Zingaretti, la Toscana, le Sardine e l’alleanza che non c’è

Il segretario del Pd sta provando in ogni modo a tenere la linea del fronte, ma in Toscana il rischio di perdere è alto. E non serve a nulla provare a minimizzare. Il problema del Pd è semplice: i pentastellati non fanno fronte comune contro la destra. E in questo modo si continua a perdere.

Vedo che finalmente il cantiere delle riforme si è riaperto e il nostro è un Sì per combattere. In democrazia bisogna combattere. Vogliamo un Sì per combattere e per cambiare. Non credo che sia in gioco la democrazia, anche perché lo abbiamo scritto nel programma ad agosto 2019, un anno fa, e stavano tutti zitti quando lo abbiamo scritto. Certo, il Sì è l’inizio per cambiare e per fare le riforme”. Nicola Zingaretti lo ha detto durante il suo continuo rimbalzare tra Toscana e Campania: a margine di un incontro a Salerno nel quale ha sostenuto il Governatore Vincenzo De Luca.

Un Sì al referendum quindi per iniziare la stagione delle riforme. Vuol dire che l’intenzione è quella di restare al Governo del Paese, qualunque sia il risultato dell’election day e delle Regionali. Poi Zingaretti ha aggiunto che è importante convogliare le forze contro i candidati della destra, intendendo per destra la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Regionali? Saranno una sorpresa

Nicola Zingaretti durante la diretta su SkyTg24

Nicola Zingaretti non ha dubbi. E lo mette in chiaro. “Siamo l’unica alternativa per non far vincere Salvini e Meloni, per non far vincere le destre, ci dobbiamo mettere pancia a terra e lavorare, ci sono alleanze molto competitive“. Lo ha detto questa mattina intervendo a Start su SkyTg24, parlando delle prossime regionali. Garantendo che “Il tema è ora unirsi e vincere, il risultato sarà una sorpresa per tutti”.

Il futuro del Governo non è in discussione “Penso che il governo andrà avanti” dopo il voto regionale “ma è anche stupido dire, quando votano milioni di italiani, che quel voto non conterà nulla, per questo dobbiamo aprire un dibattito, e per questo dobbiamo vincere“. (Leggi qui L’agguato sventato a Zingaretti ed il regalo di Salvini).

Parla l’agenda della Toscana

Ma sarà proprio così, nel senso che il Governo reggerà l’urto anche di un eventuale 1-5? Perfino della sconfitta in Toscana. Perché in Toscana tutti i big del Pd sono stati precettati, si è chiesto il soccorso in extremis delle Sardine.

ENRICO ROSSI. FOTO © PAOLO LO DEBOLE / IMAGOECONOMICA

Alessandro De Angelis sull’Huffington Post ha scritto: “L’agenda, parla l’agenda. Sassoli, Gualtieri, Orlando, Bonaccini,  Cuperlo, Zingaretti il 17. Il giorno prima che la destra salirà sul palco a Firenze per la sua chiusura “nazionale” di questa campagna elettorale: Salvini, Meloni, nel cuore di una regione dove, fino a poco tempo, erano ospiti non graditi. Adesso contendibile.

Ecco, è la Toscana l’Ohio italiano, come lo fu l’Emilia a gennaio, nuovo stress test per tutti, per il governo, per il Pd, anche per chi lo nega: “Ma è evidente – dice il governatore uscente Enrico Rossiche le elezioni qui hanno ripercussione sul quadro politico. Ma come si fa a dire comunque vada, non succede niente? A parte che è un messaggio che non motiva, poi è lunare, è come se la Spd perdesse la Renania Westfalia, un terremoto”.

A proposito, le Sardine, arrivano anche loro in extremis, una specie di soccorso rosso, proprio sabato prossimo a Cascina, la trincea rossa espugnata proprio dalla Ceccardi, la candidata del centrodestra alla Regione, ai tempi in cui si presentava in versione pasionaria: spray al peperoncino in mano, al grido di caccia all’immigrato, magliette di quelle che piacciono tanto a Salvini: “Prima hanno fatto i danni –  si sono detti i “ragazzi” delle Sardine – con un candidato che non tira, ora ci chiamano a salvare il salvabile”.

La Toscana non è l’Emilia

EUGENIO GIANI E SUSANNA CECCARDI. FOTO © PAOLO LO DEBOLE / IMAGOECONOMICA

Le differenze con l’Emilia Romagna sono evidenti. Lì c’era la consapevolezza dell’importanza strategica della Regione. In Toscana si quasi nega. In Emilia le Sardine sono state presenti dall’inizio, qui arrivano in extremis. Come un totem. E Stefano Bonaccini è sicuramente più carismatico e radicato di Eugenio Giani. Inoltre Matteo Salvini, diversamente dall’Emilia, ha lasciato tutto lo spazio alla candidata presidente.

Verrà il giorno in cui il Pd finalmente guarderà in faccia la realtà, scoprendo che in realtà quello che non funziona è che l’alleanza con i Cinque Stelle non esiste e non funziona.