Perché non si può dire che il Coronavirus è meno aggressivo?

Dopo le parole del professor Alberto Zangrillo è scoppiato il putiferio. E il mondo scientifico si è scagliato contro il primario del San Raffaele. Eppure sono i numeri a dire che il Covid-19 fa meno paura.

Il bollettino è arrivato puntuale anche oggi dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. È il numero 124 dall’inizio della pandemia nel Lazio ed in Italia. Con ragionieristica meticolosità aggiorna sul fatto che “in questo momento sono ricoverati ricoverati presso il nostro Istituto 75 pazienti, di cui 27 positivi al Covid-19 e 48 sottoposti ad indagini; 5 pazienti necessitano di supporto respiratorio”.

Con altrettanta precisione, il bollettino dell’Assessorato alla Sanità della Regione aggiorna i numeri: nel Lazio ci sono 2894 casi positivi al Covid-19, 594 ricoverati, 56 di loro sono in Terapia Intensiva, 2244 in isolamento a casa. Ad oggi i morti sono stati 739.

Come si concilia tutto questo con le parole dette l’altro giorno dal professor Alberto Zangrillo? Ha sostenuto che dal punto di vista clinico il virus non esiste più.

Il putiferio a Mezz’ora in più

Il professor Alberto Zangrillo durante la puntata di Mezz’ora in più

Il putiferio è scoppiato durante la trasmissione Mezz’ora in più su Raitre, quando a proposito delle osservazioni sulla situazione della Regione Lombardia, Alberto Zangrillo ha detto a Lucia Annunziata: «Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’Università vita-salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo e direttore dell’Istituto di virologia, professor Clementi, lo dice, insieme alla Emory University di Atlanta, il professor Silvestri».

«I tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese, due mesi fa. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta, ma non si può continuare a portare l’attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, ma a quelli che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più».

Lucia Annunziata, avendo intuito immediatamente la portata dell’affermazione, ha incalzato il professore: «È una frase molto forte quella che lei dice, professore».

E Zangrillo: «La firmo».

Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano, non è uno qualunque. La sua affermazione è basata su studi e osservazione sul campo. Ne ha citato gli autori: gente affermata. Ma è successo il finimondo.

La cautela da Ginevra

Provette in laboratorio Covid-19 Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Michael Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel consueto briefing in videoconferenza con la stampa da Ginevra, dopo le polemiche che si sono scatenate in Italia in seguito alle parole di Alberto Zangrillo, ha espresso cautela sulle dichiarazioni del primario di Anestesia e Rianimazione Generale dell’Ospedale San Raffaele.

Affermando:«Dobbiamo essere estremamente attenti a non dare l’impressione che d’un tratto il virus, di sua volontà, abbia deciso di diventare meno patogeno. Non è affatto il caso di dare questa impressione. Questo è ancora un virus killer. Ci sono migliaia di persone che ogni giorno muoiono, ma noi lo combattiamo meglio. Non è interesse di un virus uccidere tutti coloro che infetta, lo abbiamo visto con i bambini, ma la contagiosità e la severità non sono cambiate. Abbiamo imparato però a ridurre la trasmissione e stiamo anche studiando se l’intensità dell’esposizione al virus, come nel caso degli operatori sanitari, possa avere un ruolo nella severità della malattia».

Zangrillo conferma

La diretta a Quarta Repubblica

Ma Alberto Zangrillo a Quarta Repubblica ha ribadito: «Il virus continua a circolare ma la malattia provocata dal virus è inesistente. Possono osservarlo oggi tutti i rianimatori, tutti i clinici. Il virus non è mutato né si è attutito ma osservo quello che accade. Ci limitiamo a osservare i fatti. E mentre ci infastidiva la litania dei numeri delle persone che non ce l’avevano fatta e dei contagiati, oggi i numeri sono positivi, ci danno ragione, ci dicono che stiamo vincendo la nostra battaglia».

«La paura era giustificata e deve essere giustificata, ma ora pur invitando alla cautela diamo una prospettiva positiva per il futuro».

Numeri a evidenza zero

A Lucia Annunziata aveva anche detto: «Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero, che hanno valore zero: siamo passati da Borrelli, da Brusaferro, al presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Tutto questo ha portato a bloccare l’Italia mentre noi lavoravamo e adesso noi, che abbiamo visto il dramma, chiediamo di poter ripartire velocemente perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Non ce ne frega niente né del campionato né di dove vanno in vacanza gli italiani, ma dobbiamo ritornare a un Paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo Paese possa tornare ad avere da oggi una vita normale».

La sorpresa di Locatelli

Coronavirus, test e provette © Sara Minelli / Imagoeconomica

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico, ha detto: «Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il “virus clinicamente non esiste più”. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus».

Dura anche la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa: «È un messaggio sbagliato. In attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute».

Ancora una volta il mondo scientifico è diviso. Ma perché, se la situazione è migliorata, non lo si può dire?