
La Banca Popolare del Frusinate verso il rinnovo del CdA. Vuole rimanere autonoma, affrontando le sfide economiche e mantenendo un forte legame con il territorio.
«Siamo una banca del territorio, nata su una precisa esigenza. Quella individuata da un gruppo di imprenditori e professionisti che vedevano il risparmio raccolto in provincia di Frosinone andare a finanziare operazioni che avvenivano fuori e principalmente nel Nord d’Italia. Con la nascita della Banca Popolare del Frusinate i risparmi dei ciociari sono andati a finanziare operazioni che avvengono principalmente in Ciociaria. Noi vogliamo continuare ad essere una banca di territorio, rimanere sul territorio, affiancare questo territorio nella sua crescita. Il nostro Piano Triennale non prevede uscite dal territorio. Il Piano Strategico è chiaro ed è ciò che si candidano a fare i tre nomi che abbiamo scelto per il Consiglio d’Amministrazione». Il vicepresidente Marcello Mastroianni pronuncia le parole con gli accenti dell’orgoglio.
Destino vuole che quella convocata da lui sia la prima conferenza stampa nella nuova aula realizzata al IV piano della sede centrale di Bpf. È una sorta di battesimo «nei prossimi giorni ci sarà una cerimonia ufficiale: «la intitoleremo a Bruno Di Cosimo primo presidente della banca – dice con commozione – , con lui si vogliono rappresentare tutti i soci fondatori di questa realtà. Sono stati i primi a credere in quella visione che aveva il territorio al centro».
Ecco la lista

La conferenza segue di poche ore la riunione del Consiglio di amministrazione della Banca Popolare del Frusinate. Si è tenuto la mattina. Ed ha approvato la propria lista di candidati per l’elezione di tre amministratori che resteranno in carica con scadenza alla data dell’assemblea che approverà il Bilancio al 31 dicembre 2026. Andranno a sostituire tre componenti del CdA dimissionari: lo stesso vicepresidente Marcello Mastroianni ed i Consiglieri Antonio Altobelli ed Anna Coppotelli. Quella lista di candidati ha il sigillo del presidente Carlo Salvatori e del Consiglio d’Amministrazione in carica.
È l’ultimo step della fase di rinnovamento stabilita dal precedente CdA nel mese di maggio 2024. Un percorso che ha già visto la sostituzione di sette componenti del Cda tra maggio e novembre del 2024, con la conferma del presidente Carlo Salvatori cooptato lo scorso mese di settembre.
La lista è la prima ad essere presentata. I tre candidati sono Marisa Manzi, Franco Miccoli e Paolo Perrone. Chi sono?
I tre candidati

Marisa Manzi è stata la prima assunta in Bpf, storico Direttore, conosce tutte le situazioni e quasi tutti i correntisti. È una bancaria esperta nello sviluppo e valutazione delle relazioni creditizie, con oltre quarant’anni di lavoro alle spalle: è andata in pensione dal 2022. Franco Miccoli è un imprenditore del comparto industriale, co-fondatore e co-ideatore della società Alfa Tubi ma anche di iniziative per lo sviluppo delle PMI nel Territorio; alle spalle ha una significativa esperienza nel settore bancario con riguardo alla strategia aziendale e project management: è stato dirigente di Unicredit. Paolo Perrone è un ingegnere industriale con Master in Business Administration conseguito presso un’Università della California, con incarichi di Direttore Generale e Responsabile finanziario della Teknoprogetti di Cassino.

Perché loro? Il Comitato Nomine (composto da Marcello Mastronardi, dall’ex presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni, dall’avvocato Ranaldi) ha iniziato un anno fa a selezionare i possibili candidati. Ad inizio aprile ha elaborato una short list di 8 nomi, dalla quale si è arrivati venerdì mattina alla formazione della lista.
«Le persone designate sono, per formazione professionale e per attività espletata, soggetti abituati a gestire processi decisionali anche complessi. Sono dotati di conoscenze, competenze ed esperienze adeguate alla carica di Amministratore della Banca e ai diversi ruoli cui potrebbero essere chiamati a svolgere all’interno del Consiglio».
Riassetto completo

Nei prossimi giorni è attesa la presentazione di altre liste. Una volta indicati i tre nuovi componenti del CdA, la Banca Popolare del Frusinate risulterà pertanto adeguata e ben bilanciata. «Siamo tornati alla normalità, pertanto il rinnovo lo facciamo nella normalità. La banca è un’azienda ben stabile, non ci sono motivi di tensione» sottolinea il vice presidente Mastroianni.
Miriam Diurni mette l’accento su un concetto chiave: «Questa è una banca di territorio e deve continuare a sviluppare economia nel territorio e per il territorio. È una sfida importante per tutte le aziende: siamo in un momento storico difficilissimo, una montagna russa che va su e giù. Questa banca deve fare sistema».

Entra nell’aspetto tecnico il Direttore Generale Domenico Astolfi: «Il percorso fatto in quest’anno dalla banca sul piano tecno tecnico ed operativo è stato di crescita e di consapevolezza. Abbiamo dovuto mettere in campo una serie di interventi avallati da soggetti terzi indipendenti con cambio di metodologie: un percorso fatto con KPMG che ha seguito la revisione totale dei crediti, la revisione totale delle procedure di controllo. La banca è una Popolare di territorio e deve assistere il territorio a 360 gradi, la struttura è cresciuta, sia in termini di capacità che numerici, abbiamo fatto assunzioni in un periodo nel quale invece molti licenziano, alimentando la desertificazione bancaria. Un percorso difficile ed al tempo stesso stimolante».
Lo stress test sul campo

Bankitalia a rotazione sottopone le banche a delle simulazioni di stress test, mettendo sotto pressione alcuni parametri. Nel 2024 la Banca Popolare del Frusinate ha ricevuto una richiesta della Banca d’Italia di modificare una serie di sue procedure interne: «per noi è stato fare uno stress test vero e non simulato. Ci siamo impegnati e lo abbiamo superato in pieno. La banca ora è nuova ma le radici le fondamenta sono solide».
Nei mesi scorsi Banco Desio ha bussato proponendo una fusione. La risposta è stato un “No grazie, restiamo sul territorio”. «Quell’interessamento ci ha inorgoglito perché significa che siamo una banca interessante, solida, ad alto reddito, nella classifica delle pubblicata da Banca & Finanza siamo 6° a livello nazionale, abbiamo uno dei migliori risultati in termini di competitività. Infatti un euro di attivo produce 1,52 euro, mentre le altre banche producono mezzo euro». (Leggi qui: BpF non vende: nè a Desio né ad altri).

La proposta di Banco Desio avrebbe consentito ai soci di ricavare una bella rendita dalle azioni, ritrovandosi all’interno di un grande gruppo. Ma alla possibilità di fare un buon business ha fatto da contraltare la volontà di restare sul territorio. «La grande forza si acquisisce con le alleanze e non vendendosi. Noi le alleanze le abbiamo: siamo parte della Banca Luzzatti, siamo in Assopopolari, siamo nel sistema delle Banche di Credito cooperativo: noi vogliamo creare alleanze per stare sul mercato con la nostra autonomia».
È quello che si candidano a fare i tre componenti della lista del CdA.