Zitore, il vino antico di Arce da gustare con acid jazz

Nunc est bibendum. Inizia oggi un viaggio tra i vini del Lazio (e aree vicine). Quelli già noti e quelli da scoprire. Per conoscere, abbinare, gustare. Ci accompagnano i sommelier di Officine Sannite. Prima tappa, il Zitore della cantina Palazzo Tronconi di Arce

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Il vino è materia viva. Cambia giorno dopo giorno. È inarrestabile, indomabile: un’annata non è mai uguale all’altra, una tipologia di uva cambia di gusto e caratteristiche a seconda del terreno, del clima, della posizione geografica.

L’autenticità però è data da chi l’uva la lavora, la cura, la cresce: è lui a renderlo unico, inimitabile, mai ripetibile.

Quante volte ci è capitato di dire: “A me quel rosso non piace”. Legittimo, la soggettività è un altro elemento indispensabile quando si parla di vino; anche una bottiglia costosissima e senza difetti può non piacere.

L’abilità di una gran produttore è quella di riuscire anche a farti cambiare idea, raccontare bene il suo prodotto, farti capire il perché di alcune scelte e alla fine far cambiare quell’esclamazione: “…quel rosso non mi piace ma quello che fanno in quella cantina è davvero buono”. Non molti ci riescono.

Ci sta riuscendo negli ultimi anni Marco Marrocco di Palazzo Tronconi. Non tanto per le tipologie di uve (anche quelle molto interessanti) quanto per un discorso innovativo proiettato nel futuro ma strettamente legato al passato.

Siamo ad Arce in provincia di Frosinone, terra antica e di tradizioni secolari. Nel pieno della Ciociaria, dove tradizionalmente si coltiva Cesanese, Cabernet e Passerina.

Qui, alcuni viticoltori sono ripartiti dal passato, dal “vino come si faceva una volta“, assecondandone l’evoluzione senza interferire nel suo incedere. Agricoltura fieramente biodinamica, vini naturali certificati, prodotti con uve anch’esse figlie di questa terra ma rivalutate solo nell’ultimo decennio: parliamo di Lecinaro, Maturano (a bacca rossa e bacca bianca), Pampanaro e Capolongo.

Marco Marrocco è una personalità vulcanica, ama il proprio prodotto, crede fermamente nelle sue “creature”. La chiacchierata viene accompagnata da una corposa degustazione e devo ammettere che i suoi vini mi hanno colpito.

Non sono un fanatico dei vini naturali, ma nemmeno delle etichette. Credo fermamente nl concetto che la differenza la fa il vignaiolo. Il suo tocco. Chiacchierando ho assaggiato i bianchi e i rossi, anche di diverse annate: vini puliti, eleganti, profumati. Decisamente freschi anche dopo diversi anni.

Sono rimasto particolarmente colpito da “Zitore“, Lecinaro in purezza, un rosso delicato, con dei leggeri riflessi violacei. Tradizionalmente il Lecinaro è un vino fresco e di pronta beva ma “Zitore” è dotato di una certa struttura, dovuta anche al passaggio in legno (15 mesi di affinamento in rovere) che gli conferisce oltretutto morbidezza e persistenza.

La prova arriva assaggiandolo qualche giorno accompagnandolo ad una bistecca di Angus, un abbinamento che regge. Ma “Zitore” si presta benissimo anche ai grandi primi, soprattutto quelli del Sud-Centro Italia: una lasagna, fettuccine al ragù, pasta al forno.

I Vini di Palazzo Tronconi rispecchiano in pieno il territorio di appartenenza, difficile, ostico ma tremendamente affascinante.

(Oltre al cibo cerchiamo di accompagnare il vino con un bel tappeto musicale. Suggerisco di bere “Zitore” con “Rose Rouge” di St. Germain in sottofondo, acid jazz elettronico e rilassante)

 

La scheda tecnica

Tipologia: Frusinate Igp – Rosso

Vitigni: Lecinaro

Collocazione geografica: 41°33’34.5″N 13°34’31.0″E (Google Maps)

Caratteristiche del vigneto: Le viti, di 5 anni di età, vengono coltivate con il metodo biodinamico

Sistema di allevamento: a spalliera con potatura a guyot  e densità 4000 ceppi/ettaro

Resa per ettaro: 60 quintali/ha

Gradazione alcolica: 13,5% vol.

Vinificazione: fermentazione alcolica e malolattica spontanee con lieviti indigeni, nessuna stabilizzazione, nessuna chiarificazione o filtrazione

Affinamento: per 15 mesi in serbatoi in rovere da 25hl

Concentrazione massima solfiti: 30 mg/l

L’analisi dei sensi

Colore: ciliegia tenue

Profumo: profumo intenso, con note fruttate di prugne secche, e speziate di pepe,cioccolato e vaniglia

Sapore: vino di corpo rotondo e  di struttura elegante. Persistente.

Temperatura di servizio: 18/20 °C

Abbinamenti gastronomici: carne alla griglia, selvaggina, tagliatelle al ragù
Conservazione delle bottiglie:orizzontalmente a 15 °C;70-80% umidità