Zaccheo e Coletta si amano

Non è vero che si odiano. Si completano. Sono l'uno la legittimazione dell'altro. Le due facce di una stessa medaglia. L'altro modo di vedere Coletta e Zaccheo

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sono giorni che cerco una chiave di lettura al duello infinito tra Damiano Coletta e Vincenzo Zaccheo. Mi ci scervello sopra pensando a cattiverie, a torti, a ragioni, a differenze. E non ne esco, proprio non ne esco. Non riesco a spiegarmi questi due.

Poi l’illuminazione, perché io sono abituato a ragionare capoculo, da un altro punto di vista, a ribaltare le situazioni. Ed ecco la chiave: i due non sono antagonisti, non sono rispettivi odiatori, i due sono una cosa sola i due vivono l’un per l’altro.

L’amore tra gli opposti

Senza la candidatura di Vincenzo Zaccheo, Damiano Coletta con molta probabilità non sarebbe Sindaco; senza Damiano Coletta, a sua volta Vincenzo Zaccheo sarebbe un pensionato. I due vivono l’uno nell’altro e anche quando si offendono, si ribadiscono.

Quando fanno i ricorsi confermano i corsi. Tutti e due si sacrificano per la città a parole, mentre nella realtà si immolano l’uno per l’altro. Per sopravvivere entrambi.

Immaginate una Latina solo con Coletta: “che noia che barba!“, direbbe la Mondaini; ma ci vuole Raimondo Vianello per spiegare una città solo con Zaccheo senza Coletta. Sono Sandra e Raimondo e la città è dentro una fiction televisiva.

Zaccheo continuerà a minacciare ricorsi senza fare sfiducie, Coletta continuerà a fare la vittima con l’alibi di non riuscire a governare per colpa di Zaccheo. Come si evince sono l’uno per l’altro,  se li stacchi, muoiono entrambi. E tutti e due hanno paura di rimanere soli e senza palcoscenico.

Non solo politica

Vedete, leggevo questa dialettica con valutazioni politiche, invece ci sono risvolti anche psicologici: un bisogno di apparire sempre come salvatori della patria.

Coletta dice di doverci salvare dalla disonestà e Zaccheo di volerci salvare dall’incompetenza. Nessuno dei due ha il coraggio di proporsi alla vita normale, perché la vita normale non ha bisogno di salvatori della patria, ma di uomini contemporanei. Non ha bisogno di Zaccheo e Coletta. I due si sono rifugiati nel mito di loro stessi, l’un per l’altro, per restare disperatamente e insieme al centro della scena.

Stanno contando e ricontando i voti delle 22 sezioni, ma non si sono accorti che in quelle stesse sezioni consenso più forte non è stato né per l’uno né per l’altro, ma contro entrambi, da parte di quel 50% che non ha votato, a cui piacciono i corsi e ricorsi storici di Vico, ma non quelli in carta bollata del Comune di Latina.

Tutti i voti di Coletta e di Zaccheo non fanno il numero dei cittadini che si è stufato di questo loro amore non corrisposto. Ma loro non li contano.

Sbagliavo punto di vista. I due non si odiano, si amano, ma non avranno mai il coraggio di dirselo, logorandosi per un amore non vissuto.

Questa volta era amore, non un calesse!

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