Zingaretti: «Niente contratti bastano i 5 punti. Renzi? Nessuno gli ha risposto»

Foto © Imagoeconomica, Rocco Pettini

Nicola Zingaretti al Messaggero mette in chiaro che il Pd non è subalterno e non va a caccia di poltrone. O il M5S accetta i 5 punti della Direzione o si vota. Renzi lo ha anticipato? "Ma nessuno gli ha risposto, forse non si fidano di lui"

È il Nicola Zingaretti che non ti aspetti. Quello convinto, pragmatico, d’acciaio: l’esatto contrario dell’eterno indeciso che gli hanno rimproverato di essere. È un Nicola Zingaretti che parla da Segretario del principale Partito della sinistra europea, detta una linea precisa, indica confini invalicabili. Lo fa rispondendo a Simone Canettieri su Il Messaggero in edicola questa mattina.

Due passaggi su tutti. Il ruolo del Pd: il secondo Partito per consensi in Italia un anno fa. Nicola Zingaretti mette in chiaro che o il M5S accetta i 5 punti per iniziare a trattare (leggi qui Cinque condizioni per i Cinque Stelle: o così o si va al voto) «o fa saltare il banco e se ne prende la responsabilità. Ma almeno così è chiaro che da parte nostra, come Pd, non c’è alcun tipo di subalternità». 

Luigi Di Maio: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Non ci sono margini per un Conte-bis, proprio in virtù di quei cinque punti. Perché «Non si può dire che gli altri, ovvero Salvini, hanno sbagliato, e riprendere a governare come se nulla fosse». E nemmeno ci so spazi per un Nicola Zingaretti al Governo: «Faccio il presidente della Regione Lazio e il segretario del Pd (…) e intendo continuare a fare questo».

Se si dovesse arrivare ad un accordo non ci sarebbe un nuovo contratto, perché i fatti hanno dimostrato che «Il contratto di governo non funziona». Ma sono sufficienti i paletti fissati dal documento approvato ieri all’unanimità dalla Direzione Nazionale del Pd. Proprio perché bastano quelli non c’è alcuna pregiudiziale su Luigi Di Maio ministro nel nuovo esecutivo. Anche se non è pensabile per Zingaretti «far scendere in campo la stessa squadra che ha perso già una partita».

Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Il Segretario non si nasconde dietro ad un dito. E sulla questione Matteo Renzi dice con chiarezza: «La scissione di Renzi è un’eventualità che nemmeno il diretto interessato nasconde, vedremo. Ma io sono il segretario del partito e devo tenere tutti dentro la stesso schema di gioco. E ci stiamo riuscendo bene». Ma su un punto vuole ancora più chiarezza: se è vero che Renzi lo ha anticipato facendo per primo l’apertura al M5S è altrettanto vero che quella proposta «non ha ricevuto alcun tipo di reazione nel M5S (…) perché, credo, che i grillini non si fidino di lui. Sfido a trovare una dichiarazione di un esponente politico che gli abbia detto di sì».

Che reazione avrà il M5S? Zingaretti non si sbilancia. La scuola di Partito gli ha insegnato che sono i fatti a parlare, le parole ed i silenzi ad anticiparli. Ed il M5S da ieri è in silenzio totale.