Zingaretti va alla guerra. Con l’elmetto

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Con l’intervista al Corriere della Sera il segretario nazionale del Pd fa capire che si avvicina una stagione all’arma bianca: dopo le regionali in Emilia Romagna ci sarà il congresso. Poi indica Conte come punto di riferimento dei progressisti. E avverte Matteo Renzi.

«Ora la priorità assoluta è non distrarsi dalle elezioni di Emilia Romagna e Calabria. Poi penso ad un congresso che rifletta e adegui non solo i nostri programmi, ma anche la nostra cultura politica, il nostro sistema di valori, la nostra forma di Partito. Ho molte idee in proposito. Penso ad un appuntamento di grande proposta e coinvolgimento oltre che degli iscritti della società italiana. È cambiato tanto nei mesi che ci stanno alle spalle».

Nicola Zingaretti

In un’intervista al Corriere della Sera Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, lancia la volata. Sa che il referendum per scongiurare il taglio dei parlamentari avvicina le elezioni anticipate e allora fa due cose: indica Giuseppe Conte come punto di riferimento dei progressisti, sottraendolo alle fibrillazioni che stanno divorando i Cinque Stelle, e prepara i Democrat ad una stagione “ventre a terra”.

Intanto avverte anche Matteo Renzi e dice: «È Italia viva che deve decidere se stare o meno dentro la prospettiva del campo progressista. Nel Paese si sta riaffermando uno schema bipolare. Lo stesso straordinario movimento delle sardine, con la sua semplicità così intensa, ha scelto da che parte stare. Mi è parso buffo che tanti commentatori abbiano manifestato la loro insoddisfazione per la scarsità di proposte da parte di quelle splendide piazze. I loro ideali, il loro sentimento di fondo, la loro civiltà politica, la loro stessa presenza fisica sono un contenuto che da tempo il campo democratico non riusciva ad esprimere. Il problema, semmai, è come i partiti progressisti saranno in grado di porsi in sintonia con queste ragazze e questi ragazzi, rispettandone la totale autonomia e senza doversene avvantaggiare per fini di parte».

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Sull’opzione di elezioni anticipate è chiarissimo. Rileva: «Dopo la caduta di questo governo, che abbiamo fatto bene a far nascere, sarebbero inevitabili le elezioni. Sono convinto che ci siano tutte le condizioni per andare avanti. Ma ci vuole una comune volontà politica. Fino ad ora abbiamo ottenuto alcuni risultati importanti e la prima missione è compiuta: evitato l’aumento delle tasse e la bancarotta; avviato l’approvazione di una buona manovra di bilancio; garantito più giustizia e investimenti in settori strategici, pur nelle difficili condizioni date. Ora occorre definire meglio le priorità , un piano di azione concordato e di più ampio respiro».

Formalmente dice che il Governo può andare avanti, sostanzialmente sa che dopo l’approvazione definitiva della manovra economica non ci sono più le condizioni per un’alleanza che sta franando. Specialmente sul versante dei Cinque Stelle, dove la scissione appare alle porte.

Dunque Nicola Zingaretti prepara la guerra. Non necessariamente per avere la pace.