La delusione di Nicola: “Tu quoque… Anche tu Mauro, amico mio”

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Dicono che ci sia rimasto male. E pure molto. Al punto di dire “Dopo tutta la fiducia che gli ho dato…“: Nicola Zingaretti non avrebbe preso molto bene la votazione fatta lunedì sera dalla componente di Francesco De Angelis riunita da Memmina in vista del congresso nazionale. Tutti con Matteo Orfini. Anche il suo assessore Mauro Buschini. (leggi qui)

Il governatore del Lazio si aspettava qualche distinguo. Che una parte si spostasse sulle sue posizioni: con il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Invece nessuno lo ha fatto. Nemmeno l’assessore Buschini. Del quale, appena due settimane prima aveva detto in pubblico: «E’ il punto di riferimento della mia amministrazione». Invece, appena arrivato al bivio, è rimasto fedele al patto politico che fino dalla culla lo lega a Francesco De Angelis: Zingarettiano della prima ora, grande elettore nel congresso che gli consegnò i Ds del Lazio, deviato all’improvviso sulla rotta dei Giovani Turchi di Orfini. Che con Zingaretti hanno a che vedere nulla.

I corridoi della Regione riferiscono di un governatore amareggiato. Al punto da voler mettere in chiaro che sul territorio della provincia di Frosinone non c’è più solo l’area di De Angelis – Buschini come interlocutore privilegiato.

Primo segnale. Gli uffici hanno provveduto a chiamare personalmente i parlamentari ed i rappresentanti istituzionali, in vista del tour che nelle prossime ore porterà il presidente della Giunta Regionale a Colle San Magno e Aquino. Ma soprattutto all’inaugurazione di due sale operatorie nell’ospedale San Benedetto ad Alatri: la città di Mauro Buschini. Dove era stato un paio di settimane fa per la consegna di materiale sportivo e di una stampante 3D ai ragazzi del Liceo. In quell’occasione l’unica autorità oltre al sindaco Giuseppe Morini era stato proprio l’assessore. Questa volta invece le telefonate di invito hanno raggiunto l’intero arco costituzionale. Con un recall fatto dalla presidenza.

Una crepa nella quale potrebbe infilarsi Marino Fardelli. Il consigliere regionale cassinate nei giorni scorsi era stato invitato a Roma alla riunione della componente di Zingaretti a San Saba (leggi qui). E poi aveva avuto un incontro riservato a pranzo all’Edra con tutta la sua componente cassinate (leggi qui). Ma anche per Fardelli, il passaggio armi e bagagli con l’area Orlando non è pensabile: perché ha un patto con Francesco Scalia, al quale non può rinunciare se vuole mantenere intatte le possibilità di giocarsi la partita della rielezione alle regionali. E Scalia significa Matteo Renzi, area Luca Lotti. L’assenza di Fardelli al tour di Zingaretti, venerdì non sarà dovuta a questo ma ad un impegno di famiglia.

Ma martedì c’è la riunione del suo gruppo. Giuseppe Golini Petrarcone, Enzo Salera, Alessandro D’Ambrosio, Edilio Terranova, Sabrina Grossi: loro potrebbero decidere di convergere su Zingaretti e appoggiare la mozione Orlando. Confermando cosi la linea critica nei confronti della Federazione Provinciale, ritenuta complice della sconfitta elettorale alle scorse comunali. Ma dando corpo e sostanza al loro dissenso, restando all’interno del Pd.

La risposta a due delusioni.

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