Zingaretti-Salvini, quelli che si odiano

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Lo scontro tra il segretario del Pd e il Capitano della Lega si fa sempre più duro e sistematico. Saranno loro a sfidarsi per il Governo del Paese, ma alla Regione Lazio non cambierà nulla.

Da mesi la Lega “bombarda” la Regione Lazio. Ogni giorno almeno tre o quattro comunicati firmati da Claudio Durigon, Francesco Zicchieri, Angelo Tripodi e Pasquale Ciacciarelli per attaccare qualunque atto della giunta Zingaretti. Segno che Matteo Salvini, leader del Carroccio, vuole tenere sotto pressione il segretario nazionale del Pd. (leggi qui Zicchieri e Durigon sparano a salve, Zingaretti non molla la Regione).

Zingaretti dal canto suo ricambia volentieri ed esponenti della sua giunta o della maggioranza attaccano la gestione dell’emergenza Covid da parte del Govenatore della Lombardia Attilio Fontana, pupillo politico di Salvini.

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Ma il segretario del Pd è entrato direttamente in rotta di collisione con il Capitano. Prima ha proposto un patto per i giovani, per la “generazione che pagherà più di altri gli effetti del Covid nel campo del lavoro, del debito pubblico che si sta facendo e dell’arretratezza del sistema Paese”. Poi a Fanpage Zingaretti ha detto: “Oggi il tema è non far rialzare la curva. E quindi continuare a dire a tutti, contro gli scellerati che per farsi pubblicità si tolgono la mascherina, che ci sono tre cose semplici ch bisogna fare: mascherina, distanza di sicurezza e igiene delle mani”. 

Un chiaro riferimento al numero uno del Carroccio che, settimana scorsa, impegnato in un convegno in Senato con esperti e virologi, ha negato l’uso della mascherina. L’ex ministro ha anche bocciato il saluto con il gomito, sollevando la peggiore delle polemiche. La Lega ha risposto: “Parla quello dell’aperitivo”. Con altrettanto chiaro riferimento all’aperitivo di Zingaretti a Milano nella fase iniziale della pandemia.

MATTEO SALVINI CON GLI ELETTI NEL LAZIO

È evidente che il duello politico del futuro per il Governo dell’Italia sarà proprio quello tra Nicola Zingaretti e Matteo Salvini, cioè tra Partito Democratico e Lega. Ma questa sfida probabilmente si consumerà a livello nazionale. Perché alla Regione Lazio si andrà al voto soltanto quando lo avrà deciso Zingaretti. Che non ci pensa proprio però. Perché dovrebbe dimettersi anticipatamente? Un elemento sul quale il Carroccio dovrebbe riflettere, perlomeno per non essere logorato dalla produzione industriale di comunicati stampa.