Zingaretti: «Farò il presidente della Regione». Ma parla da segretario del Pd

Il governatore dice che vuole continuare ad occuparsi del Lazio. Ma parla già da segretario del Pd. L'ultimo sgarbo di Renzi: nella conferenza delle finte dimissioni non ha fatto cenno all'unico trionfo in Italia: quello nel Lazio

Giura che vuole fare solo il presidente della Regione Lazio. Ma parla da Segretario del Pd. Nicola Zingaretti è stato l’unico faro rimasto acceso nella lunga notte di tempesta che ha visto il Pd affondare. (leggi qui La vittoria di Zingaretti: l’unico faro nel buio della tempesta Pd)

«Penso di aver dato un immenso contributo in questi anni al Partito Democratico ma se poi la domanda é cosa farò da grande dico che nei prossimi anni sarò il presidente della Regione Lazio, quindi credo che questo sia la cosa piu’ ovvia da dire»: il presidente lo ha detto durante la conferenza stampa organizzata il giorno dopo della vittoria.

Al Nazareno cercano un Segretario per mettere fine all’era di Matteo Renzi. E soprattutto al renzismo. Cercano uno che sia capace di dialogare e includere invece di alimentare fratture e scissioni.

«In politica io non mi sono mai sottratto. Non ho mai pensato di aver interpretato questi 5 anni come una fase in cui non ho dato un contributo al mio Partito. Ci sono forme diverse di contribuire alla politica e anche di partecipare alla vita di un Partito o di una coalizione».

Resta il confronto con Roma Capitale e con la sindaca Virginia Raggi. In mattinata si sono sentiti.

«Questa mattina ho telefonato al sindaco Raggi per offrire tutta la mia disponibilità ad aiutare Roma a risollevarsi da tutti i suoi problemi. Il mio impegno è quello di rinnovare la collaborazione che ho sempre offerto. Purtroppo la sindaca era impegnata e non ho avuto ancora modo di parlarci».

La vittoria? È il risultato del metodo Zingaretti, quel metodo che ora il Pd vorrebbe copiare per ricostruirsi.

«I soldati sono utili nell’esercito, in politica servono persone che fanno politica e io lo faccio. Se non avessi governato come ho governato oggi non saremmo qui. Ho dato il mio contributo al centrosinistra governando il Lazio».

Nel Partito c’è molto da fare. È quando il governatore lo dice che sembra il Segretario del Partito: «Il risultato elettorale non ci riconsegna un problema solo per il Pd, ma un problema enorme. Ho parlato di rigenerazione perche’ tutto il centrosinistra ha bisogno di ricostruire un rapporto con la società. Noi abbiamo dimostrato che si può fare. Si può essere diversi e uniti con una leadership forte se si scommette sul pluralismo».

Matteo Renzi? Ieri ha annunciato le dimissioni. Ma non le ha date. Spaccando ancora una volta il Partito. Tra chi vuole se ne vada via subito e chi vorrebbe rimanesse per avvelenare i pozzi e gestire così anche la prossima fase: quella con un Pd ridotto ai minimi termini e che va all’opposizione. Soprattutto ieri Matteo Renzi ha compiuto un nuovo e inaccettabile sgarbo a Nicola Zingaretti: nella sua conferenza stampa non ha detto una sola parola per il governatore del Lazio che registrava l’unica vittoria del Pd in tutta l’Italia.

«Renzi ieri mi ha mandato un messaggio per fare gli auguri e lo ringrazio. Non avevo francamente notato che in conferenza stampa non avesse citato il caso del Lazio» chiude la questione il presidente.

Da Stefano Parisi è arrivato l’onore delle armi. «Mi ha scritto, ci siamo sentiti per salutarci, ci vedremo nella prossima settimana per un confronto anche sui prossimi anni, lo ringrazio. Con Roberta Lombardi non mi sono sentito».

«Voglio ringraziare i miei avversari, in particolare Stefano Parisi, Roberta Lombardi e Sergio Pirozzi– ha aggiunto Zingaretti- Tutti insieme hanno contribuito a dare vita ad una competizione regionale molto difficile per la coincidenza delle elezioni politiche. Ma abbiamo tutti fatto in modo che il tema dello sviluppo e delle prospettive del Lazio e della nostra comunita’ rimanesse il cuore dello scontro e del confronto politico. Con alcuni di loro continueremo il confronto politico anche nei prossimi cinque anni che da parte mia, come lo e’ stato sempre, sara’ all’insegna della collaborazione e della capacita’ di ascolto».

Nella prossima consiliatura non ci sarà l’ex governatore Francesco Storace. E Zingaretti lo saluta.

«Voglio salutare Storace perche’ non fara’ parte del prossimo Consiglio regionale. Credo sia stato uno dei consiglieri regionali del Lazio con la piu’ lunga storia da consigliere ed e’ stato un durissimo avversario nelle aule della Pisana».

Ora la prossima sfida: governare una Regione nella quale la nuova legge riduce ai minimi termini i margini di manovra politica. E poi decidere cosa fare per il futuro del Pd.