Il Lazio progetta la Fase 2: aperture dal 3 al 24 maggio

Foto © Imagoeconomica / Livio Anticoli

Via agli incontri con le categorie produttive. Per fissare il calendario. E scrivere le regole della nuova normalità. Colao? "Rappresenta tutti, se è ministro rappresenta solo una parte". Il veneto "Ognuno individua la sua strada per la riapertura". Il Mes "A condizioni chiare lo prenderei”

La Regione Lazio inizia a pianificare la fine del lockdown. Nel pomeriggio il governatore Nicola Zingaretti ha incontrato i rappresentanti del mondo delle imprese ed i sindacati. Per definire con loro la strada verso la riapertura: come adattare al Lazio le indicazioni che arriveranno dalla commissione che le sta definendo su scala nazionale.

La data per il ritorno completo alla nuova normalità potrebbe essere il 25 maggio: quel giorno riaprirebbero gli ultimi esercizi, prima invece tornerebbero in attività tutti quanti gli altri, a scaglioni e seguendo un calendario. Che la Regione sta cercando di definire.

Un nuovo capitolo

Nicola Zingaretti durante la visita di oggi a Viterbo

«Oggi abbiamo aperto un altro grande capitolo: definiremo insieme la fase che ci sarà dopo il 3 maggio. Con un obiettivo chiaro: la riapertura dovrà avvenire nella massima sicurezza. Sia per chi produce e per chi consuma. È evidente che quando ci saranno, le riaperture dovranno avvenire tenendo conto delle misure anticontagio».

A dirlo sembra semplice. Nei fatti bisognerà ridisegnare tutto: anche le cose normali. Dalla vita in fabbrica al caffè al bar, dalla spesa al supermercato alle cene nei ristoranti.

Non sarà facile. Già domani partono i tavoli di concertazione. «Immagino ad esempio il plexiglass per separare il desk dai clienti negli uffici, il disinfettante sempre a portata di mano, organizzare il lavoro in fabbrica con accordi tra sindacati e imprese: vogliamo arrivare al giorno di riapertura in una situazione nella quale si possa iniziare in sicurezza».

La vita sarà diversa. Per questo la Regione chiederà ai sindaci di ripensare alcune norme. Come quella sull’occupazione del suolo pubblico «Perché consumare all’esterno è meno pericoloso che farlo all’interno di un bar e di un ristorante, occorrerà una maggiore elasticità da parte di tutti»

Idee dal Lazio Lab

Ristorante ai tempi del Coronavirus Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Il Lazio cambierà volto e fisionomia. Non solo per la necessità di adattarsi alla nuova vita ai tempi del Covid-19. Nicola Zingaretti non vuole subire l’onda del coronavirus. Vuole cavalcarla. Se cambiamento deve essere allora riguardi tutto. Per questo è stato allestito LazioLab: cantiere di idee e progetti per ripartire. Sarà la fase 3, cioè quella che farà seguito alla Fase 1 (quella di oggi, del contagio) ed alla Fase 2 (la graduale riapertura).

LazioLab sta già lavorando attorno a quattro direttrici: potenziare la digitalizzazione, rendere i territori del Lazio più smart e la pubblica amministrazione più snella; ma anche politiche industriali per la competitività e la sostenibilità, investimenti sulle infrastrutture, valorizzazione e cura del territorio; politiche per il lavoro e la formazione.

Nessuno si illuda

Coronavirus, siamo ancora nella fase del contagio © Vince Paolo Gerace / Imagoeconomica

Ma qualunque idea sul dopo dovrà affondare le radici su un terreno: «Nessuno si illuda di poter allentare le misure di contenimento» mette in chiaro Nicola Zingaretti.

Lui tra le mani della bestia c’è passato e sa cosa vuole dire avere il Covid-19.

«È per questo che non abbiamo aperto le librerie: perché le raccomandazioni poste per le nuove misure di contenimento richiedavano una riorganizzazione che non si poteva realizzare in così poche ore».

La rete Sanitaria allestita nel Lazio ha dato i risultati sperati «abbiamo un tasso di mortalità molto al di sotto, anche se drammatico, della media nazionale e di tante altre regioni: come abbiamo lavorato sul contenimento così lavoreremo per la riapertura».

Colao? Non ministro

Vittorio Colao Foto © Swiss-image/ Valeriano DiDomenico

Gli domandano di Vittorio Colao e della possibilità che gli venga dato un ministero cucito apposta sul post Covid-19. Garbato ma netto: la risposta è un no. «Ho molto apprezzato l’individuazione di Colao come guida della task force chiamata ad immaginare il futuro del Paese. Lo spirito è quello di una figura in cui per definizione – come la sua commissione – si possa riconoscere tutto il Paese. Il Governo rappresenta una parte. Ed è sostenuto da una maggioranza. Meglio mantenere questa terzietà.

In questa crisi ogni Regione ha seguito la su strada. Il Veneto ha deciso di allentare già ora la morsa sul lockdown. Nicola Zingaretti dice «Non commento. Ognuno troverà le formule per riattivare i propri territori, da una settimana è attivo un comitato tecnico. Seguiremo le sue indicazioni»

I soldi per sostenere l’economia ancora non si vedono. Le imprese hanno fretta. In Europa c’è l’opzione del Mes. Nicola Zingaretti è anche il segretario del Partito che condivide la responsabilità del Governo. «Credo che per tutta l’Economia la misura più importante sia sconfiggere il virus e costruire una nuova sicurezza. Sul Mes attendo l’esito dei tavoli europei. Come presidente della Regione Lazio, se esisterà la possibilità, se non ci saranno condizionalità, se verrà rispettata la sovranità italiana, credo che queste risorse a queste condizioni dovremo prenderle. Ma è una partita del presidente Conte.

Il sindacato, ok ai protocolli d’intesa

Il segretario generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli

La reazione dei sindacati è molto positiva «soprattutto perchè il presidente Zingaretti ci ha dato un orizzonte temporale, quello della Fase Due che dovremo affrontare» ha sottolineato il segretario generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli.

Abbiamo preso l’impegno col presidente Zingaretti di stipulare protocolli di intesa sulla scorta di quello sottoscritto il 14 marzo, che può essere per noi un punto di riferimento fondamentale per la fase di contrattazione nelle imprese. Contrattazione che andrà fatta in maniera puntuale e precisa perché solo le rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro hanno la migliore cognizione possibile delle condizioni di sicurezza”.

Infine sulla ripartenza la Cisl ha detto che «per noi sono imprenscindibili una sanita’ e reti telematiche efficienti – ha concluso Coppotelli- e soprattutto il tema della green economy affrontato con la questione fondamentale delle autorizzazioni ambientali».

Confimprese, riaprire con prudenza

Guido D’Amico © Paolo Cerroni / Imagoeconomica

Condivide la linea della prudenza il presidente nazionale di ConfimpreseItalia Guido D’Amico. Sottolinea che è importante avere certezze se si vuole che il rilancio parta in maniera convinta.

«Abbiamo evidenziato che per la ripartenza occorre molta prudenza, per questo abbiamo abbiamo chiesto che alle attività che riaprono venga fatta una certificazione di sicurezza (negozio sicuro). Bisogna mettere a disposizione finanziamenti a fondo perduto insieme alle Camere di Commercio a condizione che vengano utilizzati per le spese di messa in sicurezza delle attività specie piccole e medie aperte al pubblico (plexiglas, sanificazione, dispenser…)».