Zingaretti chiama, Smeriglio risponde. E la Raggi viene asfaltata

FOTO: BENVEGNU' GUAITOLI / IMAGOECONOMICA

Il Governatore del Lazio dice ni alla candidatura a sindaco di Roma ma “bombarda” la sindaca pentastellata. L’eurodeputato e ideologo di Piazza Grande archivia l’esperienza dei Cinque Stelle al Campidoglio. E si rivolge alle forze progressiste: è un assist a Zinga.

Esiste l’esigenza di far tornare a vivere una proposta di sinistra socialista, progressista, ambientalista dentro uno schema politico visibile a livello nazionale. Cosa che oggi purtroppo non c’è ed è parte del problema italiano”. Lo ha detto l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio (eletto da indipendente nella lista del Pd). Frasi che si possono trovare in un’intervista a L’Avanti, storico organo di informazione socialista.

Raggi esperienza drammatica

Massimiliano Smeriglio (Imagoeconomica)

Ma c’è un altro passaggio importante, quello sulle elezioni comunali a Roma. A proposito delle quali Massimiliano Smeriglio ha spiegato: “A Roma saranno elezioni decisive. Il giudizio sulla Raggi, non è un giudizio personale ma un giudizio politico, sulla Raggi e sulla sua giunta, è un giudizio che non ammette ambiguità, un giudizio totalmente negativo. È stata un’esperienza drammatica di governo per la città di Roma. Il centrosinistra deve ripartire da se stesso dalle proprie forze e credere, dare fiducia alla coalizione appena accennata, tenuta ferma dai meccanismi diciamo tutti partitici e poco comprensibili. Mentre noi avremmo bisogno di rilanciare fortissimamente una proposta pubblica coalizionale”.

Io penso che la coalizione e le primarie possono essere il modo con cui si ricostruisce la proposta progressista in Città. Gli si da forza perché c’è bisogno di avere forza popolare, perché noi dobbiamo battere le destre e battere contestualmente anche la Raggi. Non sarà una passeggiata però credo che le forza progressiste in Città hanno diciamo la motivazione, la forza e l’ambizione di cogliere questo risultato”.

Zingaretti è in corsa

Nicola Zingaretti ieri sera da Floris

Vale la pena di ricordare che pochi mesi fa il centrosinistra a traino Pd, senza i Cinque Stelle, ha vinto le regionali in diverse Regioni. E ieri sera l’ex segretario del Pd e presidente della Regione Lazio  Nicola Zingaretti ha ribadito a DiMartedì il giudizio assolutamente negativo sull’operato della giunta Raggi.

Poi a precisa domanda su una sua possibile candidatura a sindaco, Zingaretti ha affermato: “Fino al 2023 sono presidente della Regione Lazio.Voglio continuare alla guida della Regione. Spero che il Partito metta a disposizione altre risorse. Io sono presidente di una Regione che ha una larga maggioranza di centrosinistra che va da Renzi ai Cinque Stelle, è un piccolo laboratorio politico che mettiamo a disposizione della sfida di Letta”. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: 24 marzo 2021).

Circa un anno fa l’allora Segretario nazionale dl Pd Nicola Zingaretti chiese ad Enrico Letta la disponibilità a candidarsi a sindaco di Roma. Letta rispose con un no. Ora i ruoli potrebbero essere invertiti, con il segretario Enrico Letta a chiedere al Governatore Nicola Zingaretti di scendere in campo per il Campidoglio. Sta tutto lì il senso di quello “Spero che il Partito metta a disposizione altre risorse”.

Fine della Raggi?

(Foto Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

Lo scenario capitolino è in continua evoluzione. Nelle ore scorsa Gemma Guerrini ha lasciato il Movimento 5 Stelle ed è passata al Gruppo misto in Assemblea capitolina. L’annuncio è stato dato dala stessa consigliera in apertura della seduta di ieri in Aula Giulio Cesare. “Informo l’Aula che lascio il Movimento 5 Stelle per entrare nel Gruppo misto. Il fatto che nel 2019 io mi sia dimessa da presidente vicaria del Consiglio della Città Metropolitana di Roma e che oggi io mi dimetta da componente del gruppo capitolino di maggioranza, lasciando contestualmente il MoVimento 5 Stelle, sia dimostrazione sufficiente del tipo di giudizio che dò a questa amministrazione, cui è da aggiungere come corollario che non supporterò nessuna forza politica che sosterrà la candidatura dell’attuale sindaca alle prossime elezioni amministrative romane“.

Una scomunica totale e completa di Virginia Raggi sotto il profilo amministrativo. Sotto quello politico  “L’uscita dalla maggioranza della consigliera Guerrini destabilizza la tenuta del Campidoglio. Siamo all’epilogo di un percorso disastroso per la Capitale, costellato da scelte superficiali e inadeguate fatte da Virginia Raggi. Il sindaco prenda atto di non avere più la maggioranza e valuti seriamente di rassegnare le dimissioni, un gesto dovuto per non bloccare ulteriormente la Capitale“. È l’analisi di Maurizio Politi, capogruppo Lega in Assemblea Capitolina.

Un progressivo logoramento di Virginia Raggi ed una sua caduta cambierebbero del tutto lo scenario. E le possibilità di costruire nuove alleanze. Perché è Raggi l’ostacolo.

Zingaretti & Smeriglio

Foto: copyright A.S. Photo Andrea Sellari

Il principale ostacolo politico alla candidatura di Zingaretti era stato finora questo: chi lo dice alla Raggi? Considerando anche l’accordo tra Pd e Cinque Stelle alla Regione Lazio?

Ma per Nicola Zingaretti da una parte e Massimiliano Smeriglio dall’altra il problema non si pone. Perché il centrosinistra non sosterrà mai Virginia Raggi. Dunque, se a Zingaretti il Pd dovesse chiedere di “sacrificarsi” per la corsa al Campidoglio, quel “ni” di oggi potrebbe trasformarsi in un SI’.