Zola: “Al Cosilam subito una spending review”

da L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Presidente Zola, la sua elezione arriva nel pieno di una crisi finanziaria che ha costretto l’ente a varare un piano di risanamento. Qual è la situazione che ha trovato?

«La situazione che ho accertato in questi giorni intensi di lavoro, oggi è il terzo, ci ha portato a convocare subito un incontro informale del nuovo consiglio di amministrazione (cda) in quanto riteniamo lo stato delle cose preoccupante. C’è la necessità di interventi immediati di spending review che, coniugati coi progetti che porteremo avanti, ci consentiranno di traghettare l’ente oltre la crisi, dare risposte alle aziende del territorio e onorare i debiti che ci sono. Ma serve grande determinazione».

Da dove inizierete?

«Abbiamo già fatto una ricerca interna alla struttura delle persone capaci. E ce ne sono. Intendiamo renderle responsabili dei vari settori facendo emergere competenze e meritocrazia. Inutile negare che la struttura è sovradimensionata. E’ un problema annoso che dovrà essere messo sotto la lente. Nell’incontro avuto col cda abbiamo parlato anche della necessità o meno di continuare ad avvalerci della figura del direttore generale ed abbiamo convenuto molto tranquillamente sul fatto che possiamo farne a meno con un risparmio che dobbiamo portare a casa. Ci faremo carico con grande sacrificio del peso del lavoro della struttura del Dg e lo suddivideremo in modo che tutti diano una mano alla presidenza. L’impegno, da qui a dicembre, per riprendere in maniera salda il volante della macchina è notevole ma la determinazione ce la mettiamo tutta. Preferisco sempre usare il pronome “noi” perché solo se c’è questo grande gioco di squadra, come ho detto anche all’assemblea che mi ha onorato del privilegio di affidarmi la carica, si può riuscire a raggiungere gli obiettivi. Da parte mia c’è il compito di trasmettere il senso della squadra e cercherò di farlo nel migliore dei modi, col sistema attuato nella mia azienda, di coinvolgere tutti sugli obiettivi così da remare nella stessa direzione».

Il piano di risanamento che ha trovato sarà sufficiente a rimettere in ordine i conti?

«Il piano di risanamento che sto studiando in questo momento ha alcuni aspetti che rappresentano una strada obbligata, come nel caso del mutuo che comunque, secondo il nostro parere, poteva essere impostato in una forma e sulla base di condizioni migliori. Anche se, lo ripeto, c’è una strada obbligata da percorrere, quel piano di risanamento appare insoddisfacente; dobbiamo metterci con più convinzione».

A cosa si riferisce in particolare?

«Non solo al taglio delle spese ma anche ad un attento esame di tutti i rapporti coi fornitori e di tutti i costi che girano attorno alla struttura. Dobbiamo prendere le voci una ad una per andarle a ridiscutere. Poi c’è da mettere bene in evidenza la parte produttiva dell’ente con i depuratori. Vogliamo fare dei buoni accordi con i nostri utenti senza voler danneggiare né l’economia, né le aziende che devono conferire la materia prima agli impianti, ma andando ad un ragionevole ed equilibrato rapporto fra servizi offerti e livello delle tariffe. Tutto questo può essere migliorato. Poi c’è il nodo del patrimonio che l’Asi di Frosinone deve cedere. Subito dopo il periodo di Ferragosto mi metterò al lavoro per ricercare un accordo che sia molto calibrato e non penalizzi il Cosilam. Bisogna trarre un vantaggio dei servizi che già l’Asi eroga sul nostro territorio. E’ un problema molto serio ma fa parte dell’arricchimento del patrimonio e va trattato con molto impegno e serietà».

Quali sono, allo stato delle cose, le prospettive per i 24 lavoratori alle dipendenze del Cosilam?

«Il personale fa parte del nostro patrimonio, rappresenta il valore stesso dell’ente ed è nel cuore di chi oggi governa il Cosilam. E’ la parte più delicata ed è la parte che tratte remo con la massima coscienza e la massima attenzione, per non causare contraccolpi che penalizzino le famiglie direttamente interessate e anche il territorio. In ogni caso dobbiamo anche, e non da ultimo, salvare l’ente».

Pensate alle esternalizzazioni?

«Quello di esternalizzare, secondo un’analisi tecnica già fatta, è una scelta che porterebbe l’ente ad un utile garantito, con l’occupazione tranquillamente collocata. Ci impegniamo subito alla partenza dell’impianto di Aquino perché dobbiamo dare risposte alle aziende e attivare un’ulteriore attività. Il 26 agosto ci sarà la sentenza definitiva per le gare d’appalto e vorremmo, subito dopo, mettere in campo la sistemazione dell’area industriale e dare risposte ad un importante indotto e ad una grande azienda come Fca che sta portando avanti investimenti seri. Vorremmo essere all’altezza di Fca e stare vicini al tessuto produttivo dell’automotive. Ho constatato, del resto, che aziende molto importanti dell’indotto stanno facendo ampliamenti. A loro vanno i nostri complimenti e auguri».