«Troppi sindaci si voltano per non vedere la camorra nelle loro città»

di ARTURO GNESI
Sindaco di Pastena

Caro Direttore
in Regione hanno programmato una settimana di eventi per parlare di mafia e legalità.

Buona l’iniziativa ma rischia di diventare una passerella tanto per far finta di fare qualcosa per poi lasciare tutto come prima.

L’argomento per molti è un tormento, un’autentica spina nel fianco e per evitare di fare incresciosi esami di coscienza girano alla larga, fingono di non sentire e cambiamo discorso.

Non solo i politici ma anche alcuni nostri prefetti hanno impressionato per la loro impreparazione e approssimazione con la quale hanno tentato di sottovalutare e minimizzare il fenomeno.

Nessun dogma è utile per parlare di mafia ma bisogna avere un pensiero libero o un ruolo non soggetto a ricatti per cercare le ragioni sociali e politiche della sua forte e costante presenza sul nostro territorio. In questi anni di vicinanza con l’associazione antimafia Antonino Caponnetto abbiamo proposto il tema della pericolosità e della reale contaminazione istituzionale della mafia ma attorno a noi non abbiamo mai visto i vip della politica, salvo rare eccezioni.

Ecco allora che per evitare inutili proclami, impedire le infiltrazioni mafiose e dare fiducia ai cittadini bisogna mostrare i fatti e darsi regole precise.

I politici e i segretari di partito devono mostrare le prove

1) Quante denunce sono state recapitate in Procura?

2) quanti amministratori hanno denunciato i fatti di corruzione della pubblica amministrazione?

3) Quanti soggetti chiacchierati, coinvolti in indagini della magistratura sono stati isolati o cacciati dai partiti?

4) Finora una parte della politica è stata complice, collusa e compiacente con il sistema clientelare diffuso basato sul voto di scambio, ora ha cambiato mentalità?

5) Possibile che un politico non abbia gli strumenti e i mezzi per abbattere il muro dell’omertà e sottrarsi ai ricatti del mondo economico-finanziario-imprenditoriale?

6) Quanti anni sono passati dall’ultima volta che un segretario di partito è sceso in piazza per denunciare la presenza della camorra nella nostra provincia?

7) Marcello dell’Utri, condannato per mafia, fu accolto trionfalmente in Amministrazione Provinciale e chi mai ha protestato?

8) sul riciclaggio di denaro sporco, sugli investimenti in attività commerciali sul traffico illegale dei rifiuti chi ha sollecitato interventi e fornito elementi utili alle indagini?

9) La provincia ha messo in fuga gli imprenditori e gli industriali solo per colpa delle infrastrutture carenti o perchè esiste sul territorio la tassa occulta delle tangenti?

10) Si va riconoscendo sempre più la debolezza e la vulnerabiltà del sistema degli appalti e dell’affidamento dei servizi ma finora possibile che nessuno si sia accorto di nulla?

Non solo parole ma occorre denunciare i fatti e i personaggi che hanno creato dentro le istituzioni veri e propri comitati d’affari, hanno legalizzato le pratiche tangentizie e hanno indebolito la cultura della legalità.

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