Zingaretti: «Crisi ed elezioni subito»

Foto: © Imagoeconomica, Benvegnu' Guaitoli

Nicola Zingaretti al Nazareno chiude la possibilità di un governo d'emergenza. Crisi e voto subito. Astorre: "Uniti con il Segretario". Calenda: "Pd finito". De Angelis: "Ora scelte forti e coerenti"

Nicola Zingaretti traccia la rotta. Lo ha fatto in tarda mattinata, parlando al Nazareno, confermando la linea del No a un governo istituzionaleNon è credibile l’ipotesi di un governo per fare la manovra economica e portare poi alle elezioni, sarebbe un regalo a una destra pericolosa che tutti vogliono fermare». Ha sostenuto che sarebbe un regalo a Matteo Salvini: gli conferirebbe uno spazio ancora più grande, aggravando la deriva plebiscitaria.

Nicola Zingaretti ha lanciato poi «un appello all’unità del Pd: di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia sarebbe sbagliato dividerci e regalare l’Italia alla destra». Matteo renzi però pare avere imboccato una strada senza ritorno. Nonostante questo il segretario nazionale dice «Ci saranno i luoghi previsti dalle nostre regole per discutere le scelte da fare», perché serve «uno spirito unitario per discutere sulle scelte migliori da fare».

Astorre, Pd si riconosca nel Segretario

Sul da fare non ha dubbi il segretario regionale Bruno Astorre. Uomo di Dario Franceschini è stato protagonista nel Lazio della scalata di Nicola Zingaretti alla Segreteria Nazionale. E anche in queste ore concitate si schiera con il Segretario.

Bruno Astorre – Foto © Imagoeconomica

«Io credo che questo sia il momento di stringersi attorno al Segretario e alla Direzione nazionale, che, oltre ad aver sancito appena un mese fa la linea del Partito (ovvero nessun accordo con il Movimento 5 Stelle), sarà chiamata nuovamente a esprimersi, a breve, sulla strada da intraprendere». Bruno Astorre è senatore uscente, conosce benissimo i rischi e le insidie del momento. Ma la sua visione è nitida: «un precario e fragile accordo con i 5stelle mi sembra più una scelta di corto respiro».

Lascia aperta una strada, piccola quanto un sentiero di montagna. «Diverso sarebbe un governo di legislatura, ma le diversità di visioni e di valori lo rendono, secondo me, difficilissimo se non impossibile». 

Proprio per non precipitare nel baratro, Bruno Astorre chiede unità agli iscritti ed ai militanti.Cita Walter Veltroni edice che «è arrivato il tempo di contrapporre alla Lega un modo alternativo di intendere la politica e la società, la capacità umile di ritrovare il popolo». Evidenzia che occorre coraggio per salvare l’economia del paese. Per questo sollecita «un PD unito che si riconosca nelle scelte della sua Direzione e del suo Segretario».

Calenda, il Pd è finito

Quella di Bruno Astorre è una risposta alla visione catastrofica fornita oggi dall’ex ministro Carlo Calenda. Secondo il quale «Il Pd è finito. Così com’è, è finito sicuramente». Lo ha detto intervenendo a Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital.

Calenda guarda oltre. E dice che il Partito poi può decidere «di andare oltre sé stesso, rilanciarsi, ricostruirsi in qualcosa di diverso».

Carlo Calenda

Vede due Pd: quello che fa rferimento a Matteo Renzi ha i gruppi parlamentari, quello che fa riferimento ai non renziani ha il Partito. Una rappresentazione che è diventata plastica nel corso dell’ultima Direzione Nazionale. Nel corso della quale Carlo Calenda ha ricordato di avere «proposto di creare una segreteria politica in cui la gente si guarda in faccia e prende una decisione comune. I primi a non volerlo sono stati i renziani. Renzi non si siede con nessuno, non prende la telefonata di nessuno e non discute con nessuno. Questa è la verità».

Calenda non ha paura di pronunciare la parola ‘scissione’. «La scissione nel Pd già c’è. Ormai è un dato di fatto. Renzi ha fatto un’intervista, non solo facendo zompare per aria il Pd ma anche facendolo diventare argomento di conversazione al posto della crisi di governo. Il tutto senza fare una telefonata a nessuno. E questo aveva detto che avrebbe fatto il senatore semplice e che non avrebbe parlato per due anni… pensa se parlava».

De Angelis, Tocca al Pd creare l’alternativa
FRANCESCO DE ANGELIS Foto: © Imagoeconomica

È il momento «delle scelte forti e coerenti» per Francesco De Angelis, già assessore regionale del Lazio, ex parlamentare Europeo, oggi presidente delle Aree Industriali del Lazio: l’uomo che ha portato oltre il 90% a Nicola Zingaretti allo scorso Congresso, in provincia di Frosinone. «La linea tracciata da Zingaretti è quella giusta . È tempo di mettere in campo la nostra proposta e il nostro progetto per il Paese».

No ad un accordo con il M5S. Non ora. Perché toglierebbe alla Lega la responsabilità delle sue scelte economiche. Perché darebbe una nuova verginità al Movimento grillino. Esattamente la posizione tracciata ieri da Zingaretti. (leggi qui Con franchezza dico no).

Per questo Francesco De Angelis sostiene che «Il Pd deve al più presto ritrovare la sintonia con il Paese e a nulla servono accordicchi di potere che ci allontanano dai citttadini . Così come non vedo oggi le condizioni politiche per un governo di lungo respiro con una maggioranza chiara ed un programma condiviso».

Questa crisi, per Francesco De Angelis mette in evidenza un elemento incontrovertibile: «La maggioranza gialloverde ha fallito alla prova del governo e la Lega ora fugge davanti ai problemi dell’Italia. Tocca al Pd mettere in campo l’alternativa e raccogliere con coraggio e convinzione la sfida per il governo del Paese».

Lo scenario futuro

È tra le righe che sta la rotta nascosta. Perché nei giorni scorsi in Regione Lazio è stato intessuto un dialogo che lega Pd e M5S? O meglio: con una parte del Movimento, cioè quella che fa riferimento a Roberta Lombardi, la ex capogruppo grillina a Montecitorio isolata in Regione Lazio da Luigi Di Maio.

DANIELE LEODORI NICOLA ZINGARETTI Foto: © Imagoeconomica, Benvegnu’ Guaitoli

Il dialogo, costruito con pazienza dal braccio destro di Zingaretti Daniele Leodori, dal suo braccio diplomatico operativo Mauro Buschini, dalla felpata feluca di Albino Ruberti, guarda a dopo. A dopo la conta elettorale di ottobre. Che rivoluzionerà il Pd. E altrettanto farà al Movimento 5 Stelle. (leggi qui: Il Retroscena. Così la ‘sintonia’ Pd-M5S ha blindato l’Aula della Regione Lazio). Era evidente dalla notte (leggi qui: Regione, spengono la luce alle 4.30: il voto non c’è, l’asse Pd-M5S si).

È per questo che Francesco De Angelis non ha paura del voto. Perché guarda già allo scenario successivo. Che comunque porterà chiarezza. «Anche se consapevole dei pericoli dell’iniziativa messa in campo da Salvini io penso che un governo Pd – 5 Stelle in questo momento non farebbe altro che regalare alla Lega un grande spazio politico ed elettorale. Allora si che sarebbero seri e concreti i rischi di una deriva plebiscitaria e populista. Ecco perché dinanzi a questo quadro come dice Zingaretti è meglio andare a votare. Il Pd non deve avere paura del voto ma chiamare tutti alla mobilitazione».

Buschini: Così è difficile
Mauro Buschini a Vallerotonda

Terminata la sua missione, Mauro Buschini non rilascia dichiarazioni. Ma nelle ore scorse, mentre partecipava alla manifestazione “Tra i vicoli di Valori” a Vallerotonda ha detto a chi lo accompagnava «Così è difficile». Ha spiegato che il Pd si sta avviando ad una situazione paradossale: «Ma ve la immaginate la delegazione che va alle Consultazioni con il Capo dello Stato? Il Segretario dice ‘Per me bisogna andare immediatamente al voto’, il capogruppo al Senato dice ‘Per me non si deve andare a votare’, il capogruppo alla Camera dice ‘Per me bisogna trovare una nuova maggioranza’. Il rischio è che il Presidente Mattarella ci prenda per matti. È una situazione che va superata: deve essere fatta chiarezza e deve esserci un Partito forte e unito».

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright