Zingaretti: «Ecco la mia ‘Economia giusta’, 1% del Pil ad asili e scuole»

Su La Repubblica questa mattina Nicola Zingaretti ha spiegato la sua visione dell'economia. Attenzione a scuole ed asili: cioè l'opposto di Lega e M5S che hanno puntato sulle pensioni. Pure sulla Flat Tax posizioni all'opposto.

«Dobbiamo ripartire e, con la passione e il coraggio, riorganizzarci per rifondare il legame identitario con il nostro elettorato partendo da un pensiero nuovo. Un pensiero che nasce da un concetto semplice: ‘Ora prima le persone’, e intorno alle persone costruiamo un nuovo modello di societa’. E’ questa la nostra sfida per il futuro». Lo ha scritto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti candidato alla Segreteria Nazionale del Pd, in un intervento pubblicato questa mattina sul quotidiano ‘La Repubblica’.

In quell’articolo, Zingaretti illustra la sua proposta economica. L’ha chiamata “economia giusta”: meno tasse alle famiglie e l’1% della ricchezza prodotta ogni anno dal Paese, destinata agli asili e alle scuole.

Un chiaro segnale di come il Governatore del Lazio intenda posizionare il Pd sul lato esattamente opposto a quello in cui si trova il governo Lega – M5S, che ha puntato sui pensionati le sue politiche economiche.

 

Più crescita

«L’Italia – spiega su Repubblica il presidente della Regione Lazio – ha bisogno di più crescita, ma soprattutto di una straordinaria iniezione di giustizia. L’economia giusta: una nuova piattaforma che sappia coniugare la crescita con l’equità in un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilita’ ambientale e la qualità della vita delle persone».

«Dobbiamo essere – sottolinea – i piu’ bravi a generare sviluppo economico e i più testardi a garantire l’equità e la sostenibilita’ di quello sviluppo. Produrre e distribuire secondo giustizia esige che i risultati della crescita vadano a beneficio di tutti i membri della comunità»

«Se molti rimangono esclusi – aggiunge Zingaretti – la crescita non serve il bene comune. Per farlo dobbiamo ricostruire il tessuto produttivo e sociale del Paese, operare nei luoghi del disagio, investire nel capitale umano, nella cultura, nelle reti materiali e immateriali, negli asili, nella scuola e nelle università, negli spazi comuni e nei servizi alle persone, nelle politiche per le imprese per favorire l’aumento del loro tasso di innovazione, di digitalizzazione e di crescita dimensionale delle imprese stesse e per la creazione di nuovo lavoro, puntando ad aumentare in particolare il tasso di occupazione femminile attraverso politiche di genere in tutti i settori produttivi».

 

L’opposto della Flat Tax

Per costruire la giustizia sociale e ridurre la forbice tra ricchi e poveri, Nicola Zingaretti pensa a «due grandi fronti di azione. Il primo: le politiche redistributive. Dobbiamo alleggerire il carico fiscale sui redditi medio-bassi e sulle famiglie con figli minori a carico, che hanno un tasso di poverta’ nettamente piu’ alto della media. È esattamente l’opposto della Flat tax scritta nel Contratto di governo, che regalerebbe meta’ del taglio delle tasse (25 miliardi su 50) al 10% più ricco dei contribuenti».

Anche in questo caso, il governatore si posiziona sul versante opposto a quello del Governo. Sceglie una collocazione nella quale la differenza sia netta.

Il secondo punto. Le «politiche “predistributive”, necessarie per fare ripartire l’ascensore sociale. Penso ad un grande investimento sulle nuove generazioni, nell’ordine di un punto di PIL: dagli asili nido fino alla lotta alla dispersione scolastica – propone Zingaretti – dall’estensione della gratuita’ dei libri di testo a una più generale nuova politica per il diritto alla conoscenza».

«Una dote per i giovani attivabile al compimento dei 18 anni per finanziare un progetto formativo o imprenditoriale. Penso al lavoro, cambiando le cose che non hanno funzionato del Jobs act e attuandone le parti più innovative legate alle politiche attive, e alla previdenza, rendendo flessibile l’età di pensionamento in modo piu’ equo e sostenibile rispetto a quanto propone il governo. La sanità – garantendo effettivamente i Livelli Essenziali di Assistenza in tutto il territorio nazionale – e la casa, occupandoci dei 4 milioni di famiglie che vivono in affitto, spesso in condizioni di grave disagio abitativo».

 

Piegare mercati ed economia

«Il mercato e l’economia – conclude Nicola Zingaretti – diventano gli strumenti e non il fine della politica per attuare questa visione della società. Un modello di sviluppo che si fonda sulla sostenibilità ambientale perché uno sviluppo che risponde solo alle necessità del presente vuol dire compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni».

Il ruolo dell’Europa. Di quell’Unione in molti vorrebbero scardinare. «Non si deve stare in Europa perché costretti, ma perché convinti per questo dobbiamo rifondare l’Europa, non smantellarla, facendola diventare un baluardo per difendere le persone dalla violenza della globalizzazione. Dobbiamo rimetterci rapidamente in piedi. Il PD va rigenerato dalle fondamenta – conclude l’esponente dem – dobbiamo cambiare radicalmente la nostra piattaforma politica e il modo di essere comunita’ politica, la nostra classe dirigente a livello nazionale così come nei territori».