Zingaretti lancia le Primarie per scegliere il suo erede

La lunga intervista di Nicola Zingaretti al direttore de Il Messaggero. Nella quale ha lanciato le Primarie per scegliere il suo successore. Ed il campo largo. Il modello Lazio. La legge elettorale da rivedere. Le opere avviate ed il buon governo per il prossimo anno. Il Si di Astorre e Buschini

La svolta arriva da via del Tritone: nella storica sede del quotidiano Il Messaggero il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha risposto alle domande del direttore Massimo Martinelli. Confermando le anticipazioni di Alessioporcu.it: in vista delle regionali del 2023 nel Lazio «bisogna fare le primarie. Ci troviamo alla fine di un decennio che possiamo chiudere dicendo alle persone che abbiamo fatto il nostro dovere, perché non abbiamo risolto tutti i problemi del Lazio ma lo abbiamo portato alla riscossa».

Primarie e Campo Largo, molto largo. È la linea che Nicola Zingaretti aveva teorizzato già quando era Segretario nazionale del Partito Democratico. La formula è la stessa che oggi il Lazio esprime, unico in Italia, nella sua giunta: dal Pd a Italia Viva passando per Azione ed il Movimento 5 Stelle.

«Su una scelta così importante dobbiamo costruire un campo il più largo possibile sia nella rappresentanza dei Partiti che delle forze sociali, e poi si decidono insieme programmi e persone con un grande bagno popolare. La nostra comunità ora si aspetta questo da noi: chiudere una fase alla grande senza perdere un instante, e costruire un percorso che renda tutti protagonisti».

L’ultimo periodo di governo

Nicola Zingaretti

Ora però, ha sottolineato Nicola Zingaretti «noi dobbiamo innanzitutto governare bene, perché manca un anno e mezzo. Io non mi potrò ricandidare, ma se abbiamo rivinto è perché abbiamo ridimostrato di essere quella parte della politica molto proiettata a fare il proprio dovere».

«A questo campo di forze dico intanto che ancora abbiamo un anno e qualche mese di tempo per fare bene, e questa deve essere l’ossessione positiva di tutti per rispetto dei cittadini e perché ci sono tante cose da fare, a partire dai problemi post-Covid».

C’è il tema delle grandi opere avviate. Il Governatore rivela che la regione Lazio confida «entro il 3 agosto di concludere la fase degli espropri e quindi permettere all’Anas di avviare le procedure per le gare per rifare la Pontina come autostrada, sapendo che il finanziamento è stato deliberato dal Cipe su un progetto che quindi dobbiamo seguire».

«I problemi della Roma-Lido sono scritti nella storia di un passato di fallimenti di Atac, non è che è successo per caso. Per questo la Regione l’ha ripresa in gestione e tra qualche mese entreremo. Noi abbiamo già comprato i treni nuovi e stiamo investendo, rifaremo tutte le stazioni con cantieri aperti fino all’obiettivo. Ci vorrà un anno e mezzo per avere una corsa ogni 6 minuti, ma la svolta è già iniziata».

Il si di Astorre e Buschini

Nicola Zingaretti con Mauro Buschini (Foto: Giornalisti Indipendenti / Ciociaria Oggi)

«Sono d’accordo con il presidente Nicola Zingaretti. Continuiamo a lavorare, e bene come fatto fin qui, per questo ultimo anno e mezzo di legislatura, poi lasciamo la scelta del candidato Presidente alle persone attraverso lo strumento delle primarie. Campo largo, come l’attuale maggioranza in Regione, e primarie. Questa è la strada». Non ha dubbi il Segretario Regionale Bruno Astorre.

In piena sintonia Mauro Buschini, coordinatore della maggioranza di centrosinistra alla Pisana. «Sono d’accordo con il presidente Nicola Zingaretti rispetto agli impegni dei prossimi mesi in Regione Lazio: continuare a governare bene, ampliare il più possibile la nostra coalizione ed indire le primarie per le scelte del 2023».

Per Mauro Buschini «Le parole di Zingaretti sono coerenti con l’impostazione di questi anni, che ha prodotto risultati tangibili per la nostra Regione» ha aggiunto Buschini. «Ha ragione, inoltre, quando afferma che il nostro popolo si aspetta questa impostazione e questo impegno, affinché il cambiamento non si fermi e la nostra regione non faccia passi indietro. Primarie e campo largo, dunque, in una alleanza che coinvolga partiti, movimenti ed il civismo che guarda a noi con grande interesse».

Alleanza e legge elettorale: Modello Lazio

Nicola Zingaretti con Roberta Lombardi e Valentina Corrado (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Nicola Zingaretti guarda già oltre. Torna alla prospettiva nazionale. Punta il dito contro l’attuale legge elettorale, frutto di un pessimo compromesso. «Io credo – ha detto il governatore – che la legge elettorale andrebbe cambiata. In quattro anni in Italia abbiamo avuto tre Governi, per tanti motivi diversi ma anche perché abbiamo una pessima legge elettorale».

La Regione Lazio in questo senso è stato un continuo laboratorio: sia per l’alleanza e sia per il metodo di governo. Nel corso dell’intervista Zingaretti ha evidenziato che «La Regione Lazio, che fa parlare bene di sé, è governata da un campo largo che addirittura vede protagonisti Calenda, Renzi, il M5S e il Pd, ma siamo uniti sulle cose da fare. Se c’è il maggioritario è fin troppo banale dire che a livello nazionale abbiamo bisogno di un’allanza che sia la più larga possibile». È il nocciolo del ragionamento: la differenza tra un’alleanza per vincere le elezioni ed un’alleanza per governare il Paese.

Con il Maggioritario è fisiologico fare un’alleanza mentre con il Proporzionale l’alleanza si fa sui progetti. «Quello che ora bisogna fare per non essere costretti, ma convinti a fare quest’alleanza, è capire qual è la nostra visione del futuro dell’Italia, quali sono le opzioni di una possibile coalizione e poi intorno a questa coalizione costruire aggregazione».

Campi larghi

Nicola Zingaretti

«Il campo largo come lo intendo io – ha sottolineato Zingarettinon è però solo rivolto ai Partiti, ma è fatto anche di forze civiche, di personalità, di movimenti, di tanti corpi sociali che sicuramente sono disponibili. Lo abbiamo già visto nei Comuni e nelle Regioni. Serve a dare una mano per costruire un’idea diversa di Paese. Almeno finché ci sarà il maggioritario, costruire un campo largo è un atto di coerenza, perché non farlo vuol dire non avere una proposta di governo ed è un imbroglio, perché si presuppone che dal giorno dopo ognuno fa come gli pare. È una questione di coerenza e lealtà nei confronti dei cittadini».

Cosa c’è nel futuro del Governatore? Qualcuno ipotizza il suo ritorno a Bruxelles. Lui non mette le mani avanti. «Io europarlamentare? Non sopporto i politici che quando prendono un incarico già pensano a quello che dovranno fare dopo. Finito l’incarico, vedremo: facciamo bene il nostro lavoro, poi quello che farò lo decideremo insieme».