Volano gli stracci tra i Fratelli d’Italia

Volano gli stracci dentro a Fratelli d’Italia. A lanciarli è il coordinatore provinciale Antonio Salvati. Contro tutto e tutti. Non ci sta: non accetta che qualcuno possa mettere in dubbio il suo operato. Respinge al mittente l’accusa di avere scavalcato gli organi dirigenti del Partito e di avere sottoscritto all’insaputa di tutti l’alleanza elettorale insieme a Forza Italia e Noi con Salvini (leggi qui la sconfessione di Maura). Arriva al punto di sostenere che quell’accordo non esista e che lui non abbia firmato proprio niente (leggi qui la notizia dell’accordo).

Nero su bianco. Sulla bacheca Facebook di Adriano Roma (ex coordinatore provinciale di Forza Italia e novello orfano di un Partito) Antonio Salvati replica alle dichiarazioni appena rilasciate dal suo responsabile Enti Locali Daniele Maura. Che ha detto «Sento parlare di un ‘fantomatico’ accordo politico con Forza Italia e Noi con Salvini: gli accordi politici li stipulano e li siglano i dirigenti dopo averne discusso nel direttivo provinciale come peraltro ben riportato nell’articolo 18 dello statuto di Fratelli d’Italia A.N (…). Sono il responsabile del Partito per gli Enti Locali e non sapevo nulla di tale accordo e tale punto mai è stato all’ordine del direttivo provinciale. Pertanto se ne deduce che pur se sottoscritto da Salvati, l’accordo è stato firmato a puro titolo personale».

Il coordinatore Salvati smentisce il suo dirigente. E scrive che «Fratelli d’Italia, dopo il Direttivo provinciale svoltosi il 1 ottobre 2015, da me appositamente convocato sull’argomento, nella sede di Ceccano, ha lavorato, con grande impegno e convinzione, per l’unità del Centrodestra provinciale, in contrapposizione, netta e chiara, al Centrosinistra provinciale, anche e soprattutto nei 3 Comuni oltre i 15.000 abitanti ove si voterà prossimamente, ossia Cassino, Sora ed Alatri». Insomma: ne avevano parlato, avevano tracciato la rotta e lui l’ha seguita. Ed a scanso di dubbi, Salvati aggiunge che il tutto era stato «chiaramente ribadito anche nella conferenza stampa svoltasi a Frosinone, alcuni giorni fa, alla presenza del nostro Capogruppo alla Camera dei Deputati Fabio Rampelli».

Quindi, Antonio Salvati si ritiene pienamente legittimato. E lo Statuto? E le regole di Partito? E la dialettica interna che doveva essere l’elemento fondante di Fratelli d’Italia che proprio per questo aveva lasciato il Popolo delle Libertà? Il placet che doveva arrivare dal suo Direttivo? Come mai nemmeno una telefonata di cortesia al suo responsabile Enti Locali, per informarlo del patto di Santo Stefano?

Il capolavoro politico del coordinatore arriva proprio su questo punto. Rinnega l’intesa con Salvini e Forza Italia. «Non vi era alcun bisogno di firmare alcunché il giorno di Santo Stefano ed, infatti, non esiste nessuna mia firma su fantomatici documenti o altro».

Perbacco. L’accordo non esiste? «Si tratta di notizia assolutamente non vera, scritta, spero in buona fede, da Alessioporcu.it e da alcuni, conosciuti, Organi di Stampa».

Nella furia, l’avvocato – coordinatore – sindaco – presidente di unione dei Comuni, dottor Antonio Salvati dimentica alcune cose elementari.

La prima e più banale: se l’accordo non esiste è sufficiente che faccia un comunicato in cui sbugiarda il coordinatore provinciale di Forza Italia Pasquale Ciacciarelli ed il commissario per le province del Lazio di Noi con Salvini Umberto Fusco; i quali non hanno smentito un bel niente. Quindi per loro l’accordo esiste. E la notizia è vera.

La seconda. E’ evidente che, firmato o non, il patto politico esiste. Se Salvati fosse legittimato o meno a firmarlo è un problema politico interno, riconducibile alla divisione de facto sul territorio tra la corrente dei rampelliani e quella che da riferimento a Giorgia Meloni.

La terza. I giornalisti raccontano i fatti, non hanno né buona né cattiva fede. Perché sono i fatti a parlare.

Post Scriptum: forse Antonio Salvati ha letto la nostra analisi (leggi qui) ed ha compreso di non avere fatto un buon affare a Santo Stefano.