piano sulla reindustrializzazione da 150 milioni di euro».

A sparare su Francesco De Angelis, il consorzio industriale di Frosinone che presiede, il loro progetto di vendita dell’ex Videocon è Daniela Bianchi, consigliera regionale del gruppo “Insieme per il Lazio”. L’area che fa riferimento a Giuliano Pisapia.

La Consigliera riconosce il lavoro fatto dalla struttura. Il problema per lei è politico: la scelta fatta per il futuro dello stabilimento. «Fatto salvo il grande lavoro del Consorzio e dei suoi uffici negli anni scorsi per l’acquisizione del sito e la sua caratterizzazione ambientale, anche a fronte degli incendi che lo hanno colpito, trovo che la strada imboccata con l’asta guardi al passato più che al futuro».

L’area politica a sinistra del Pd aveva idee su Vdc ben diverse da quelle di Francesco De Angelis. «Avevamo iniziato un lavoro con obiettivi totalmente diversi. Si doveva “trasformare lo spazio industriale in uno spazio funzionale adatto ad accogliere le imprese, un luogo attrattivo per qualità e cultura industriale in relazione con il paesaggio circostante”. Non sono mie parole, ma quelle scritte nella celebrazione dei 50 anni del Consorzio Asi di Frosinone, che aveva tra i suoi progetti futuri il rilancio dello stabilimento di Anagni».

Daniela Bianchi oggi rimprovera a Francesco De Angelis ed al Pd d’avere abbandonato il progetto in base al quale la Regione assegnò ad Asi l’immobile Vdc. Prevedeva che il sito diventasse la prima “cellula” di un più vasto progetto di sviluppo dell’intera Valle del Sacco. Un’area in cui accogliere imprese e centri ricerca legati all’innovazione, alla chimica verde, alle nuove tecnologie.

«Con l’asta voluta dal Presidente De Angelis, ci ritroviamo nell’impossibiltà di vincolare l’acquisizione del bene al rilancio della Valle del Sacco. Spero che qualcuno si faccia avanti e decida di investire 8 milioni in un’area industriale abbandonata da anni. Ma nessuno ci dà garanzie su cosa verrà fatto nello stabilimento. Nel bando il richiamo generico è ad attività produttive o alla produzione di energia. Proprio per questa ragione più di un anno fa chiesi pubblicamente all’attuale presidente Asi di scongiurare l’arrivo di nuove attività inquinanti nella Valle del Sacco. Le rassicurazioni di rito di allora oggi lasciano spazio a forti dubbi».

Nel bando non c’è neanche il riferimento all’Area di Crisi Complessa di Frosinone riconosciuta grazie al lavoro della Regione Lazio. Inoltre non si fa alcun richiamo al coinvolgimento degli ex lavoratori VDC nelle eventuali assunzioni, come invece era stato dichiarato.

«L’idea originaria quindi è stata totalmente persa, per lasciare spazio ad una mera operazione immobiliare. Sono mancati la lungimiranza di puntare ad un progetto ambizioso, il coraggio di ridisegnare politiche vecchie di 50 anni e la volontà di ascoltare chi, anche dal mondo imprenditoriale, si aspettava ben altro. Altra cosa che stupisce è la totale assenza della filiera istituzionale. Non si è voluto portare in questa azione le cose che stanno accadendo in Regione, come se la Provincia di Frosinone non facesse parte del Lazio. E qui richiamo alla responsabilità l’Assessore regionale Mauro Buschini presente alla conferenza stampa».

Daniela Bianchi punta il dito sulla profonda differenza di strategie. Da una lato c’è la Regione che va in una direzione. Dall’altro c’è ciò che accade in provincia di Frosinone: va in una direzione del tutto diversa.

Infatti, in regione si sta discutendo di Apea cioè di aree industriali e produttive all’avanguardia, a impatto ambientale zero e con servizi innovativi. «Qui nella nostra provincia siamo fermi a parlare di vendere dei capannoni industriali al miglior offerente. Solo la scorsa settimana abbiamo avuto un tavolo di lavoro sulle APEA, raccogliendo spunti e riflessioni dal mondo delle imprese, per aprire le adesioni nel mese di novembre».

La consigliera lancia l’allarme e chiama in causa politica, industriali, cittadini: «Non penso che il nostro territorio possa permettersi il lusso di non vedere dove sta andando il mondo, soprattutto per i tanti imprenditori capaci e innovativi che hanno bisogno di una classe dirigente all’altezza delle sfide future».

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