Il destino del Governo appeso a Nicola Zingaretti

Beppe Grillo è scomparso, Matteo Renzi continua a effettuare giravolte, Giuseppe Conte fa finta di avere la situazione sottocontrollo, Luigi Di Maio non controlla più i gruppi parlamentari. Il segretario nazionale del Pd era il più dubbioso e si è rivelato quello maggiormente affidabile. Ma adesso a decidere se staccare o no la spina sarà solo lui.

È stato il leader più dubbioso sull’alleanza con i Cinque Stelle per sostenere il governo Conte bis. Lo ha fatto per cercare di non spaccare il Pd, andando sulle posizioni di Matteo Renzi. Poi è successo che Matteo Renzi la scissione l’ha fatta qualche settimana dopo, nel giorno del giuramento dei sottosegretari.

Adesso Nicola Zingaretti riflette sul da farsi e potrebbe perfino essere lui a staccare la spina dopo aver dimostrato senso di responsabilità in quantità industriale.

Nicola Zingaretti © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Negli Stati Uniti incontrerà Bill Clinton, uno dei più grandi presidenti Usa che ci siano mai stati. Poi tornerà in Italia e a Bologna, dal 15 al 17 novembre, terrà la tre giorni dal titolo Tutta un’altra Storia. Zingaretti parte da una certezza: non potrà esserci nessuna coalizione di centrosinistra senza il Pd, che al tempo stesso rappresenta l’unica alternativa alla Destra salviniana e meloniana.

Nel frattempo però si deve capire se davvero il Pd può fidarsi di Cinque Stelle e Italia Viva. Il destino del Governo è segnato, sarà soltanto questione di tempo capire se andrà a sbattere da solo o se invece bisognerà assumere iniziative di rottura.

La manovra economica non ha margini veri per prospettive di rilancio e di abbassamento delle tasse, la questione dell’Ilva è di difficile soluzione e l’ipotesi nazionalizzazione riporterebbe il Paese indietro di decenni. Con zero prospettive di riuscita.

Però Nicola Zingaretti è l’unico che continua a stare sul pezzo. Gli altri sono spariti: Beppe Grillo e Matteo Renzi, dopo aver cancellato anni di insulti e di polemiche pur di non andare al voto, nel momento decisivo o si sono defilati (Grillo) o hanno continuato a fare giravolte (Renzi). Luigi Di Maio non controlla più i gruppi parlamentari dei Cinque Stelle e Giuseppe Conte fa finta di avere il polso della situazione, ma in realtà naviga a vista.

Resta Zingaretti. Sarà lui a decidere il destino del Governo e probabilmente della legislatura.