Zingaretti, la sponda di Grillo, i dubbi di Di Maio e l’azzardo della Lombardi

Il leader del Partito Democratico accelera per l’intesa con i pentastellati, specialmente nel Lazio, dove c’è il nodo della presidenza del consiglio di Mauro Buschini. Ma è davvero questa la strada giusta?

«L’argomento non è all’ordine del giorno…» il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini schiva così la domanda. Gli viene posta durante i saluti d’apertura della Settimana della Sicurezza Alimentare, in corso nell’abbazia di Fossanova. La domanda era “Presidente, nella prossima edizione della Settimana ritiene che potrà portare ancora i saluti della Regione oppure ci sarà un presidente più… luminoso, più a Cinque Stelle?

© Imagoeconomica, Stefano Carofei

Il braccio sinistro di Nicola Zingaretti in Regione Lazio, l’uomo che ha raggiunto il Patto d’Aula grazie al quale si governa senza eccessivi problemi da oltre un anno, schiva e getta il pallone in tribuna. Usando però un’espressione di Luigi Di Maio. Anche quello può essere un segnale.

I fatti sono chiari. Nicola Zingaretti ha trovato la sponda di Beppe Grillo, non quella di Luigi Di Maio. Sul tema dell’alleanza stabile e sistematica tra Partito Democratico e Movimento Cinque. In sede di  direzione dei Democrat chiederà il via libera, ma sa già che i renziani rimasti nel Partito e Matteo Orfini sono contrari.

Una situazione paradossale, nella quale i due partiti sono divisi. Grillo è favorevole all’intesa, Di Maio no. In una simile condizioni ogni forzatura appare come un azzardo. Perfino quella di aprire ai Cinque Stelle nel Lazio, magari prendendo in considerazione l’idea di mettere sul tavolo la presidenza del consiglio regionale. Per un patto con l’area penta stellata che si riconosce nelle posizioni di Roberta Lombardi.

Mauro Buschini e Nicola Zingaretti

Mauro Buschini, attuale presidente del consiglio regionale, ha scelto il silenzio. Da fedelissimo di Zingaretti, non  farà dichiarazioni dirompenti. Uno scenario del genere però avrebbe senso soltanto nel caso di un’intesa totale, sull’intero territorio nazionale, tra l’intero Partito Democratico e l’intero Movimento Cinque Stelle. Così non è e le tensioni delle ultime ore lo dimostrano.

Nonostante tutto, Nicola Zingaretti appare intenzionato ad accelerare. Ad agosto si è ritrovato improvvisamente dal primo tratto della lunga traversata nel deserto per arrivare alla terra promessa di Piazza Grande… al governo del Paese. E’ stato spinto da Matteo Renzi, che poi è andato via consumando la scissione.

Ora il segretario vuole una piattaforma stabile. Naturalmente non si fida di Renzi e la cerca in un accordo con i Cinque Stelle. Partendo dal Lazio, magari chiedendo sacrifici ai fedelissimi. Ma è sicuro che sia davvero questa la strada giusta?