Zingaretti incontra il Centrodestra: «Nessun appoggio, ma…»

Nicola Zingaretti ha incontrato le opposizioni di Centrodestra. Secco No di Zicchieri (Lega) che teme il doppio gioco di Forza Italia. Fazzone (FI) dipende dai temi. Parisi (EpI): Mozione di sfiducia. L'analisi di Storace: Zingaretti doveva ballare e invece è lui a condurre le danze

Nessun appoggio a Nicola Zingaretti ma…

In quel ma… c’è tutto ed il suo contrario. È questa la sintesi della giornata di incontri tenuta dal governatore del Lazio con gli esponenti del Centrodestra regionale. Con loro ha cercato una sintonia sui punti chiave dell’agenda per il Lazio dei prossimi cinque anni.

L’altro giorno Nicola Zingaretti ha incassato il patto di non aggressione dal Movimento 5 Stelle: una tregua fino all’estate. Se funziona e raggiunge i risultati concordati insieme al M5S ci sarà una proroga, altrimenti tutti a casa e nuove elezioni. Perché il Governatore ha vinto le elezioni del 4 marzo ma non ha la maggioranza e se nessuno delle minoranze lo appoggia potrà andare avanti per poco. (leggi qui M5S – Zingaretti è tregua per tre mesi: se va male è sfiducia).

Oggi il governatore si è visto con le delegazioni di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Energie per l’Italia. Si va dalla chiusura totale con tanto di porta sbattuta in faccia, alla porta socchiusa, fino alla porta semi aperta.

 

FORZA ITALIA: NIENTE APPOGGIO MA…

Il Coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone  ha detto no all’appoggio alla maggioranza. Però ha chiesto che il controllo delle Commissioni (cioè dove prendono forma le leggi da portare poi in aula per l’approvazione finale) venga condiviso. Il che equivale a governare insieme.

«Noi restiamo all’opposizione, senza accordi, senza inciuci e senza entrare in maggioranza – ha detto Claudio Fazzone – mentre come presidente ha vinto Zingaretti. Spetta a lui governare e a noi rimanere all’opposizione. Saremo attenti al programma di Zingaretti e alle cose che porterà in Aula, ogni 6 mesi o ogni anno. Se ci sono cose che condivideremo e che faranno bene alla crescita del territorio, le voteremo».

La spiegazione sta tutta nell’ultima frase: “Se ci sono cose che condivideremo e che faranno bene alla crescita del territorio, le voteremo”. Significa: se sui testi delle leggi e delle varie decisioni ci mettiamo le mani anche noi, siamo pronti a votarli.

Il Coordinatore Regionale di Forza Italia poi si è lanciato per dare una spallata ad una porta in realtà già aperta. Claudio Fazzone lo ha fatto dicendo «Mi sembra giusto che le minoranze, che in realtà hanno la maggioranza, abbiano anche la maggioranza delle Commissioni per cui possiamo trovare un criterio di assegnazione. Gli organi di indirizzo possono essere condivisi senza una guerra all’ultimo voto sia con il Pd che con le altre opposizioni».

È proprio quello che Nicola Zingaretti ha detto di voler fare, l’altro giorno quando ha presentato la sua nuova Giunta (leggi qui Prima riunione di Giunta: Zingaretti si prepara a governare l’anatra zoppa)

L’appoggio di Forza Italia eventualmente non sarò a buon mercato. Claudio Fazzone in Regione Lazio c’è stato ai tempi di Francesco Storace. Lui era presidente del Consiglio Regionale, prima di spiccare il volo verso il Senato. Sa quali sono i centri vitali e dove si esercitano le decisioni che contano. Proprio per questo ha puntato il dito verso una direzione precisa: «le società commissariate, in cui le opposizioni non hanno rappresentanza. Visto che queste società spesso hanno preso poteri e competenze che sarebbero dovute essere in capo alla Regione stessa, è importante che le opposizioni possano svolgere il loro ruolo di controllo e trasparenza e che quindi sia riportato in queste un vero e proprio controllo democratico».

La traduzione è: vogliamo contare anche nelle società, lì dove si può creare il consenso perchjé intervengono ed agiscono direttamente sui territori.

«Se tutto cio’ avviene – ha concluso il senatore azzurro – se Zingaretti presenterà cose concrete e positive per il territorio non dobbiamo per forza mandarlo a casa».

Quello di Claudio Fazzone è un si mascherato dentro un gigantesco no.

 

 

LA LEGA NON LEGA CON NICOLA

Nel pomeriggio è stato il turno della Lega. Il Coordinatore Regionale Francesco Zicchieri ha annunciato che il suo Partito non è interessato ad Agende da condividere. «Siamo opposizione. Non ci interessano discorsi diversi da questo». Zicchieri vuole tornare al voto: prima di subito. Sente il vento elettorale che gonfia le sue vele. E vista l’agonia di Forza Italia durata tutto lo scorso inverno senza riuscire a trovare un suo candidato, il Coordinatore leghista ha già la soluzione. Dal Carroccio giurano che in cassaforte abbia già il nome dell’eventuale candidato  governatore.

«La Lega sarà all’opposizione. La nostra posizione è chiara. Non vorremmo invece che qualcuno stesse pensando di fare il doppio gioco, appoggiando di fatto un’eventuale giunta di Zingaretti»: più chiaro di così Francesco Zicchieri non poteva essere. Nel confronto con Nicola Zingaretti era accompagnato dal deputato Claudio Durigon.

A chi si riferisce quando parla di ‘doppio gioco’? Lui non lo dice ma è chiaro che nelle dichiarazioni di Claudio Fazzone abbia individuato le impronte digitali di una possibile collaborazione.

«Un comportamento del genere sarebbe intollerabile e irrispettoso nei confronti della volonta’ dei cittadini – hanno dichiarato i due parlamentari leghisiti – Zingaretti non ha la maggioranza per governare la Regione. E’ necessario tornare subito al voto e dare la parola ai cittadini».

 

LA MOZIONE DI SFIDUCIA

La mozione di sfiducia contro il Governatore Nicola Zingaretti non è un’opzione archiviata. Il Centrodestra la tiene ancora sulla scrivania e non esclude di protocollarla il 4 aprile subito dopo l’insediamento della nuova legislatura regionale. Un gesto che avrebbe  valore solo simbolico dal momento che il Movimento 5 Stelle ieri ha ufficializzato la tregua fino all’estate (leggi qui M5S – Zingaretti è tregua per tre mesi: se va male è sfiducia).

Nessuna collaborazione invece arriverà da Stefano Parisi, il candidato governatore dal Centrodestra. Oggi ha incontrato Nicola Zingaretti per un’ora. Al termine ha confermato che la questione della sfiducia in Aula al Consiglio regionale «non è archiviata affatto. Noi abbiamo sempre detto che si guarda al merito delle questioni. Se ci dovesse essere una impossibilità di andare avanti, perché senza la maggioranza è molto difficile andare avanti a meno che non ci sia un radicale cambiamento di programma, sono certo che sarà lo stesso Zingaretti a rendersene conto e a proporre il ritorno alle urne».

 

 

M5S COME VECCHIA POLITICA

La tregua annunciata ieri da Roberta Lombardi al termine del confronto con Nicola Zingaretti cambia le carte sulla tavola del Centrodestra. Senza i voti del M5S  Stefano Parisi non ha la possibilità di vedere approvare il documento che manderebbe tutti a casa e poi di nuovo alle urne.

«Non capisco cosa sarebbe il rodaggio, si discuterà su numeri e questioni. Il linguaggio dei Cinque Stelle spesso è simile a quello della vecchia politica, le ‘convergenze parallele‘» ha detto Parisi.

Lo stesso percorso prospettato ieri ai Cinque Stelle è stato rappresentato in mattinata da Zingaretti al suo ex sfidante. Che però non ne è rimasto impressionato.

«Il presidente Zingaretti ci ha presentato un’agenda di lavoro per una prima fase della consiliatura. L’agenda ha molti buchi perché non c’è niente su lavoro, sicurezza, immigrazione, c’è un piano sulle infrastrutture che non prevede la Roma-Latina, il piano sanitario è assolutamente di brevissimo periodo e non ha uno sviluppo vero e proprio di riconversione dell’offerta sanitaria mentre il tema dei rifiuti è il solito scaricabarile tra Regione e comune di Roma».

 

NESSUNA ENERGIA PER ZINGARETTI

Stefano Parisi in questo momento non rappresenta il leader dell’opposizione in regione Lazio. Al confronto con Zingaretti è andato come leader del suo movimento politico, Energie per l’Italia. Gli altri Partiti del cartello di centrodestra che l’ha sostenuto andranno al confronto con una propria delegazione.

Per quanto riguarda Energie per l’Italia nessuno spiraglio rimane aperto. Il giorno della presentazione della Giunta Nicola Zingraretti ha detto con chiarezza che le urne gli hanno dato il governo ma non una maggioranza e che l’unico modo per andare avanti è trovare in aula i numeri. In che modo? Condividendo tutti i temi chiave della futura Regione Lazio. (leggi qui Prima riunione di Giunta: Zingaretti si prepara a governare l’anatra zoppa)

Per Stefano Parisi «Serve responsabilità e pensiamo sia necessario avere date precise. Mi sembra che il presidente Zingaretti sia consapevole di non avere una maggioranza e stia cercando di avere una condivisione sui punti dell’agenda. Ma quel che propone è in totale continuità con i cinque anni precedenti. Quindi non mi sembra abbia aperto alle nostre linee programmatiche. Ora vediamo quel che succederà quando verrà in Consiglio l’11 aprile. E poi quando mano a mano i provvedimenti arriveranno, a cominciare dal bilancio“.

 

FRATELLI COLTELLI

Sulla stessa lunghezza d’onda di Stefano Parisi è sintonizzata Fratelli d’Italia. No alla collaborazione, si alla mozione di sfiducia con cui proporne la caduta immediata.

Una delegazione dei consiglieri della Regione Lazio di FdI composta da Giancarlo Righini, Fabrizio Ghera e Chiara Colosimo in mattinata ha tenuto le consultazioni con il governatore.

Gli ha annunciato che «presenteremo la mozione di sfiducia nei suoi confronti. Gli abbiamo ufficializzato che questa legislatura non può durare e non intendiamo restare sulla graticola». A farsi portavoce è stato Giancarlo Righini. Al quale Nicola Zingaretti ha illustrato i punti dell’agenda che sottoporrà al Consiglio, assicurando che «valuterà l’ipotesi di dimissioni se mancheranno le condizioni in Aula».

La mozione di sfiducia è un modo per verificare chi sta con chi. Chi appoggia il Governatore e chi gli sta contro. Il vero bersaglio sono i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. Lo spiega Fabrizio Ghera: «é un modo per stanare le opposizioni che oggi sbraitano ma fino a ieri hanno aiutato Zingaretti».

Cosa non va nell’agenda di Zingaretti? Lo spiega il consigliere Chiara Colosimo: «Si può prendere in considerazione l’abolizione dei tetti di spesa per gli esami radiodiagnostici dei malati oncologici? E sul Piano rifiuti, quando si parla di individuazione di zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, di che impianti di tratta? Questi sono solo alcuni dei punti con i quali affronteremo i temi di emergenza regionale. Fdi farà proposte concrete e Zingaretti dimostri si saper governare, altrimenti a casa, la mozione di sfiducia e’ pronta aspetta solo la firma del resto dell’opposizione».

Che in realtà sembra una mezza apertura: facci vedere in aula se vieni incontro alle nostre proposte e poi vediamo se darti i voti.

 

 

ZINGARETTI GIOCA A PALLA CON LE OPPOSIZIONI

Sulle consultazioni è arrivata la stoccata di Francesco Storace. Nelle ore scorse ha detto addio alla Regione. (leggi qui E Storace se ne va: addio alla Regione ed alla politica) Ma dal suo trono de Il Giornale d’Italia non rinuncia a lanciare strali.

«Nicola Zingaretti gioca a palla con le opposizioni nel Lazio. Nel rito delle consultazioni è già riuscito a dividere le forze di minoranza. Sergio Pirozzi e la Lega hanno annunciato che non parteciperanno ad alcun incontro col governatore, aspettandolo al varco in aula. Anzi no, un consigliere della Lega, Cavallari, dice no all’incontro, il segretario regionale, Zicchieri, dice sì. Uno spettacolo».

Francesco Storace mette subito il dito nella piaga: il Centrodestra in Regione non ha un leader unitario, riconosciuto da tutti.  E Nicola Zingaretti si è subito infilato in quelle divisioni, tentando di allargarle. Riuscendo, almeno per il momento, a renderle più evidenti.

«A quanto pare c’è abbondanza di inesperti: ognuno di loro si richiama a Salvini, chissà che ne sa il loro leader. Stefano Parisi e Fratelli d’Italia hanno incontrato stamane il governatore, pur esprimendo critiche su come intende procedere nella legislatura appena aperta. Dalla grillina Lombardi, “consultata” ieri, apertura alla discussione sui punti da affrontare assieme (ma forse è una boutade per evitare che il Pd si metta in mezzo in aula alla Pisana sul vicepresidente del consiglio regionale in quota Cinque stelle, che sono dilaniati nel gruppo consiliare appena eletto)».

Conclude Francesco Storace: Doveva essere Zingaretti a ballare, sarà lui a condurre le danze.