Votantonio, Votamario e votamarino (di Conte della Selvotta)

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

VOTANTONIO, VOTAMARIO, VOTAMARINO
Votantonio,votantonio!! Lo diceva Totò nel film comico del 1963 Gli onorevoli. Votantonio, votamario, votamario. Replica oggi Marino Fardelli. Perché? Il disegno politico è semplice. Se Antonio Tajani sarà candidato premier alle prossime politiche, Mario Abbruzzese sarà candidato alla Camera dei Deputati.

E Marino Fardelli del Pd che c’entra con Abbruzzese di Forza Italia? Perché Fardelli, ricandidato alla regione, e senza M.A., avrebbe davanti a sé, da Caira, passando per Cassino fino a Frosinone e Fiuggi e gli Altipiani di Arcinazzo, lunghe e larghe praterie di voti da raccogliere ed anche con poca spesa. Perciò Marino da Caira fa il tifo e megafona: votatonio, votamario.

Perché ragiona Marino: i sostituti di Mario, di Cassino o del territorio, non sono alla sua altezza. Il successore di Mario è ricercato! Per ora è Pasquale Ciacciarelli.

Ma a Cassino come lo accoglieranno quelli di Forza Italia? Per ora è un mistero. Perché scalpitano gli azzurri locali, ma nessuno è emergente.

LE TEORIE DI LEONE
Il popolo di Forza Italia, però, è dilaniato dal dilemma: M.A. è più utile come consigliere e assessore alla regione Lazio o a Montecitorio come deputato-turista per caso nella Capitale della grillina Virginia? La risposta non è semplice.

Benedetto Leone, discendente da una famiglia di sindaci democristiani di Terelle, dove si avvertono già i sapori delle castagne, da studioso della storia democristiana prova a interpretare il disegno di M.A., il quale fa il misterioso sul suo futuro politico.

M.A. per motivi di prestigio – ipotizza il cerimoniere della casa abbaziale – ci può essere prezioso nelle stanze del potere parlamentare. M.A., però, ci può essere più prezioso ancora da consigliere regionale e da possibile assessore regionale per finanziamenti e tante altre cose.

Prestigio, posti di lavoro, ecc. Ma soprattutto, per Leone, una ricandidatura alla Pisana di M.A. eviterebbe una campagna elettorale estenuante con un candidato nuovo e forse neppure di Cassino.

Leone, da politico in carriera, lo ha detto chiaro e tondo agli astanti del vertice all’Edra Hotel davanti alla maggioranza presenti CMD’A e Mario Abbruzzese. Hanno storto il muso, dicono, diversi consiglieri tra cui Alessio Ranaldi.

LA CENA? NO, UN HAMBURGER!
Delusi dalla mancata cena al termine dell’ultimo conclave ordinato da M.A. E CDM’A diversi consiglieri hanno preferito tornarsene a casa anziché mangiare un hamburger notturno in un pub in compagnia di M.A. (pagava lui). E molti annunciano: la prossima volta, prima si mangia e poi si parla. L’hamburger è indigesto, specialmente in campagna elettorale.

I NEMICI DEL LEONE
Chi sono i nemici dell’assessore Benedetto Leone, che non è solo assessore ma anche impiegato a tempo pieno, primo consigliere politico del sindaco e del commander in chief ma anche frequentatore delle abbazie di Montecassino e di Westminster (London).

Amico di abati, di monaci e di preti ma anche di politici importanti nella capitale. Soprattutto politico in carriera con la mira sulla Pisana romana. M.A. permettendo.

Sono, oltre agli anziani dei centri e ai gruppi sparsi dei dipendenti comunali anche alcuni della maggioranza di centrodestra. Per mancanza di riscontri diretti non facciamo i nomi. Leone si difende: «Sono invidiosi. Perché incapaci di costruire ponti per alleanze future. La politica locale deve mirare ad orizzonti più vasti per crescere culturalmente e politicamente».

FRATELLI D’ITALIA, FRATELLI DI CASSINO
In vista delle prossime elezioni regionali e politiche Fratelli d’Italia si rinforza a Cassino anche per contrastare Forza Italia che domina l’Aula dentro e fuori.

Il consigliere comunale Rosario Franchitto dalla lista civica passa a Fdi dove il capogruppo è Antonio Valente. E avranno come assessore Nora Noury, sostenuta da Enrico Iemma.

Questa fusione a freddo reggerà? Perché sia Valente che Franchitto vorrebbero nominare un proprio assessore.

Una fusione vista male da Forza Italia che sperava nel passaggio in Forza Italia di Franchitto, il quale, invece, ha fatto una scelta diversa. Nel frattempo il movimento Destra Nuova sta a guardare.

CMD’A FA ACQUISTI
Di ritorno dalle visite alle stanze scespiriane di Romeo e Giulietta in quel di Verona e dall’Arena scaligera il sindaco Carlo Maria D’Alessandro, raggiunto dalle voci di litigi in maggioranza e dalle voglie di rimpasto, ha pensato bene di fare shopping. E ha lanciato l’appello. Se uno se ne va, ne arrivano due.

Detto fatto. Ha consultato l’oracolo. Per prima si è mossa la consigliera Sabrina Grossi, ex fedele di Marino Fardelli. La quale dopo aver abiurato il Pd ha promesso a CMD’A il sostegno e il passaggio graduale in maggioranza. Ieri l’incontro.

E poi, sempre dalla minoranza, potrebbe arrivare un altro consigliere ma attraverso un iter complesso. L’ex candidato sindaco Francesco Mosillo, imprenditore e a capo di 34 società, vice presidente del Cosilam, intende lasciare l’Aula consiliare. Il primo dei non eletti è Annalisa D’Aguanno che, però, è direttore del Cosilam e quindi non eleggibile. Incompatibili le due cariche.

Dopo di lei nella lista c’è l’ex poliziotto Ernesto Di Muccio, il quale, conosciuta la notizia, ogni giorno sale le scale del palazzo e si affaccia nell’aula di Biasio. E Di Muccio andrebbe di corsa ad affollare la maggioranza e ad alimentare il caos. Perciò gli interni sono cauti.

Però Di Muccio non ha ancora letto la frase significativa dello storico Tito Livio stampata sulla parete di fondo dell’austera Aula che recita:

Un ingente sciame di api invase il Foro di Cassino”. ANNO CCVIII a.C. Tito Livio Libro XXVII.

Lo sciame di api potrebbe punzecchiarlo anzitempo e farlo arretrare. Perché una volta in aula gli spazi di manovra sarebbero ristretti.

Insomma non si comanda nulla se non sei assessore o un leader. Leone docet! Perché ha fatto direttamente l’assessore. Per poi allargare gli orizzonti politici.

IL PD VA ALLA GUERRA
La minoranza consiliare Pd, perdendo due consiglieri, potrebbe vedere ridotta la propria forza offensiva nei confronti di CMD’A. E solo unendo le forze (i resti di Petrarcone e Mosillo) potrebbe continuare a dare battaglia in aula.

Intanto quelli del Pd, anche se divisi in aula, pensano al congresso del partito a fine ottobre e a come riorganizzarlo. Una impresa non facile. Marino Fardelli ha il compito della fusione a caldo o a freddo.