di CARLO ALBERTO GUDERIAN
già corrispondente Associated Press da Mosca (URSS)
In apparenza è tutto già scritto. Il 19 marzo prossimo si riunirà a Frosinone il Congresso Provinciale del Partito Democratico: i delegati selezionati con i congressi di circolo tenuti nei giorni scorsi eleggeranno segretario Simone Costanzo per il secondo mandato. Vincerà con il 10% circa di vantaggio su Domenico Alferi.
C’era un tempo nel quale, dopo ogni elezione si procedeva all’analisi del voto. Consentiva di mettere in luce tanti elementi che la freddezza dei numeri non lasciava emergere. Anche in questo caso.
Il primo dato che emerge: a sfidarsi per la segreteria provinciale erano Domenico Alfieri e Simone Costanzo. Ha vinto Costanzo e non ha perso Alfieri.
Il Congresso provinciale del Pd era “straordinario”. Doveva dare una sferzata al Partito in questa provincia. Ma ad essere eletto – in maniera chiara, netta, senza ombra – è Simone Costanzo, cioè il Segretario uscente. O la sferzata non c’è stata, o non c’era bisogno di un congresso ‘straordinario’.
Simone Costanzo è segretario provinciale con il 13,9%: tanto ha riportato la sua lista. Ed è la percentuale più bassa tra i quattro schieramenti messi in campo dai due sfidanti.
L’azionista di maggioranza è Francesco De Angelis, il titolare della lista “Pensare Democratico” che ha preso il 40,5%.
Il Gruppo Scalia S.p.A. ha ottenuto il 45,6%: azionisti senza segretario.
Ha votato circa 85,6% degli aventi diritto, percentuale alta: per ‘pesarla’ bisogna considerare che nella stessa giornata si è registrato a Roma un calo notevole nella partecipazione alle primarie Pd per la scelta del candidato a sindaco.
I dati possono matematici e statistici, come ebbe a dire Konstantin Chernenko, possono dire cose diverse a seconda del punto da dove li si osserva. Ma uno su tutti resta innegabile ed incontrovertibile: l’estremo atto di generosità degli iscritti nel voler confidare ancora una volta nella maturità politica di chi ha tirato le fila.
Quel 86% di iscritti è andato a votare il segretario provinciale Pd confidando in una dirigenza in grado di rimettere al centro il Partito. La vera svolta sarà questa.
Soddisfare le aspettative del popolo del PD grava sui “maggiori azionisti”. È’ questa ora la vera sfida: comporre la squadra giusta uscendo dalle logiche del Risiko, dei contentini, del Manuale Cencelli.
La “Frank & Francy Holding”, ha l’obbligo morale di garantire il futuro del PD in questa provincia, di rilanciare il confronto vero, costruttivo ed edificante, ma soprattutto di non tradire i tanti iscritti che hanno rinnovato la fiducia nel PD attraverso loro o chi per loro.
Il vero dato decisivo verrà fuori dalla composizione degli organismi dirigenti, perché il resto è noto.