A Viterbo l’esame di coscienza con cui Tajani può salvare Forza Italia

Da domani a Viterbo la tre giorni L’Italia e l’Europa che vogliamo, svoltasi sempre a Fiuggi. Ma in Ciociaria l’europarlamentare ha perso i pezzi migliori: Pallone, Iannarilli, Abbruzzese, Ottaviani, Magliocchetti. Ilò senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone prova a riorganizzare il partito con l’aiuto di Gianluca Quadrini.

Con Giovanni Toti dalla provincia di Frosinone sono andati Mario Abbruzzese (vice coordinatore nazionale Enti Locali), Pasquale Ciacciarelli (presidente di Commissione in Regione Lazio), Tommaso Ciccone (Coordinatore provinciale), Danilo Magliocchetti (capogruppo al Comune capoluogo) e diversi altri. Un pezzo importante di Forza Italia, legatissimo fino a qualche mese fa ad Antonio Tajani.

Alfredo Pallone e Antonio Tajani © Giornalisti Indipendenti

La grande fuga dagli “azzurri” va avanti da diverso tempo ormai.
È andato via il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, nella Lega. Alfredo Pallone, ex europarlamentare e amministratore regionale, dopo l’esperienza con il Nuovo Cnetrodestra di Angelino Alfano, si è avvicinato a Fratelli d’Italia. E il suo gruppo fa adesso riferimento al partito di Giorgia Meloni. Con Fratelli d’Italia ci sono anche, avendo entrambi aderito, Antonello Iannarilli (leader storico degli “azzurri” in Ciociaria, assessore, consigliere regionale, parlamentare e presidente della Provincia) e Alessia Savo. In tanti sono andati via.

Molti sono rimasti e anche rientrati. È il caso del vicecoordinatore regionale Gianluca Quadrini. Ma pure del sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo. O del presidente del consiglio comunale di Frosinone Adriano Piacentini. L’ultimo in ordine di tempo è stato Gaspare Vinciguerra, noto architetto strano che è rientrato in Forza Italia dopo essersene allontanato.

Gianluca Quadrini e Claudio Fazzone con Luca D’Arpino

È il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale del Partito, ad occuparsi in questo momento della riorganizzazione. Da questo territorio è completamente sparito l’europarlamentare Antonio Tajani, che domani aprirà a Viterbo l’annuale tre giorni “L’Italia e l’Europa che vogliamo”. Una rassegna che si è sempre fatta a Fiuggi e che rappresentava il legame privilegiato di Tajani con questo territorio.

Solo che adesso sono andati via tutti i suoi fedelissimi in provincia di Frosinone. Perché alla fine il punto è proprio questo: Alfredo Pallone, Antonello Iannarilli, Mario Abbruzzese, Nicola Ottaviani, Danilo Magliocchetti sono stati i referenti di Tajani sul territorio in periodi diversi di questi anni. Se sono andati via tutti, possibile che da parte di Tajani non debba esserci neppure un momento di autocritica?

Il vero punto di svolta per la Convention di Viterbo potrebbe essere proprio questo. Tracciando la differenza tra una radunata di vecchi nostalgici nel salone del Reichstag mentre intorno piovono le bombe di Stalin, oppure un Partito politico nel quale si è rimasti al termine di un’analisi che ha portato a riconoscere l’assenza di valide alternative con cui rappresentare il centro moderato.

Antonio Tajani con Martina Sperduti

Il rischio è esattamente questo. Non facendo un’autocritica, tutti i fuoriusciti si ritroverebbero il bollino di traditori e ingrati: facile ed efficace dal punto di vista mediatico. Ma possibile allora che Forza Italia fosse popolata fino a poco tempo fa da simili imbecilli? La realtà è che ciascuno ha avuto un buon motivo per non sentirsi più a casa, spesso dopo averci abitato per un quarto di secolo, sia nei tempi delle vacche grasse che in quelli di opposizione. Allo stesso tempo, tanti hanno avuto un buon motivo per restarci in quella casa. Ed altri lo hanno avuto per tornarci dopo essere usciti per prendere una boccata d’aria.

Solo un’analisi politica pubblica, a cuore aperto, sarebbe in grado di restituire a Forza Italia il suo ruolo aggregante. Iniziando a dimostrare che un dibattito è possibile. Che l’autocritica non è solo un vecchio cimelio della sinistra. Magari partendo proprio dall’ultima edizione fiuggina: quella in cui Nicola Ottaviani ebbe uno scontro ferocissimo nel quale profetizzò tutto quanto è poi accaduto in Forza Italia durante questo ultimo anno.

Non fare quel passaggio, sarebbe un regalo ai tanti che ancora oggi sono rimasti ma tra mille dubbi e ancora in attesa di capire cosa fare. Un regalo troppo grande a Claudio Fazzone e Gianluca Quadrini.