Zingaretti: “Fincantieri ci ha scelto perché abbiamo cambiato il Lazio”

L'operazione Regione Lazio - Fincantieri è il risultato di un Lazio cambiato in meglio. Parola di Nicola Zingaretti. Che mette sul tavolo i numeri. I progetti sostenuti. ed i risultati centrati. L'occasione del Pnrr. Il ruolo delle università. "Abbiamo fatto crescere un ecosistema favorevole alla nuova impresa". Il futuro: "Abbiamo lavorato per rendere il nostro territorio una destinazione più favorevole per chi vuole investire”

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La leggenda vuole sia sceso in campo quando lo hanno informato che i suoi colleghi delle altre Regioni si stavano attivando con una serie di telefonate per perorare la causa dei loro territori. Tra i concorrenti c’era una Motor Valley gonfia di miliardi, progetti ed investitori. Vero o falso che sia, Nicola Zingaretti non ha sollevato il telefono: è andato di persona. Mettendo sul tavolo il nuovo Lazio costruito in questi anni. Con il più grande consorzio industriale d’Italia, la fiscalità di vantaggio dietro l’angolo, le Camere di Commercio snellite, le procedure semplificate, i tempi di pagamento abbattuti, i poli di ricerca universitaria pieni di brevetti sviluppati in house. Ed una vitalità imprenditoriale certificata ad ogni trimestre dai dati di Unioncamere e Movimprese.

È su questo nuovo Lazio che arriverà la gigafactory di Fincantieri: la fabbrica che colloca da subito la regione tra le protagoniste della transizione. Quella che cambierà il volto dell’Automotive. L’operazione con Power4Future di Fincantieri è il simbolo della rinascita e della resilienza del nuovo Lazio. Perché nascerà a Cassino: in uno dei capannoni che Stellantis si sta preparando a lasciare dopo avere deciso la sua radicale riorganizzazione. Nemmeno il tempo per piangere sulle macerie industriali: il nuovo Lazio aggancia al volo il treno della trasformazione.

Nicola Zingaretti ha il sorriso di chi è soddisfatto. E consapevole che ha portato sul territorio uno dei pilastri su cui poggerà il futuro.

Foto: Imagoeconomica
Presidente Zingaretti, la GigaFactory a Cassino è la dimostrazione che il territorio del Lazio è tornato industrialmente attrattivo: tra poco saranno una realtà il Consorzio Industriale Unificato e la Fiscalità di Vantaggio. il presidente di Unindustria Camilli prevede anni di forte sviluppo. Lei cosa si aspetta dal futuro? (leggi qui Camilli: “Abbiamo di fronte anni di grande sviluppo”)


«In questi anni abbiamo cambiato il Lazio e in meglio. I segnali di una maggiore attrattività del Lazio si avvertono da un po’ di tempo. Abbiamo lavorato per rendere il nostro territorio una destinazione più favorevole per chi vuole investire».

Con quali risultati concreti?

«Dal 2018 ad oggi, sono oltre 70 i progetti di investimento in attività produttive o in attività di innovazione che abbiamo sostenuto, spesso recuperando siti dismessi. L’investimento di Fincantieri a Cassino è anche il risultato di questo lavoro, grazie al quale abbiamo oggi la credibilità che ci consente di porci obiettivi ancora più ambiziosi. Il Lazio, ne sono certo, potrà tornare presto ad essere la locomotiva dello sviluppo del Paese, anche grazie ad innovazioni come il Consorzio industriale unico, che sarà il più grande d’Italia. È uno strumento preziosissimo per l’attrazione degli investimenti».

Nicola Zingaretti, (Foto: René Fluger e Alessia Mastropietro )
L’investimento di P4F può essere anche un forte segnale per Stellantis e per le sue strategie di investimento legate alla transizione energetica? (Leggi qui Perché P4F è l’operazione più importante dai tempi di Fiat).

«Certamente sì. La rivoluzione della mobilità sostenibile è già qui. Stellantis, come tutti i grandi player del automotive, guarda all’elettrico in particolare come a un fattore chiave per essere competitiva in un mercato globale dell’auto che sta cambiando a velocità vorticosa».

La Regione Lazio cosa ha fatto per rendere interessante il suo territorio per Stellantis?

«Anche qui la Regione ha fatto passi nella giusta direzione. Nella nuova programmazione 2021-2027, “Automotive e mobilità sostenibile” c’è una nuova area della nostra strategia di specializzazione intelligente. È il documento con cui l’Europa chiede a tutte le regioni di individuare i settori chiave su cui verranno investite le risorse a sostegno delle attività di ricerca e sviluppo. Parliamo di quasi un miliardo nei prossimi 7 anni. Grandi imprese, PMI e organismi della ricerca potranno fare filiera – anche grazie alle risorse della Regione – per sviluppare nuove soluzioni per la mobilità sostenibile».

Tavares dopo la visita a Cassino Plant ha detto che i limiti sono i costi dell’energia e la fiscalità: una risposta può arrivare dall’economia circolare che sta già creando centinaia di nuovi posti? (Leggi qui La mossa di Stellantis che deve far riflettere sul futuro).


«Sia il costo dell’energia, sia il tema della fiscalità sono questioni in primo luogo nazionali. Che però rendono tutte le regioni italiane spesso meno competitive rispetto ad altre destinazioni. Su questo, le risorse e le riforme del PNRR sono un’occasione importantissima, da non sprecare assolutamente, per colmare un divario che – è inutile negarlo – ad oggi esiste. Abbiamo nel Lazio, però, punti di forza specifici che ci consentono di essere molto attrattivi, come dimostra proprio l’investimento di Fincantieri».

Ad esempio?

«Penso ad un sistema della ricerca di primo ordine a livello internazionale, a una qualità del capitale umano davvero elevata e, fatemelo dire, anche ad un’amministrazione capace di ascoltare e di interloquire con il mondo produttivo».

Unicas ha avuto un ruolo centrale
A proposito del sistema della ricerca: un ruolo centrale lo ha avuto l’Università e la sua capacità di fare ricerca e sviluppo. Il sapere legato all’industria potrà essere una delle leve della crescita?

«Innovazione e collaborazione strutturale tra ricerca e industria sono due pilastri su cui si poggia sin dall’inizio della mia esperienza alla guida della regione la nostra politica industriale. Solo nel settennio 2014-2020 abbiamo sostenuto più di 300 progetti collaborativi tra imprese (grandi e piccole), università e centri di ricerca investendo oltre 150 milioni di euro».

«Abbiamo promosso la nascita di infrastrutture di ricerca, in alcuni casi di livello mondiale, come il divertor tokamak test dell’Enea, che a Frascati svilupperà tecnologie fondamentali per la produzione di energia pulita e sicura dalla fusione nucleare e sul quale hanno investito immediatamente anche soggetti industriali di primo livello, come ad esempio Eni. Abbiamo consolidato e fatto crescere un ecosistema favorevole alla nuova impresa innovativa, in molti casi spin-off della ricerca. Oggi il Lazio conta oltre 1600 start up innovative. Erano 49 nel 2013».

«Tutto questo rende oggi possibile fare un altro passo in avanti. E cioè trasformare queste collaborazioni in un legame stabile e strutturato tra ricerca e impresa. Per questo abbiamo con convinzione candidato nel PNRR la proposta delle tre università pubbliche di Roma e di unindustria per un rome technopole, un centro di alta formazione politecnica in cui sia la didattica sia la ricerca siano progettate per rispondere con sempre maggiore efficacia ai bisogni di nuove tecnologie nuove competenze delle nostre imprese».

Uno dei depuratori in funzione nel Lazio
I tempi per il rilascio delle autorizzazioni ambientali, in questo territorio sono sempre stati un tallone d’Achille: la semplificazione amministrativa arriverà mai?

«Anche la semplificazione è un tema che investe non soltanto il livello regionale. Sono in molti casi leggi nazionali e norme comunitarie a prevedere procedure lunghe, complesse. Al punto da essere, in molti casi, disincentivanti. Noi stiamo lavorando per rendere più semplice la vita delle imprese, sia di quelle che sono già nei sul territorio, sia di quelle che intendono investire nel Lazio».

In concreto, con quali strumenti?

«Abbiamo già nel 2020 introdotto gli accordi di insediamento e sviluppo. Si tratta di uno strumento di semplificazione grazie al quale, nel caso di investimenti del valore di almeno 5 milioni, la Regione agisce da interfaccia unica verso l’azienda e convoca conferenze dei servizi dedicate in cui si realizzano tutti i procedimenti autorizzativi relativi all’investimento, anche se in capo ad altre amministrazioni locali, come province e comuni».

«La recente delibera invest in Lazio ha individuato un portafoglio di azioni per attrarre nuovi investimenti produttivi e migliorare la relazione delle grandi imprese con il territorio l’amministrazione. Tra queste iniziative, vi è l’introduzione di un vero e proprio servizio di customer care. È rivolto alle imprese multinazionali: una task Force di specialisti che saranno per le imprese il punto unico di accesso a tutti i servizi della Regione».

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