L'Italia, se vuole essere credibile in Europa, ora deve presentare un documento finanziario credibile con cui puntare alla crescita. Parole di Antonio Tajani. Il piano Salvini. I tempi per il nuovo governo. I rischi economici per il Paese
«Se vogliamo essere credibili, l’Italia deve presentare un Def in grado di dare segnali di credibilità ai mercati e alla zona euro. Andare in direzione della crescita e della riduzione del debito pubblico». Il Def è il Documento di Economia e Finanza (originariamente Documento di programmazione economica finanziaria o DPEF), è il documento nel quale un Governo indica tutte le politiche economiche e finanziarie che ha deciso di attuare. A sollecitare un Def autorevole, capace di mandare segnali all’Europa è il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani.
Lo ha detto in un’intervista pubblicata questa mattina su ‘Il Messaggero’, sottolineando che il tetto del 3% «non è un tabù. Se ci sono investimenti, spese per infrastrutture si può anche lavorare per avere flessibilità, ma certamente non si ottiene con misure che aumentano il debito pubblico, come il reddito di cittadinanza che è un disincentivo alla crescita e all’occupazione che invece va creata, specie al Sud».
Matteo Salvini invece sostiene la necessità di una manovra opposta all’Europa. Ed è stata la Lega a prendere più voti di Forza Italia all’interno dell’alleanza. Quindi toccherà a Salvini mettere a punto il Def. E non ad Antonio Tajani che invece sarebbe stato il candidato al mandato esplorativo per comporre il nuovo Governo in caso di una prevalenza dei voti azzurri.
«Non credo che ad aprile ci sarà un governo – dice Tajani – ma occorre comunque andare nella direzione della riduzione della pressione fiscale, delle riforme e di misure che riducano il debito. Tutto poi si ritroverà nella manovra di bilancio di fine anno. Se a quella data ci sarà un governo delle forze che hanno vinto le elezioni, mi riferisco al centrodestra, certamente occorrerà seguire le indicazioni degli elettori anche sulla riduzione della pressione fiscale, del sostegno alle imprese e di investimenti per il Mezzogiorno».
Quanto al governo, «sarà del centrodestra – sottolinea – che è composto da Lega, più Fi, più Fdi, più Noi con l’Italia. Salvini ha sempre detto che rispetterà i patti così come noi rispettiamo che sia la Lega a proporre un candidato per Palazzo Chigi proprio perché ha preso più voti. Io credo che sia giusto che governi chi ha preso più voti. Le coalizioni sono fatte così».