Sei punti di distacco tra Zingaretti e l’elezione

Il sondaggio BidiMedia colloca Nicola Zingaretti al primo posto tra i possibili competitor per la segreteria nazionale Pd. Sei punti tra il Governatore e l'elezione diretta. Il ruolo di Minniti. Ed il trappolone in Assemblea. Il voto utile. Il ruolo del voto popolare

Sei punti appena. La soglia tra Nicola Zingaretti e l’elezione a segretario nazionale del Partito Democratico sta tutta li. A calcolarlo è l’istituto BidiMedia con un sondaggio elaborato a pochi giorni dall’indizione delle Primarie nelle quali scegliere chi guiderà il Pd nei prossimi anni.

Lo Statuto prevede che se ci fosse un candidato con più del 50% di consensi alle Primarie verrebbe eletto automaticamente. Altrimenti la decisione passerebbe all’Assemblea Nazionale.

Nicola Zingaretti è al 44% dice il sondaggio.

 

Le chiavi di lettura

La prima chiave di lettura: il governatore del Lazio è in testa nel sondaggio. Ma se Nicola Zingaretti non recupera quei 6 punti dovrà affrontare l’Assemblea. Lì da settimane gli avversari stanno preparando un vallo come le Forche Caudine nel quale poterlo colpire ed eliminare. (leggi qui Manovra tra Martina e Minniti per affondare Zingaretti).

La candidatura dell’ex ministro Marco Minniti è decisiva, in un senso o nell’altro. Perché il sondaggio lo accredita di un 29% nonostante non abbia ancora sciolto la riserva e quindi non sia ancora ufficialmente in campo per la Segreteria.

Si gioca lì la partita. Ma non solo lì.

Perché nel lotto dei personaggi proposti dal sondaggio manca Maurizio Martina, il segretario uscente. E questo rappresenta un vantaggio per Zingaretti perché Martina toglie voti a Minniti in quanto è appoggiato dell’ex maggioranza Renzi – Orfini: si sono divisi su Minniti e Martina proprio per tentare di tenere Nicola Zingaretti sotto il 50% alle primarie e poi fregarlo ricompattandosi in Assemblea.

 

Molto distacco

Molto distaccati gli altri competitor. Al terzo posto c’è Matteo Richetti: l’ex portavoce della Segreteria di Matteo Renzi si attesa al 14% dei consensi. L’uomo della componente di Michele Emiliano Francesco Boccia, per il sondaggio arriverebbe al 6% non bissando nemmeno la quota che il Governatore della Puglia raggiunse nella scorsa tornata.

C’è poi da considerare il 4% raggiunto da Dario Corallo, il candidato siciliano che propone la rottamazione dei rottamatori che sono nel gruppo dirigente Pd. E c’è il 3% del quale viene accreditato l’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano.

 

I margini

Proprio tenendo conto di questi dati è chiaro che il margine per Nicola Zingaretti c’è: passando per il voto utile (tema sul quale l’elettorato di sinistra è sempre stato sensibile). Ma anche passando per il voto popolare, quello sul quale il Governatore sta puntando, con una campagna basata sull’inclusione e non sull’odio, sulla simpatia e non sulla contrapposizione.

 

Sei punti di distanza non sono un abisso.