Il segnale di Zingaretti alle opposizioni: riformiamo il Paese

I messaggi all'opposizione. E anche al Governo. Approfittare del momento per snellire il Paese. "Non si può lavorare in uno Stato che lavora in fila indiana". Proteggere le imprese dallo shopping dei fondi. Draghi? "Le migliori teste in una cabina di regia"

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Un modello diverso di Italia. Con meno burocrazia, più snello e semplice. È questo ciò che vuole Nicola Zingaretti. Lo dice nel corso della conferenza stampa tenuta in mattinata per annunciare i provvedimenti della Regione Lazio con cui sostenere l’economia regionale flagellata dal Coronavirus. Ma ora parla da Segretario Nazionale del Partito Democratico. «Se posso fare un appello al Governo: la cosa più importante nelle azioni che si stanno pensando e che si attueranno è la semplificazione dell’Italia. Non potremo avere nessuna ripresa se non si semplifica lo stato per come e’ organizzato».

Nicola Zingaretti, Daniele Leodori, Alessandra sartore

È la prima riforma sulla quale indirizzare l’Italia verso un futuro diverso. «La semplificazione dovrà essere l’Italia che verrà, quella piu’ semplice. Porterà con sé’ la velocità di attuazione dei processi».

La burocrazia bizantina dell’Italia sta rallentando anche la fabbricazione nazionale di mascherine.Nicola Zingaretti lo sa. E lo dice senza mezze misure. «Siamo bloccati da un sistema amministrativo burocratico non adeguato a fare riaccendere i motori del sistema Italia. Non si può lavorare in uno Stato che lavora in fila indiana, deve lavorare in batteria. Nel piano dell’Italia del futuro servirà porre attenzione al tema dell’Italia Semplice perché è il cuore delle azioni che come sistema Paese dobbiamo mettere in campo».

Niente shopping sull’Italia

Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

C’è un rischio enorme per il sistema Paese. Che i fondi stranieri si lancino come avvoltoi sui nostri gioielli, deprezzati dal lockdown. Che gli sta impedendo di lavorare e poter continuare a competere, tenere i conti in ordine. Il rischio è che dall’estero comprino a prezzo da saldi imprese che domani varranno il doppio.

Nicola Zingaretti lo sa. «La cosa più urgente da fare e in fretta riguarda le misure di sostegno al credito delle imprese e di tutela dell’imprenditoria italiana da possibili sciacallaggi».

Le migliori teste per uscirne

Gli industriali nei giorni scorsi hanno detto con chiarezza che non si può fare a meno di Mario Draghi. Nicola Zingaretti deve disinnescare la mina sul percorso del Governo. Evitare che la politica torni ad essere commissariata dall’economia. Anche perché un Draghi in casa fa sempre comodo a tutti. Non al Governo. Al Quirinale? Nel frattempo la strada c’è. Non lo nomina mai. Ma tutti pensano all’ex governatore della Banca Centrale Europea quando il Segretario del Pd dice «Quando si uscirà da questa emergenza: dovremo dotarci di una cabina di regia chiamando le teste migliori dell’Italia per preparare questa fase storica».

Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani Foto © Imagoeconomica / Paolo Cerroni

È un nuovo segnale alle opposizioni. Una nuova apertura al dialogo ma nel rispetto dei ruoli. «Su queste misure si misurerà la serietà e la forza della classe dirigente italiana. E una classe dirigente si rispetti ora guarda alla necessità di salvare l’Italia, senza preconcetti».

Se non fosse chiaro, il Segretario lo ribadisce. Dicendo che siamo ancora nel cuore della crisi. «E ora più che mai è il momento dell’unità. Dobbiamo fare tutto ciò che è utile all’Italia».

Salvini, Meloni e Tajani l’altro giorno hanno mandato a dire che non vigliono fare le comparse. Nicola Zingaretti gli risponde oggi. «Non mi interessa chi fa le proposte, vanno valutate tutte e vanno adottate le migliori: questo spirito ci porta a superare ogni tipo di polemica, che non ha alcun senso in un momento in cui la battaglia contro il virus e’ tutta da vincere».