La sfida inevitabile tra Zingaretti e Meloni

Il segretario del Pd e la leader di Fratelli d’Italia avrebbero potuto duellare per il Campidoglio. Ma nessuno vuole correre il rischio di “bruciarsi”. E allora tutto rimandato nella corsa a Palazzo Chigi.

I loro nomi vengono avanzati per la candidatura a sindaco di Roma. I nomi del segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti (presidente della Regione Lazio) e di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Nella primavera prossima la Capitale sarà l’ombelico del mondo della politica nazionale e perfino europea sotto molti punti di vista.

Roma viene da tre mandati caratterizzati da Gianni Alemanno, Ignazio Marino e Virginia Raggi. Vicende molto diverse tra loro, ma accomunate da una serie infinita di difficoltà e fallimenti, politici e amministrativi.

Idea Zingaretti

Il cardinale Richelieu dei Democrat Goffredo Bettini è stato il primo a pensare all’ipotesi di Nicola Zingaretti candidato sindaco di Roma. Ma risale ai mesi scorsi, prima che l’election day incoronasse “Zinga” come il grande vincitore. Il centrosinistra non riesce a trovare un candidato ed ha dovuto incassare il “gran rifiuto” di tanti big: Enrico Letta e David Sassoli su tutti.

Rifiuti legittimi per entrambi, considerato il trattamento riservatogli dal Pd: il primo venne pugnalato alla schiena mentre era premier, il secondo venne sgambettato a vantaggio di Ignazio Marino mentre correva alle primarie per diventare sindaco di Roma. Inutile obiettare che quello era il Pd di Matteo Renzi: hanno imparato a non fidarsi.

Nicola Zingaretti un pensierino forse ce l’aveva fatto, ma poi lo scenario è cambiato. In una situazione come quella attuale potrà essere tranquillamente lui il candidato premier del centrosinistra (magari con un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle) quando si andrà al voto nel 2023. Magari dopo aver determinato l’elezione del presidente della Repubblica. E a Roma tutti rischiano di “bruciarsi”. (Leggi qui Zingaretti parla al posto di Conte: “È tempo di unirci”).

Idea Meloni

Giorgia Meloni a Roma probabilmente vincerebbe facendo il minimo sindacale di campagna elettorale: è popolare, radicata, stimata, autorevole. Però, da politica navigata, sa che quella vittoria significherebbe la fine delle strategie per ambire a qualcosa di più importante: la candidatura a premier del Paese, sostenuta da un centrodestra nel quale la Lega arranca e Forza Italia non può andare oltre la nicchia. Inoltre, la recente nomina a leader dei Conservatori europei attribuisce alla Meloni un peso politico importante anche a Bruxelles.

Una situazione complicata da affrontare, perché la vittoria o la sconfitta alle comunali di Roma determinerà diversi riflessi. Nel centrodestra, nel centrosinistra, nei Cinque Stelle, nel Partito Democratico, in Fratelli d’Italia. Anche Giorgia Meloni, nel caso di sconfitta in Campidoglio, sarebbe politicamente bruciata.

Ma la sfida Nicola Zingaretti-Giorgia Meloni è soltanto rimandata. Alle politiche, per la corsa a Palazzo Chigi.

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