Allarme cassa integrazione: in un anno in Ciociaria è aumentata del 72 %

La CIG in forte aumento in provincia di Frosinone secondo il report pubblicato dalla CGIA di Mestre. Spia di un inesorabile declino economico e sociale. La crisi dell'automotive tra le cause principali di una situazione a dir poco preoccupante. Serve un serio piano di rilancio industriale e infrastrutturale per non scivolare definitivamente nel baratro

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Se ci trovassimo negli studi della trasmissione radiofonica cult di Radio 24  “La zanzara” condotta ogni sera dal duo Cruciani-Parenzo a un certo punto  potremmo chiedere agli ascoltatori: e in quale provincia è aumentata di oltre il 70% la cassa integrazione in un anno? A Roma? Noooo. A Venezia? Noooo. A Bologna? Nooooo. A Frosinone? Siiiiii“. E partirebbe la musica di sottofondo a conferma della circostanza e del dato.

Quindi se Giuseppe Cruciani, nel suo programma ironizza sulle targhe polacche a Napoli, oggi potremmo parafrasare la sua celebre gag, diventata virale su tik tok, per raccontare un primato molto meno folkloristico, ma tremendamente serio: quello della provincia di Frosinone, che nel 2025 ha registrato un incremento record delle ore di cassa integrazione autorizzate, con un balzo del +72,4 % rispetto all’anno precedente, collocando la Ciociaria al 25^ posto nazionale tra le province italiane.

Il report della CGIA Mestre

È quanto emerge dal nuovo report pubblicato in queste ore dalla CGIA di Mestre, che ha analizzato l’andamento della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) in Italia, provincia per provincia.

La CGIA di Mestre ha elaborato i dati INPS

Il dossier, basato su dati INPS aggiornati ai primi 6 mesi del 2025, fotografa una situazione allarmante per il tessuto produttivo ciociaro, che si conferma tra i più colpiti a livello nazionale.

Nel dettaglio, Frosinone ha totalizzato 6,23 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e giugno 2025, contro i 3 milioni 493 dello stesso periodo del 2024. Un incremento netto di + 2 milioni 529 che equivale al 72,4 % nel confronto con l’anno precedente, che colloca la provincia tra le peggiori d’Italia, come detto al 25 posto assoluto sulle 107 monitorate.

Impietoso il confronto con le province del Lazio

Un dato che riflette le difficoltà strutturali di un territorio storicamente legato all’industria manifatturiera e all’automotive, settori che stanno attraversando una fase di profonda trasformazione e, in alcuni casi, di crisi.

Operaie al lavoro (Foto © Imagoeconomica)

Il  confronto con le altre province del Lazio è impietoso per Frosinone preceduta per performance negativa solo dalla provincia di Viterbo che registra un incremento addirittura del + 82 %, ma con un numero totale di ore di CIG notevolmente più basso di Frosinone 647.000 ore nel 2025 nel Viterbese contro più di 6 milioni in Ciociaria.

Al 3^ posto nel Lazio la provincia di Latina con un + 28 %. Le province di Roma e Rieti registrano invece percentuali negative rispetto al semestre scorso. Lì le cose sono andate certamente  meglio.

Una combinazione di fattori alla radice del problema

Il dato monster della cassa integrazione a Frosinone può essere spiegato con una combinazione di fattori a partire dalla crisi del settore automotive, con riduzioni di produzione e ristrutturazioni aziendali. Lo stabilimento Stellantis Cassino Plant nel 2025 ha avuto più giornate di cassa integrazione che di produzione ed a cascata lo stop ha coinvolto tutte le aziende del gruppo. Poi i ritardi atavici nella transizione ecologica e digitale, che penalizzano le imprese meno innovative. La scarsa attrattività del territorio per nuovi investimenti, a causa di infrastrutture carenti e burocrazia elefantiaca.

L’interno di una fabbrica

Prescindendo dalle polemiche di questi giorni sulla ZES (quando tutti hanno ragione e nessuno ha torto) la provincia di Frosinone si trova oggi realisticamente di fronte a un bivio. O si avvia un serio piano di rilancio industriale e infrastrutturale, oppure il rischio è quello di un inesorabile lento declino economico e sociale. La cassa integrazione, da strumento di tutela temporanea, sta diventando in Ciociaria un sintomo cronico di un sistema produttivo in affanno.

E allora, parafrasando ancora una volta Cruciani: “In quale provincia serve un piano straordinario per il lavoro, con incentivi, infrastrutture e risorse economiche. A Milano? Nooo. A Bologna? Nooo. A Frosinone? Siiiiii!”.