Patrizi «e quei millantatori che danno lezioni di coerenza»

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di GIUSEPPE PATRIZI
Presidente emerito della Provincia di Frosinone

Egregio Direttore,
ho letto con grande interesse, come al solito, i commenti sul suo blog, in particolare quest’oggi quelli sulla “coerenza” decantata da Adriano Piacentini (leggi qui il precedente), amico tra l’altro da tempo, a cui però non posso non replicare.

Non devo difendere Alfredo Pallone, perché si difende da solo, ammesso che ce ne sia bisogno, ma vorrei puntualizzare che la strategia politica dell’amico Alfredo rispecchia coerentemente la linea del suo partito a livello nazionale.

Mi dispiace invece che solo oggi Piacentini rimarchi le ambiguità del suo partito, quando ormai delle scelte incomprensili sono state fatte.

Gli vorrei chiedere cosa ne pensa del soccorso prestato da FI ad un PD letteralmente spaccato all’epoca, cedendo ASI, Provincia, Cosilam…

E come giustifica davanti ai cittadini la scelta di gestire la cosa pubblica, in enti collocati a pochi chilometri di distanza gli uni dagli altri, da una parte con il PD, dall’altra con il centrodestra…

È serio, corretto, “coerente” questo modo di fare o finalizzato alle poltrone? La coerenza caro Piacentini è sempre, non quando fa comodo.

Solo oggi inoltre, con grande stupore, dopo circa due anni, apprendo da un comunicato sul suo blog, caro Direttore, che un personaggio che si definisce leader di Forza Italia, alle ultime provinciali, con la complicità di Nicola Ottaviani, avrebbe preso accordi sostenendo una parte del PD per blindare l’Amministrazione comunale di Frosinone (Leggi qui il precedente) .

Le assicuro Direttore che solo fino a pochi giorni prima il “grande sindaco” e questo “strano ambiguo personaggio” sostenevano una tesi diversa riscontrabile con dati di fatto.

Pertanto non posso accettare che si parli di “incoerenza di altri” quando i primi ad esserlo sono proprio tali millantatori.

Non a caso questo modo di fare ha allontanato da Forza Italia molti veterani, anche fondatori del partito, che certamente non sono abituati alla “transumanza politica” per opportunità.

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