Zingaretti suona la sveglia alla Direzione Pd: più forti se con gli altri

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Ci sarà. Nicola Zingaretti parla da candidato governatore della Regione Lazio.  Lo fa intervenendo alla Direzione Regionale del Pd, come anticipato da Alessioporcu.it.

Parla da candidato. Ma parla anche da leader, Nicola Zingaretti. Di uno schieramento nel quale tutto è sempre più in movimento: come in un campeggio arrivato alla fine della settimana, dove c’è chi smonta le tende per andare via e chi picchetta l’area nella quale sistemarsi. Perché è una specie di campeggio questo Partito Democratico del quale si è parlato oggi al Lazzareno durante la Direzione Regionale.

Ne ha assunto sempre più le sembianze da quando il padre dell’Ulivo Romano Prodi ha detto di avere tolto le tende per andare a sistemarsi un po’ più in la. Oggi l’impressione è stata che nella sala fossero presenti decine di potenziali campeggiatori: gente che tasta il terreno per capire dove mettere casa, chi è l’amico e chi il nemico politico, di chi potersi fidare e di chi no.

 

L’INTERVENTO DEL SEGRETARIO
Rompe il ghiaccio il segretario regionale Fabio Melilli. Tocca a lui fare l’analisi del voto. Spiegare cosa non ha funzionato nelle scorse elezioni regionali. Perché il Pd non traina più, non aggrega e non riesce proporsi come il laboratorio che fu Frosinone solo quale votazione fa quando issò Memmo Marzi in municipio, Francesco De Angelis in Europa, Francesco Scalia in Regione.

Fabio Melilli dice «Alle prossime Regionali non abbiamo il problema della coalizione ma dell’insufficienza della coalizione». Chi se n’è andato ha lasciato il vuoto. Inutile girarci intorno: i voti mancano. «A Rieti abbiamo perso anche se c’è stato lo sforzo di tenere insieme un campo largo».

La gente non si sente più rappresentata, i Partiti hanno perso la loro funzione. «Alcune elezioni sono state vinte con la scelta di civicità, che vincono con schieramenti e liste non lontanissime da noi alle quali dobbiamo guardare in uno scenario che vede la destra rinforzarsi».

Il Segretario guarda al futuro. «Dobbiamo capire come costruire una coalizione larga». In questo senso va la riforma della legge elettorale regionale con l’abolizione del ‘listino’, «che io considero una forma di diminutio nel rapporto tra eletto ed elettore» ha aggiunto Melilli, riferendosi alla bozza che la Commissione presieduta da Mario Abbruzzese ha mandato ai Consiglieri della Commissione Affari Istituzionali. (leggi qui Ecco l’intesa per riformare la Legge Elettorale in Regione’).

Melilli è preoccupato «perché noi non siamo sufficienti, abbiamo guardato a esperienze civiche per allargare il campo. Una legge elettorale senza abolizione del listino potrebbe ridurre gli spazi, perché dobbiamo costruire una o più liste civiche, guardando a un mondo che sta al centro. Indubbiamente, lì c’è uno spazio che ci consente di allargare il campo. Noi siamo la sintesi. Senza Pd il centrosinistra non c’è, il resto è velleitarismo di qualcuno – ha concluso Melilli – Dobbiamo avere la capacità di difendere le ragioni del Partito».

 

PARLA ZINGARETTI
L’intervento più atteso è quello di Nicola Zingaretti.

Mette subito in chiaro il suo pensiero orlandiano: includere, aggregare. Distante anni luce dal renzismo che ha allontanato. «Io credo – dice Zingaretti – che anche a livello nazionale il Pd è più forte se capisce che tutto ciò che non è Pd può essere un alleato». Al piano di sopra, a Matteo saranno fischiate le orecchie.

La seconda cosa di sinistra detta da Zingaretti è che bisogna smetterla con i leader. Si deve tornare ai Partiti, superare la stagione dell’Io per tornare al Noi. «Io penso di essere l’unico presidente della Regione Lazio che non si è costruito partiti, associazioni o simili – ha sottolineato – ma anzi ho lavorato affinché gli eletti nel listino entrassero nel Pd».

Per far smontare le tende a Romano Prodi è stato sufficiente ricordargli che la sua coalizione era composta da decine di sensibilità diverse. Troppo difficile tenerle insieme. Nicola Zingaretti affronta la questione. E dice «Costruire una coalizione larga non è una alternativa a un Pd forte, ma a volte ne è una condizione».

Ecco perché il primo luglio scorso è andato alla manifestazione di Giuliano Pisapia. Zingaretti non c’è andato per preparare il suo passaggio in Campo Progressista. E’ andato a gettare un ponte con una parte che non sta più nel Pd ma ne è complementare. «Io sono andato a piazza Santi Apostoli – ha detto il governatore del Lazio – perché lì c’è un ‘pezzo’ che governa nel Lazio con noi. Questo mette in sicurezza la centralità del nostro partito, e anche il risultato elettorale».

 

ZINGARETTI CANDIDATO

Allargare la maggioranza. Andare oltre lo schema del centrosinistra ‘tradizionale’ che attualmente governa la Regione, a trazione Pd-Mdp, per guardare verso «la parte più moderata» che spesso si organizza in esperienze civiche. Quelle che in più occasioni, non ultima la tornata delle Comunali di poche settimane fa, sono risultate vincenti. Nicola Zingaretti sceglie la direzione regionale del Pd, al Nazareno, per illustrare la strategia che ha in mente per confermarsi alla guida della Regione Lazio alle elezioni del 2018. “Aprire – ha spiegato – la nuova stagione di una alleanza politica e civica“.

Nicola Zingaretti ha chiaro che «le elezioni non si vincono raccontando le cose fatte nel passato. Quello è oggettivo, ma sarebbe sbagliato solo raccontare l’incredibile risanamento della Regione. E’ importante esserne coscienti. La campagna elettorale deve essere improntata al futuro dei cittadini». E’ questo il punto in cui si percepisce che correrà lui per la Regione. Non lo dice, lascia la porta aperta per altri scenari. Perché in questo campeggio c’è un via vai continuo. Rischi di ritrovarti accanto a tende con persone con le quali non ti trovi a tuo agio. Ma un dato non si può negare: oggi Zingaretti parla da candidato. E dice: «Non faremo campagna elettorale su quello che abbiamo fatto».

Allora su cosa vuole puntare? «La gente vorrà sapere nel 2018-23 cosa faremo per migliorare la loro vita. Il bilancio – ha sottolineato il governatore – è importante perché da credibilità alla classe dirigente e orgoglio a un popolo, che può aprire una nuova fase»

Zingaretti punterà su quattro grandi svolte amministrative. La Sanità “con i conti in ordine e le assunzioni“. La competenza, che ha portato «il pareggio di bilancio». E poi il Lavoro di razionalizzazione delle partecipate. E la legalità, con il protocollo collaborativo con l’Authority Anti Corruzione: «Non ci siamo fermati aspettando di leggere sulle agenzie di stampa le brutte notizie»

 

ALLARGARE LA MAGGIORANZA
Zingaretti tocca anche il nervo scoperto indicato da Melilli: la nuova legge elettorale regionale. «Con la legge a turno unico delle Regionali dobbiamo andare verso una ampia capacità coalizionale. Anche oltre l’attuale maggioranza, sia a sinistra che dalla parte più moderata. Dobbiamo guardare a quelle tante forze che vedono nella Regione una capacità di governare».

«Guardano a noi – ha aggiunto – e dobbiamo fare una rete che li accolga. Dobbiamo dare dignità a chi si vuole autorganizzare. Bisogna aprire la nuova stagione di una alleanza politica e civica. Dobbiamo decidere qual è il progetto politico con cui vogliamo andare alle elezioni. E’ il cuore della discussione interna al Partito».

Suona la sveglia, Nicola Zingaretti, chiama alla mobilitazione. « Questo lavoro deve partire da un impegno nei territori e da un gruppo dirigente che si da un obiettivo e poi si parte. O ancoriamo la prospettiva del Lazio a una ipotesi condivisa, o ne subiremo gli effetti in una discussione politica, come è successo in tanti Comuni dove è stato più difficile mettere insieme una coalizione». Non la cita, ma il riferimento è anche a Frosinone ed alla catastrofe delle scorse Comunali.

 

NESSUNA MOZIONE

Nessuna mozione questa sera è stata presentata e votata, come invece era stato prospettato nei giorni passati, in una direzione ‘decimata’ dalle sedute in Parlamento e in Consiglio regionale che hanno tenuto impegnati parecchi membri. Anche per questo, al termine dell’intervento del governatore Nicola Zingaretti la Direzione Regionale del Pd è stata aggiornata.

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