Prodi è una boccata d’ossigeno per Zingaretti

La seconda giornata di Nicola Zingaretti a Bologna. Il pranzo con Prodi nella strategia del dialogo. "Una boccata d'ossigeno". Il grazie a Minniti per l'appoggio "Coerente". L'invito ai giovani: "Cambiare il Pd per cambiare il Paese"

Le critiche si disinnescano con un incontro a pranzo. Le indiscrezioni troppo ardite, con un sorriso e due righe di smentita. Nicola Zingaretti ha negato che esista un accordo tra lui ed il suo sfidante Maurizio Martina: un’intesa che – secondo le ricostruzioni di stampa poi smentite – in caso di vittoria del Governatore alle Primarie vedrebbe Paolo Gentiloni diventare presidente nazionale del Pd e Martina vice segretario.

Nicola Zingaretti taglia corto e le bolla come “fantasie“. Maurizio Martina da Matera dice “Noi vinceremo. E una donna sarà presidente del PD“. Sullo sfondo c’è una Convenzione che ha visto andare nelle sezioni Dem più iscritti di quanti ci si aspettava. Le consultazioni con cui selezionare i tre candidati alle Primarie di marzo finiscono oggi: le ultime indiscrezioni danno il governatore del Lazio al 51%, l’ex ministro dell’Agricoltura Martina al 32,7% ed il terzo sfidante, molto più distanziato, nella persona di Roberto Giachetti. Sempre fonti parlamentari danno poi Martina in vantaggio nelle circoscrizioni Estero: su 1456 votanti totali, è andato a Martina il 46,4%, a Zingaretti il 43%, a Giachetti l’8,2%. Completano il quadro: Saladino al 1,2%, Boccia allo 0,8%, Corallo allo 0,4%.

Alternativi ad incapacità di Governo

Nicola Zingaretti ha trascorso la giornata a Bologna, incontrando i giovani sostenitori a ‘C’è chi dice noi’. Ha detto che «Quando la grande incapacità del governo arriverà a deflagrare o sarà pronta l’alternativa per dire ai delusi ‘siamo tornati’ o la proposta in campo sarà solo la loro».

A chi ha ipotizzato nei giorni scorsi la fine della spinta propulsiva del Pd ha risposto «Altro che esaurimento del Pd, è l’esatto opposto: dobbiamo aprire una grande stagione».

Ha messo in evidenza che una cosa sono le promesse. Altro è realizzarle. Il Pd ne sa qualcosa: in un anno è passato dal 40% al 18%. «Attualmente c’è un grande consenso verso il governo, ma anche una grande aspettativa di chi ha saputo inserirsi nei nostri limiti. Ma nelle loro azioni c’è incapacità e inadeguatezza, sono in perenne campagna elettorale e i risultati sono catastrofici».

Il pranzo con Prodi

A Bologna Nicola Zingaretti c’è arrivato sabato in treno, spingendo il suo trolley. Senza scorte e senza paranze. Il pranzo con Romano Prodi doveva restare riservato. È stato un capolavoro nella strategia del dialogo. Perché il Pd che Zingaretti sta seppellendo aveva invitato Prodi a capire bene dove volesse mettere le tende: quello del Governatore invece va a confrontarsi con il fondatore dell’Ulivo subito dopo averne incassato le critiche.

All’inizio della settimana il Professore, da Bruxelles aveva giudicato l’attuale Partito Democratico privo «di un’idea, una prospettiva, un leader». Non era un complimento per Zingaretti. Se il destinatario fosse stato Renzi avrebbe risposto con una battuta al veleno, il Governatore invece è andato a pranzo all’ombra delle Due Torri dopo avere logiato il Professore. A caldo, aveva risposto evidenziando che è «il solo ad avere vinto per ben due volte contro il centrodestra» e che sul Pd «dice parole crude, ma di verità. Sono tornato alla politica dopo tanti anni di amministrazione e ho trovato molte macerie».

Prodi una boccata d’ossigeno

Di quel pranzo oggi Nicola Zingaretti ha parlato durante la seconda giornata di “C’e’ chi dice noi“, all’opificio Golinelli di Bologna. Ha definito quel pranzo «una tappa utile, utilissima. Parlare con Prodi è sempre una boccata d’ossigeno».

Il tema è l’Europa: «Non dobbiamo rassegnarci all’illusione, alla stupidità di chi si dice sovranista e poi, essendolo, diventa il principale nemico della sovranità italiana». Ma l’Europa deve essere cambiata, adeguata ai nuovi tempi: «Abbiamo bisogno di un’altra Europa, di rifondare questa grande progetto, ma senza l’Europa siamo un Paese senza futuro. Dobbiamo ricostruire una grande mobilitazione culturale ed economica, per rilanciare la visione europea».

Altrimenti, avverte Zingaretti, «forse è contento Trump, forse è contento Putin, ma in realtà chi vive in Europa è in pericolo. Quindi, chi più di Romano – insiste il Governatore – può essere l’interlocutore, straordinaria e utile figura politica per dare un contributo importante su questi temi».

Cambiare o non ci voteranno

Il cambiamento è una necessità per l’Europa ma anche per il Partito Democratico. Nicola Zingaretti lo ha messo in evidenza schierandosi contro «l’idea sbagliata di chi dopo il 4 marzo ha detto che l’unica cosa da fare è sciogliersi, perche’ la storia è finita e il problema è il Pd».

Ma il Governatore giudica sbagliato anche il pensiero di chi ha detto che «in fondo non è accaduto nulla di drammatico, aspettiamo di vedere come governano e vedrete che gli italiani capiranno di aver sbagliato e torneranno da noi».

L’invito di Zingaretti invece è quello di cambiare perchè altrimenti l’Italia non tornerà a votare Pd. Ed è stato questo uno dei momenti più applauditi nella due giorni di Bologna.

Minniti appoggia Zingaretti

Intanto è arrivato l’endorsement di Marco Minniti. Su Repubblica, l’ex ministro dell’Interno lo ha detto rispondendo ad ‘un’intervista. Nella quale ha spiegato perché abbia rifiutato di candidarsi a Segretario del Pd nonostante la sua candidatura avesse l’appoggio di circa 500 amministratori renziani.

«Sono grato ai sindaci che hanno pensato a me. Ritengo che il destino del Pd e quello della democrazia italiana siano legati. Da questo congresso, sia pure tardivo, deve emergere una leadership legittimata dalle primarie nei gazebo. Pur stimando tutti i candidati. è cruciale che ci sia un esito chiaro e indiscutibile. Mi impegno perché alle primarie del 3 marzo ci sia il massimo della partecipazione e quindi un segretario che superi il 50%».


Questo vuol dire che lei sostiene chi ha più possibilità di superare il 50%, ovvero Nicola Zingaretti?
«Esattamente».

Nicola Zingaretti apprezza e definisce l’intervento di Minniti «molto coerente con quello che ha detto Marco sin dall’inizio, e lo ringrazio. I gazebo devono eleggere un segretario, in questo momento chi ha più chance è la candidatura che abbiamo messo in campo».