«Basta con il tiro al bersaglio sui sindaci: su Acea si vota di testa, non di pancia»

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di GIANPIO SARRACCO
Sindaco di Fontana Liri

Caro direttore,
arriva il momento in cui bisogna avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.

Non si può continuare a sparare indistintamente su tutti i sindaci, avamposto delle istituzioni, già alle prese con ristrettezze di bilancio, tagli di finanziamenti statali, carenze di personale e problematiche di vario tipo.

Se a questo ci si aggiunge il populismo e la demagogia il compito per noi amministratori diventa veramente difficile.

Ma il nostro compito è quello di governare i nostri territori con la testa e non con la pancia: non riesco a concepire come le ultime assemblee dei sindaci mi siano sembrate riunioni da bar. Dove proposte di delibere redatte da dirigenti e professionisti, con tanto di allegati e consulenze lautamente pagate, vengono messe in discussione da emendamenti improvvisati, scritti su un foglio volante.

Si possono contestare i tempi ristretti di convocazione, ma la discussione non può sempre prendere la deriva populista.

Chi voleva votare la delibera della Sto, che penalizzava Acea, veniva additato come venduto. Chi la contestava (con argomenti generici) era il difensore del popolo.

Dimenticando di sottolineare, però, che non votare l’adeguamento delle tariffe è stato un errore che negli anni precedenti è costato ai cittadini 70 milioni di euro e che dunque bisognava a tutti i costi evitarlo.

Invece si sceglie sempre la propaganda politica, per chi scambia le assemblee dei sindaci con le passerelle elettorali.

Quattordici sindaci, tra cui il sottoscritto, hanno votato a favore dell’unica proposta tecnicamente, amministrativamente e giuridicamente sostenibile: quella avanzata dalla STO, che abbassava le richieste dell’Acea, applicava ad essa le sanzioni e ne riduceva di molto le pretese, mantenendo inalterati gli investimenti.

Per questo non voglio essere tacciato di non aver fatto il mio dovere o di non aver avuto il coraggio di prendere decisioni ed assumerne le responsabilità.

E la stampa deve informare i cittadini in modo che sappiano decidere.

Sicuramente la stragrande maggioranza delle persone dirà che l’importante è non averla data vinta ad Acea e dunque va bene anche che non si è votato nulla, basta che non si sono votati gli aumenti.

Quando, invece, è proprio quest’ultima posizione ad aver favorito, per l’ennesima volta, Acea che ora potrà vedere esaudite richieste e tariffe ben più esose per tutti noi.

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