Dario Facci: «E’ la qualità a fare i giornali e non il mezzo»

Dario Facci

Direttore Responsabile La Provincia Quotidiano

Il dibattito sull’informazione locale, sul suo passato, il suo presente e il suo futuro è assai interessante per gli addetti ai lavori. E’ stata messa molta carne a cuocere e ritengo utile affrontare con ordine gli argomenti avanzati nei vari interventi.

Al limite dell’ingenuità, se mi consentite, la questione se il web sia o meno il futuro: l’informazione multicanale è il presente. Per quanto tempo e in che forma continuerà a esistere la carta stampata è una questione dibattuta a tutti i livelli e ai medesimi livelli ogni previsione finora è risultata troppo imprecisa. Un dato ineludibile è la contrazione delle vendite in edicola anche in questo territorio. Ciò è dovuto, come chiunque segua questi argomenti con assiduità sa bene, da una serie di concause tra le quali per brevità cito solo le più macroscopiche: l’avvento di nuovi veicoli sui quali far viaggiare l’informazione dove l’avanzata della generazione 2.0 (e seguenti) ha giocato un ruolo fondamentale; la crisi economica che ha comportato immediate rinunce e, tra queste, principali sono state quelle ai prodotti non indispensabili quali sono considerati i giornali. Quote/lettore che non torneranno mai più. Il problema, dunque, non è web o non web. Il problema delle aziende editoriali oggi è come affrontare la rapida trasformazione del loro settore.

Occorre chiarire subito che il mutamento del veicolo sul quale viaggia l’informazione, posto che non è vero che l’esigenza della cittadinanza odierna di essere informata sia inferiore rispetto al passato, non ha nulla a che vedere con la qualità del contenuto che su quel veicolo deve viaggiare. In parole povere: che l’informazione viaggi sulla carta, sul digitale terrestre o sul web conta poco se quel che viaggia, i contenuti, sono di scarsa qualità o sono inadatti al target di riferimento. In sostanza la regola numero uno, quella che concorre al successo o meno di qualsiasi mezzo d’informazione giornalistica, non è cambiata e non cambia. Anzi, la complessa strutturazione dell’offerta d’informazione odierna ne rende il soddisfacimento anche più difficile.

Il riferimento nella premessa di Alessio Porcu a un giornale importante per il nostro territorio, qual è stato Ciociaria Oggi, ci soccorre e il ricorso all’esperienza capitalizzata in passato è sempre cosa saggia. Conosco nei particolari la storia di Ciociaria Oggi perché vi sono cresciuto dentro e ho avuto l’onore e l’onere di dirigere quel giornale per diversi anni.

Quando sono stato incaricato della direzione di Ciociaria Oggi, succedendo a Mauro Benedetti che era stato alla guida del giornale per poco più di un anno, ho ricevuto il mandato di veicolare il giornale a quota 6000 copie di vendita media quotidiana. Ciociaria veleggiava da tempo intorno alle 5.500 copie. L’avvento di Benedetti, dopo la guida di Igor Traboni al quale va il grande merito di avere condotto il giornale dopo l’uscita traumatica di un vero totem qual è Umberto Celani, non aveva sortito gli effetti sperati. Non ricordo la quota vendite di Ciociaria Oggi quando ne ho lasciato la direzione, nell’estate del 2008. Essa però non era di certo inferiore, anzi era probabilmente superiore, a un dato sicuro perché ho ritrovato un prospetto dell’editoriale di recente: il 2006 di Ciociaria Oggi chiuse a 8.163 copie di media giornaliera.

Ora, credo sia utile al nostro ragionamento porsi un quesito: l’esigenza di essere informati dei lettori ciociari del 2001 o del 2002 era inferiore a quella dei ciociari del 2008? Perché in quegli anni Ciociaria Oggi ebbe un incremento di vendite del 40% (secondo in Italia per due anni di seguito solo a Libero per incremento di vendite percentuali)? La risposta è: perché l’editoriale mi consentì di apportare continue modifiche, alcune delle quali corrisposero a degli investimenti. Faccio solo due esempi tra i tanti: portare da due a quattro (poi cinque) redattori il comparto sportivo per far fronte all’offensiva della Provincia che proprio dello sport aveva fatto il suo cavallo di battaglia e guadagnava copie; inoltre di realizzare un inserto settimanale sportivo con i resoconti di tutte le categorie calcistiche a partire da quelle giovanili. Realizzare il dorso del giornale dedicato a Cassino, superando le resistenze non trascurabili dei tipografi e della stessa direzione amministrativa del giornale, con la creazione addirittura di un posto da caporedattore effettivo nella redazione cassinate. Designai per quell’incarico l’attuale direttore di Ciociaria Editoriale Oggi, Gianluca Trento, subendone per qualche tempo gli improperi, perché all’inizio non gradiva di dover viaggiare ogni giorno. Ogni mattina ci consultavamo e subito dopo partiva per Cassino. I risultati si videro, in vendite e in raccolta pubblicitaria. Di esempi del genere potrei farne molti ma il succo è sempre lo stesso: la qualità paga e ripaga gli investimenti.

Pagherebbe anche oggi, ha ragione Porcu. E qualità vuol dire soprattutto giornalisti bravi, veri e giustamente retribuiti. Un mezzo d’informazione moderno e di successo (che significa anche successo commerciale), quello che occorre a soddisfare le esigenze dei lettori di oggi, oltre che di ingegneri, grafici e tecnici che servono a confezionare le scatole giuste dove mettere le notizie, caro Pizzuti, ha bisogno di ottimi giornalisti. Di quelli proprio non si può fare a meno. Con le sole “scatole”, per belle e tecnologicamente avanzate che possano essere, non si fanno i giornali. Allora, come ora, conta il contenuto.

Discutiamo, semmai, su cosa significhi essere giornalisti bravi oggi e del perché la “scuola del mestiere” che molti di noi hanno avuto la fortuna di poter seguire in passato (io non finirò mai di ringraziare Umberto Celani) e, a nostra volta, per qualche tempo, abbiamo potuto tramandare ad alcuni, dalle nostre parti abbia drammaticamente arrestato la sua evoluzione. Ma questa è un’altra storia.

LEGGI QUI I PRECEDENTI

Actadiurna_2015L’intervento di Alessio Porcu

Massimo PizzutiL’intervento di Massimo Pizzuti

Sora 24L’intervento di Marco Tari Capone

Silvio FerragutiL’intervento di Silvio Ferraguti

Tiziana CardarelliL’intervento di Tiziana Cardarelli

Actadiurna_2015L’intervento di Alessioporcu.it