Zingaretti: “Di Maio e Salvini come il Gatto e la Volpe”. Ma chi è Pinocchio?

Il presidente della Regione Lazio e segretario del Pd esterna a margine del concertone del Primo Maggio. Ma adesso il Pd deve davvero cambiare marcia se vuole tornare a competere per il governo del Paese. Avendo il coraggio di dire che negli ultimi anni ha vinto solo ai Parioli.

“In questo momento c’è una canzone che sento molto in sintonia con me e la ascolto tutti i giorni: “Fateme cantà” di Ultimo. Lo stesso messaggio in cui mi riconosco: fateci combattere, fateci essere noi stessi“. Così Nicola Zingaretti, a margine del Concerto del Primo Maggio a Roma.

Un uomo è anche le canzoni che ascolta, gli spunti che ne trae, l’ispirazione pure politica che ne assume. Nicola Zingaretti ha continuato il ragionamento: “La stessa passione l’ho riscontrata nella canzone de Lo Stato Sociale “Una vita in vacanza”: prendeva per il culo l’ossessione dell’apparire contro la necessità di essere delle persone. È importante che la cultura possa esprimere anche ribellione rispetto a modelli di società che ci vogliono imporre”.

Poi il segretario Dem e presidente della Regione Lazio ha piazzato l’affondo. Argomentando: “Di Maio parla tanto e non fa niente. Un governo come il loro che ha il 60% dei voti tra Camera e Senato, dovrebbe chiacchierare meno, non litigare e produrre dei fatti per l’Italia. Invece il bilancio è: tante chiacchiere, troppo litigi e il gioco delle parti. Mi ricordano il Gatto e la Volpe che portavano Pinocchio nel Paese dei Balocchi. Questa storia deve finire. Di Gatto e Volpe ci piacciono quelli di Collodi, chi governa il Paese deve essere più serio”.

Sarebbe interessante sapere chi immagina negli altri ruoli Nicola Zingaretti: chi è Pinocchio, chi Lucignolo, chi Geppetto, chi perfino il tonno. E chi soprattutto la Fata turchina e il Grillo parlante. Ma, restando al Gatto e la Volpe, viene in mente la celebra canzone di Edoardo Bennato. “Quanta fretta, ma dove corri, dove vai. Se ci ascolti per un momento, capirai.
Lui è il gatto, ed io la volpe, siamo in società. Di noi ti puoi fidar. Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai. I migliori, in questo campo siamo noi
”.

L’elettorato italiano è irresistibilmente attratto dal Gatto e la Volpe. Le fluttuazioni di questi ultimi anni non si spiegherebbero. Dalla polvere all’altare e viceversa per molti presidenti del consiglio, ministri e segretari di Partito. Ma perché?

Perché alla fine le cose che vengono dette e promesse hanno le gambe corte. E l’Italia resta ferma, anzi arretra.

Ci si prepara ad una delle manovre economiche più “lacrime e sangue” degli ultimi decenni. Ci sono più di 35 miliardi di euro da trovare. Aumento dell’Iva? Patrimoniale? Tutti e due? Mentre i posti di lavoro non si creano e tra poco tempo sia di Quota 100 che del reddito di cittadinanza verrà presentato il conto agli italiani.

Nicola Zingaretti, però, dica cosa intende fare chiaramente. E con chi? Matteo Salvini sta con i Cinque a Palazzo Chigi e con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni dalle Regioni in giù. Il Pd da solo non po’ farcela, le alleanze vanno fatte.

C’è un elettorato dei Cinque Stelle deluso dalla soggezione psicologica prima che politica nei confronti della Lega. Servono battaglie civili: sull’immigrazione, sulla scuola, sul lavoro, sulle pensioni, sulle diseguaglianze, sulle grandi opere. Serve il coraggio di essere impopolari. Non esiste un’altra strada.

Ma bisogna pure alzare i toni del dibattuto politico. Magari contrapponendo alla teoria dei selfie e alla piattaforma Rousseau il contatto diretto con la gente. Anche prendendosi i fischi all’inizio e spiegando che negli ultimi anni il Pd ha sbagliato su tante cose e che ora non è più il partito che vince solo ai Parioli.