Zingaretti, i cerchi magici e le vecchie e nuove correnti del Pd

Il neo segretario si appresta a disegnare gli assetti del nuovo partito con l’elezione della direzione nazionale. C’è attesa per capire cosa faranno Orfini, Franceschini, Martina e… Renzi. Intanto però sullo sfondo rimane il modello Lazio, con tutti i fedelissimi del Governatore.

Le vecchie “correnti” sono state azzerate con l’elezione a segretario nazionale di Nicola Zingaretti? Oppure no? Lo sapremo presto, con la nomina della Direzione Nazionale del Pd. In quell’occasione si capirà bene l’impostazione che vuole dare il presidente della Regione Lazio. E se i vari Matteo Orfini, Maurizio Martina, Dario Franceschini e tutti gli altri continueranno a mantenere le proprie truppe. Ma soprattutto sarà più chiaro quello che vorrà fare Matteo Renzi. A proposito: il Giglio Magico esiste ancora? Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Lorenzo Guerini non sembrano più un gruppo granitico.

Intanto sembra delinearsi la spina dorsale lungo la quale Zingaretti cercherà di cambiare il Pd mantenendo intatto l’assetto alla Regione Lazio. Perché è stata proprio la vittoria nel Lazio di un anno fa a proiettarlo nelle dinamiche attuali.

L’uomo chiave è Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio e ideologo di Piazza Grande. Il “ponte” a sinistra. Sarà Smeriglio a cercare di allargare il campo della coalizione, non soltanto verso la sinistra più radicale, ma soprattutto nel rapporto con il “civismo”. In questi giorni è sempre più presente sulle varie piazze del Lazio che fino a ieri erano di Zingaretti: lunedì è stato lui ad accogliere il Presidente della Repubblica all’università di Cassino insieme al magnifico rettore.

Il segretario regionale, senatore Bruno Astorre, con Zingaretti ha un legame antico e solido. Braccio destro di Dario Francheschini in AreaDem, ora Astorre sembra pronto ad un ulteriore “salto”, comne riferimento di una vasta area moderata. Nel Pd, ma non solo.

Poi c’è Daniele Leodori, presidente del consiglio regionale, uomo che preferisce non farsi notare. Ma è lui a tessere molte tele. Soprattutto, tra i fedelissimi di Zingaretti c’è il capogruppo regionale Mauro Buschini, sempre più lanciato in un ruolo politico. È stato lui a tessere le relazioni che hanno reso meno zoppa l’anatra in Consiglio Regionale, lui ha cucito l’accordo sul Bilancio, è stato l’uomo di manovra politica nella costruzione del canale di collaborazione con il Movimento 5 Stelle in aula.

Sul piano nazionale Zingaretti agirà su vasta scala, ma sa che nel Lazio altri porteranno avanti il suo modello politico. Fino alle elezioni per Camera e Senato, quando il segretario nazionale del Pd non potrà non candidarsi. Non sembrano però dietro l’angolo.