
L’assemblea dei soci di Acqualatina conferma Cinzia Marzoli alla presidenza, respingendo la mozione di sfiducia promossa da sindaci di FI e PD. Decisivi gli equilibri politici interni, il parere legale di Italgas e l’azione strategica del sindaco Armando Cusani.
Un buco nell’acqua. O se preferite, restando sempre in tema di acqua: il siluro lanciato verso la linea di galleggiamento è andato a vuoto. Non ha centrato il bersaglio il colpo lanciato da alcuni sindaci vicini a Forza Italia e al Partito Democratico: puntavano a buttare giù il vertice di Acqualatina S.p.A., l’azienda che gestisce l’acqua e la depurazione in provincia di Latina, la più grande azienda pubblico-privata attiva nel territorio. Nulla di fatto. La dottoressa Cinzia Marzoli resta presidente. E con lei rimane in carica l’attuale consiglio d’amministrazione, rinnovato il 15 aprile 2024.
Sul piano strettamente formale. Durante l’assemblea dei soci è emerso con chiarezza che non c’erano i presupposti per dichiarare decaduta la dottoressa Marzoli. Il suo incarico, frutto di un accordo tra il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini ed il vice segretario nazionale della Lega Claudio Durigon, ha ricevuto una conferma politica.
Ma c’è anche un altro piano dal quale osservare l’assemblea: e da lì è possibile vedere intrighi, colpi sotto la cintura, stilettate alla schiena. Una battaglia politica senza quartiere nella quale il neo dirigente provinciale leghista Armando Cusani è stato abilissimo. Soprattuto a non lasciare impronte digitali.
La Mozione di Sfiducia

All’ordine del giorno dell’assemblea figuravano due punti delicati, il primo dei quali riguardava una mozione di sfiducia presentata da sindaci di Forza Italia (in particolare del sud pontino) e del Partito Democratico (della fascia lepina). Obiettivo della mozione era contestare la legittimità della nomina di Marzoli alla presidenza di Acqualatina. Il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia non manda giù l’affronto politico fatto dagli “alleati” nei mesi scorsi: Lega e Fratelli d’Italia hanno messo su una governance che per la prima volta esclude Forza Italia. E per Fazzone è stato uno smacco inaccettabile. (Leggi qui: Acqualatina, vince l’asse FdI – Lega. E leggi anche: Fazzone sbaglia l’ultima fuga in solitaria nel mare di Acqualatina).
Il pretesto per chiedere la decadenza del presidente? Secondo i promotori, Marzoli non avrebbe potuto partecipare al bando di selezione, poiché, tra gennaio 2023 e aprile 2024, aveva ricoperto i ruoli di amministratrice unica e poi di liquidatrice della “Capo d’Anzio S.p.A.”. È una società pubblica incaricata della gestione del porto turistico di Anzio, fallita per decisione del Tribunale di Velletri. I sindaci contestavano una presunta incompatibilità dovuta alla sovrapposizione degli incarichi.
Incompatibilità respinta

L’assemblea ha bocciato la mozione. Colpo a vuoto grazie a un accordo politico trasversale guidato da Armando Cusani, sindaco di Sperlonga ed ex presidente della Provincia. Era l’enfant prodige di Forza Italia ora è il più cinico avversario dell’attuale governance degli azzurri. Cusani ha avuto una soddisfazione doppia, come Totti che mise la palla in rete su calcio di punizione dopo avere detto ai compagni “Mò je faccio il cucchiaio” e facendo disegnare al pallone una parabola perfetta ed imprendibile. Perché doppia? Perché Cusani il cucchiaio lo ha calciato due volte: oggi ha messo in campo la stessa alleanza che aveva già sostenuto l’approvazione del bilancio 2024-2026. (Leggi qui: Acqualatina, la manovra di Cusani per approvare il Bilancio).
Ma stavolta c’è un protagonista in più. Il tentativo di Forza Italia e del PD di rientrare nella gestione del ciclo idrico è stato respinto anche grazie all’astensione dei rappresentanti di Italgas, socio di minoranza di Acqualatina. E grazie ai sindaci di Fratelli d’Italia e della Lega. L’istanza di decadenza ha ricevuto solo il 25,98% dei voti.
Dietro il voto compatto si è mosso un lavoro diplomatico silenzioso orchestrato da Cusani. Che ha avuto l’abilità di restare nell’ombra e non lasciare impronte digitali sul luogo del delitto. Infatti, nemmeno si è fatto vedere in assemblea: ha delegato la propria presenza al collega di Ventotene, Carmine Caputo. Il fronte a sostegno della presidente si è allargato grazie anche al supporto del neo sindaco di Spigno Saturnia, Marco Vento (FdI) e dei sindaci civici di Roccamassima, Maenza e Sermoneta. Pur non partecipando formalmente alla votazione, questo blocco ha svuotato di forza la mozione. Tra proteste e tensioni, il tentativo di sfiduciare la presidente è fallito.
I pareri legali decisivi

Determinanti sono stati i pareri legali. Quello di Italgas, redatto dal professor Andrea Zoppini, è stato letto integralmente in assemblea dalla stessa presidente Marzoli, provocando reazioni contrastanti. Secondo il documento, Marzoli non ha violato il regolamento, avendo ricoperto il ruolo di liquidatrice per meno di un esercizio e mezzo, a fronte della soglia minima di tre esercizi prevista dal disciplinare.
Il parere legale di Acqualatina sottolineava che, in assenza di contestazioni concrete, una revoca sarebbe stata priva di fondamento e avrebbe potuto esporre l’azienda a responsabilità per danni verso gli amministratori revocati illegittimamente.
Il parere evidenziava anche che nello statuto di Acqualatina non esiste alcuna norma che implichi la decadenza automatica dell’intero consiglio in caso di revoca del presidente. Di conseguenza, la richiesta di rimozione del CdA non aveva basi statutarie. Questo ha rafforzato ulteriormente la posizione della presidente e motivato politicamente Cusani a schierarsi in sua difesa. L’attacco al senatore Fazzone, ex mentore di Cusani, ha avuto toni duri: “È stato inconcepibile che alcuni colleghi sindaci abbiano tentato un golpe contro una società fondamentale per il territorio”.
Verso il 12 Maggio
L’assemblea dei sindaci ha rinviato al 12 maggio il punto relativo alla revoca dell’intero consiglio d’amministrazione, ma dopo la bocciatura della mozione di sfiducia, è ormai altamente improbabile che ci siano cambiamenti.
Il messaggio politico è chiaro: il fronte favorevole alla continuità della gestione Marzoli è solido e difficilmente sarà scalfito da nuovi tentativi di rimettere in discussione gli equilibri interni all’ente gestore. Lega e FdI sono in sintonia e l’ingresso di Cusani ha portato nuova linfa. Lo spettacolo è solo all’inizio.