Wine Day, Polsinelli guarda al futuro

Il Wine Day ha consentito al territorio di confrontarsi con alcuni tra i maggiori esperti nazionali di enologia. E scoprire che ci sono cambiamenti da fare con urgenza. Ma che il livello è assolutamente buono

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Quando si parla di vino nel basso Lazio, nello specifico in provincia di Frosinone, non si può non parlare dell’azienda Polsinelli. Fanno vino? No. Almeno non direttamente. Sono responsabili di grandi vini? Si. La maggior parte delle aziende vitivinicole, olearie e tanti birrifici hanno in comune il nome Polsinelli, azienda che da oltre mezzo secolo si è fatta il nome nel campo dell’attrezzatura per la produzione di vino, olio e birra. 

Una realtà nata nel 1958, che ci ha visto lungo e capito prima di tutti il potenziale del territorio: “Esistiamo da 65 anni e siamo saldamente radicati nel territorio della provincia di Frosinone – racconta Daniele Polsinelli Ceo dell’azienda di Isola del Liri – ci sono ormai tantissime realtà che partono dalle nostre attrezzature per produrre eccellenze che hanno fatto la storia. Oltre a fornire servizi ci siamo posti l’obiettivo, già da vent’anni, di fare formazione con la nostra Academy. Diamo la possibilità ai nostri clienti di utilizzare al meglio le attrezzature e organizziamo corsi di produzione del vino, della birra artigianale, dell’olio e anche dei prodotti lattiero caseari“.

Wine Day: occasione per il territorio

L’ingresso del Wine Day

Partendo da questi presupposti nasce il Wine Day, una giornata dedicata al mondo dell’enologia con un parterre di ospiti provenienti da prestigiosi atenei italiani e autorevoli esperti dell’universo vino. Nelle sale dello storico ristorante Mingone a Carnello si sono susseguiti gli interventi: momenti di confronto sulla situazione del vino a livello nazionale e locale, parlando di problematiche, della particolare  congiuntura economica ma anche della qualità del prodotto vino. 

A dare il benvenuto agli ospiti è stato il neo sindaco di Arpino Vittorio Sgarbi con il team Polsinelli al completo: “Il Wine Day è un contenitore di idee, un’occasione per fare il punto della situazione del mondo del vino e dell’agricoltura. Abbiamo avuto il privilegio di ascoltare il professor Luigi Moio, autore e scrittore, storico viticoltore irpino e presidente Oiv, nonché docente di Enologia presso il dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli. Il professor Moio ha sottolineato l’importanza del vino di qualità e di come questa sia cresciuta negli ultimi anni“. 

Pierpaolo Sirch ha parlato della potatura della vite, il presidente di Assoenologi il dottor Riccardo Cotarella, ha fatto il punto sull’emergenza climatica e come l’enologia debba adattarsi ad essa. La professoressa dell’Università Federico II di Napoli Paola Piombino ha parlato degli aromi del vino e dei percorsi sensoriali, la ricerca molecolare con il professor Rosario Muleo dell’Università della Tuscia e Daniele Accordini direttore della Cantina Valpolicella Negrar ha parlato di appassimento delle uve. Moderatore d’eccezione il Professor Fabio Mencarelli, relatore e presenza fissa nei workshop dell’azienda Polsinelli, docente presso l’Università di Pisa che nell’occasione ha anche festeggiato il proprio pensionamento.

La Fondazione dedicata a Mario Polsinelli 

Tanta carne al fuoco e non poteva essere altrimenti vista la caratura dei relatori. Ma il Wine Day va oltre, guarda al presente ma soprattutto al futuro.

Daniele Polsinelli su questo è chiaro: “Oggi noi gettiamo le basi per la nascita della fondazione, un progetto che vuole promuovere l’innovazione e la ricerca, sarà intitolata a mio zio Mario Polsinelli. È stato ricercatore e professore di genetica a Firenze dove per anni si è dedicato allo studio dei lieviti. La fondazione, che nascerà entro l’anno, aiuterà a sviluppare nuove tecnologie da mettere a disposizione delle cantine, dei frantoi ed in generale degli agricoltori del nostro territorio“.

La Ciociaria vista da fuori

Una giornata che per il territorio ciociaro ha rappresentato una boccata d’aria fresca. Perché è stata l’apertura di una finestra su altre visioni dell’enologia, visioni di livello capaci di aggiornare una concezione delle cose che rischia di essere sorpassata in fretta. Perché i cambiamenti climatici sono oramai un’evidenza. O ci si fa i conti o ci si resta sotto.

E l’enologia della provincia di Frosinone ha bisogno di questi incontri, non soltanto per i contenuti ma anche per i confronti. C’è la necessità di capire i limiti del territorio ed i suoi pregi, magari anche con l’occhio di esperti che ci guardano da altre prospettive. Non siamo certo ai livelli dell’Irpinia o della Valpolicella ma sentire da quei relatori che il nostro territorio è in buona salute e ha enormi margini di crescita è sicuramente confortante. Nonché stimolante, quindi ben vengano giornate come questa.

PS: quest è una rubrica di vini quindi si, abbiamo degustato. Ovviamente i vini del padrone di casa Massimo Viscogliosi e la sua cantina Albetum (leggi qui: Albetum, il lato eclettico di Massimo Viscogliosi). Occhio alle nuove annate, promettono molto bene!