Zicchieri e Durigon sparano a salve, Zingaretti non molla la Regione

Mentre la Lega attaccava il presidente della Regione Lazio, il Senato votata l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Ma il punto è anche che il centrodestra regionale è disunito. In questo contesto il Governatore non ci pensa proprio a fare un passo indietro.

L’autorizzazione a  procedere votata per Matteo Salvini dal Senato è avvenuta nelle stesse ore in cui la Lega nel Lazio stava sparando (come al solito) a palle incatenate contro il presidente della Regione e segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti.

Gli onorevoli Claudio Durigon e Francesco Zicchieri erano i più scatenati, poi tutti gli altri. Nel tentativo di provocare le condizioni affinché possano esserci le elezioni regionali anticipate nel Lazio. Ma poi l’autorizzazione a procedere ha cambiato “verso” alla narrazione. Contemporaneamente, in Lombardia, i ruoli erano invertiti. Con il Pd che chiedeva le dimissioni di Attilio Fontana, il Governatore della Lega.

Attilio Fontana © Imagoeconomica / Marco Cremonesi

Nel frattempo alcuni sondaggi davano il Pd ormai ad un’incollatura dalla Lega. (leggi qui Tra Lega e Pd meno di un punto di distacco). Insomma, alla fine della fiera il risultato è sempre lo stesso: saranno Matteo Salvini e Nicola Zingaretti a caratterizzare la prossima campagna elettorale. Lega da una parte, Pd dall’altra. Ma difficilmente Zingaretti si dimetterà da presidente della Regione Lazio prima che ci sia stato il voto alle comunali di Roma. Dove il Pd potrebbe puntare su David Sassoli, presidente dell’europarlamento.

La Lega regionale dovrebbe farsene una ragione e provare a cambiare strategia. Francesco Zicchieri è il coordinatore del Lazio: ripetere un giorno sì e l’altro pure che è necessario buttare giù Zingaretti non serve a nulla se poi non succede. Anzi, ottiene l’effetto contrario perché si trasforma in una manifestazione di debolezza.

Stesso discorso per Claudio Durigon. Poi c’è l’aspetto che riguarda tutto il centrodestra regionale, che nel Lazio è disunito esattamente come due anni e mezzo fa. I Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni non alzano i toni, Forza Italia resta al coperto.

David Sassoli, presidente del Parlamento Ue (Imagoeconomica)

La presidenza della Regione Lazio rappresenta il punto di forza per Nicola Zingaretti sul piano politico. Non abdicherà per andare al Governo. Il segnale c’è stato proprio in queste ore, quando Zingaretti ha criticato l’esecutivo per la mancanza di politiche sull’immigrazione e sulla scuola. (leggi qui L’urlo di Zingaretti contro il “governo del niente”).

Resterà al suo posto.