La disperata ricerca di un fortino semivuoto

Antonio Tajani continua a ripetere il vecchio slogan “l’unico leader è Silvio Berlusconi”. Intanto anche Mara Carfagna viene messa dietro la lavagna e di truppe se ne vedono sempre meno. Restano generali e colonnelli. Ma per fare cosa

Ha ribadito che per lui esiste un solo leader, Silvio Berlusconi, e che Mara Carfagna alla “tre giorni” di Viterbo è stata invitata come tutti gli altri. Antonio Tajani, europarlamentare di Forza Italia, continua a non discostarsi di un millimetro rispetto ad una impostazione che era valida venti, dieci o perfino quattro anni fa. (leggi qui Viterbo, l’ultima enclave di Berlusconi). Ma che oggi appare superata dagli assetti di un centrodestra che è profondamente cambiato nella società.

Forza Italia è blindata nella sua posizione, nel suo bunker e il contrasto appare ancora più evidente se si guarda un attimo a quanto accaduto alla festa di Atreju, di Fratelli d’Italia. Dove Giorgia Meloni ha invitato sul palco il Capitano della Lega Matteo Salvini, il presidente del consiglio Giuseppe Conte, il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio. Segnali di attenzione verso una politica diversa, che non teme il confronto.

Mara Carfagna, grande ssente alla cenvention di Antonio Tajani a Viterbo

Il punto di partenza, tornando a Viterbo, è che Mara Carfagna non figura in nessuno degli appuntamenti organizzati. Negli anni scorsi a Fiuggi era sempre stata protagonista. Quello che semmai stupisce è che la Carfagna sia ancora in Forza Italia, nonostante episodi che vanno in direzione opposta.

Da vicepresidente della Camera più volte ha battibeccato con Matteo Salvini. Interpretando la linea di Silvio Berlusconi. Poi succede che quest’ultimo riapre al leader della Lega e allora cambia tutto. Stesso discorso per quanto concerne Matteo Renzi: solo il fondatore può tesserne le lodi, se lo fanno altri è “tradimento”. Un partito, Forza Italia,  dal quale è uscito Giovanni Toti, per anni ultrafedelissimo di Silvio Berlusconi. Era successo ad Angelino Alfano e a Beatrice Lorenzin.

La verità è che all’interno di Forza Italia non ci sono spazi per cambiare la situazione, non c’è possibilità di celebrare dei congressi. Quanto alle candidature alla Camera, al Senato, in Europa e alle regionali, vengono proposti sempre gli stessi.

Il dibattito alla convention nazionale di Antonio Tajani a Viterbo

Sul piano dei programmi e dei contenuti, Giovanni Toti insiste sullo stesso terreno, Carlo Calenda anche ed è più “fresco”. Per non parlare di Matteo Renzi, intenzionato a non fare la controfigura. Forza Italia fa bene a difendere la propria identità.

Quello che stupisce è che sta perdendo decine e decine di esponenti, mettendo all’angolo molti di quei pochi che restano. Dove sta la prospettiva? Forza Italia è chiusa nel bunker.