Zingaretti accerchia quel che resta dell’ex Giglio Magico 

Il riferimento al “senatore” Matteo Renzi, la precisazione al vetriolo sui congressi regionali, ma anche l’attacco al governo di Lega e M5S. Nicola Zingaretti preoccupato solo di evitare l’estinzione del Pd. Mentre i suoi avversari interni non hanno capito che ha già vinto, anche se dovesse perdere il congresso. Come l’ex rottamatore con Bersani.

Mentre i big del Pd organizzano delle tavolo rotonde su come rispondere ad un invito a cena di un ex ministro come Carlo Calenda, Nicola Zingaretti tiene la barra dritta sull’attualità politica, interna ed esterna al Partito. Perché se non si arriva ad un congresso vero in tempi rapidissimi il rischio di una sostanziale estinzione del Partito Democratico è più che reale.

Il presidente della Regione Lazio non usa effetti speciali o strategie comunicative dirompenti. Lui va dritto al punto, senza fronzoli, senza drammatizzazioni, senza concedere nulla alla teatralità. Non cerca la battuta, vuole centrare il problema.

Sul fronte interno al partito, Zingaretti non si fa passare la mosca sotto al naso. E dice:

A differenza di quanto sostenuto dal senatore del Pd Matteo Renzi, si precisa che non è stato candidato nessun segretario “zingarettiano”, né in Toscana né in altre regioni avendo deciso la direzione di fare i congressi regionali addirittura prima della convocazione del congresso nazionale”.

Intanto, il riferimento al “senatore” Renzi è finalizzato a non riconoscere più la leadership dell’ex segretario.

 

La manovra con il fiato corto

Poi la circostanza perlomeno singolare di aver deciso di voler svolgere i congressi regionali del Pd prima ancora della convocazione di quello nazionale. L’intento è chiaro: cercare di frenare Zingaretti, “circondandolo” nel Lazio.

Ma la manovra ha il fiato corto, perché il vero nodo è quando verrà celebrato il congresso nazionale. Zingaretti si trova nella stessa situazione nella quale fu Renzi nella prima sfida (persa) con Pierluigi Bersani. E cioè il Governatore del Lazio vincerebbe anche perdendo, perché dovrebbe soltanto aspettare il logoramento completo dell’attuale classe dirigente dell’ex Giglio Magico.

Il problema  è che il Pd rischierebbe percentuali da prefisso telefonico.

 

Bersaglio nazionale

Perciò Zingaretti non perde di vista lo scenario nazionale. E attacca il governo gialloverde. Dichiarando: “Scusate, ma non c’era un contratto di governo? Siete ridicoli e il prezzo lo stanno pagando gli italiani”. Lo ha scritto in un tweet, in merito alla dichiarazione congiunta dei leader di centrodestra Salvini, Berlusconi e Meloni in cui si chiede al Governo Lega-M5S di rispettare il programma di centrodestra. Paradossale.

E tanto per far capire che dietro Zingaretti c’è già una squadra, arriva la dichiarazione della consigliera regionale del Lazio e vicepresidente della commissione sviluppo economico e attività produttive, Marietta Tidei (Pd). Che afferma:

“Vicina ai sindaci dell’Anci che hanno deciso di sospendere le relazioni istituzionali con il governo dopo l’ennesima presa in giro sui fondi per il bando sulle periferie. La faziosità di questo esecutivo, che vuole cancellare tutto quello che di buono è stato fatto dal Pd, ha raggiunto livelli inaccettabili: retrocedere sui fondi che spettano ai Comuni è un tradimento che si fa nei confronti di un investimento strategico, quello cioè rivolto a territori disagiati, alla cultura e all’educazione”.

Una decisione scellerata che a Roma costerà 32 milioni di euro. A Frosinone ne costerà 28 di milioni: 18 del Governo e 10 garantiti da Conferenza Episcopale e Ferrovie per partecipare ai lavori destinati a rivoluzionare la parte bassa del capoluogo.

 

Un colpo durissimo ai Comuni ed ai sindaci. Anche di Centrodestra come dimostra il caso di Frosinone. Non è casuale l’intervento di Massimiliano Valeriani, assessore regionale all’urbanistica, politiche abitative e rifiuti, che ha postato su Facebook:

“Il governo taglia le risorse per i Comuni e le loro periferie. Il Lazio subisce un taglio di 40 milioni di euro sui quali sindaci e amministratori hanno costruito programmi di recupero urbano. Il governo del cambiamento”.

 

Insomma, Nicola Zingaretti non teme affatto l’accerchiamento. E’ lui che vuole accerchiare quel che resta del Giglio Magico.