Il dibattito sulle Zes preoccupa la Cisl del Lazio. Lo scontro tra opposizione e Governo accelera i tempi. Tagliando fuori le imprese di Frosinone, Latina e Rieti da benefici ed agevolazioni. Coppotelli: "Se davvero si vuole fare la Zes Regionale come cuscinetto è questo il momento di agire”
Il rumore del tam – tam nella foresta politica sta salendo di intensità: se porterà cose concrete lo diranno solo le prossime settimane. Quella che per molte fabbriche italiane potrebbe essere un’ipotesi di salvezza rappresenterà invece per l’industria del Sud Lazio un nuovo colpo. Il Ministro del Made in Italy assicura che a giorni ci sarà l’avvio delle Zes, le Zone ad Economia Speciale dove chi investe avrà sgravi e burocrazia facilitata. L’opposizione gli rinfaccia che è tutto un bluff.
In mezzo alle ganasce della morsa ci sono le imprese e pure i lavoratori. È per questo che in mattinata è intervenuto di nuovo Enrico Coppotelli, Segretario Cisl del Lazio. Ribadendo la posizione del suo sindacato: “Subito le zone cuscinetto per le province di Frosinone, Latina e Rieti. Non c’è più tempo per evitare il contraccolpo durissimo dell’esclusione dalla Zes“.
Scaramucce politiche
Ad aprire il fuoco, nelle ore scorse è stato il Responsabile Sud della sSgreteria nazionale Pd Marco Sarracino. Tuonando contro il governo: “Sulla Zes unica si stanno consumando solo operazioni di potere e non di attrazione di investimenti. Se poi parliamo di Ilva e Stellantis le criticità delle politiche industriali riguardano proprio il sud da Taranto a Cassino e Pomigliano a Melfi”.
I dati Svimez diffusi l’altro giorno dal Governo sembrano dargli torto: dicono che l’occupazione sta ripartendo. “I dati Svimez, occorrerebbe leggerli con maggiore attenzione: si scoprirebbe che il lavoro cresciuto al sud è soprattutto lavoro povero, quello per il quale noi avevamo proposto il salario minimo. La verità è che siamo dinanzi al Governo più antimeridionalista della storia repubblicana. E l’autonomia differenziata non farà che aumentare divari e disuguaglianze ormai diventate inaccettabili“.
Gli risponde il ministro Adolfo Urso. Conferma il progetto. “Quella della Zes unica è una riforma importante e strategica per il Mezzogiorno, per andare a regime ci sarà bisogno di qualche settimana” dice all’inaugurazione della Casa del Made in Italy a Palermo. Caustica Mara Carfagna presidente di Azione: “Che a 9 mesi dalla sua istituzione il ministro Urso dica che la Zes Unica ha ancora bisogno di qualche settimana per andare a regime è decisamente preoccupante“.
Cisl di sostanza
Le industrie e le economie delle province di Frosinone e Latina sono fuori dalle Zes. Non ci sono entrate nonostante avessero tutti i parametri per starci dentro. A tenerle fuori sono stati i numeri di Roma: hanno fatto media sballando il dato di tutta la Regione. Ed il rischio è di tornare ad assistere alla fuga avvenuta già negli Anni 90 con la fine dei benefici Cassa per il Mezzogiorno per Ciociaria e Pontino. Ma in Campania erano rimasti. Così a decine sbullonarono gli impianti dal Cassinate e si trasferirono in provincia di Caserta.
Il Segretario Generale Cisl Lazio e Reggente Cisl Roma Capitale e Rieti nei giorni scorsi aveva indicato una possibile soluzione. Ora ribadisce che è arrivato il momento di agire: “Subito l’istituzione delle zone cuscinetto per salvaguardare l’economia delle province di Latina, Frosinone e Rieti. Evitando che tanti imprenditori si spostino nelle aree che ricadono nella Zes”. (Leggi qui: Cisl Lazio: «Cara Politica ecco come puoi fare le Zes»).
In Regione Lazio la proposta è piaciuta. Enrico Coppotelli chiede allora di passare oltre. Ed andare dalla fase delle parole a quella della concretezza. “Abbiamo riscontrato risposte positive alla proposta della Cisl Lazio e a nostra volta notiamo la volontà di procedere in tal senso da parte di diversi esponenti regionali. Ma è arrivato il momento di accelerare, di fare presto (e bene), di dare una spinta decisiva”. (Leggi qui: Zes, la soluzione Coppotelli piace in Regione Lazio).
Soluzione in casa
Con realismo, Enrico Coppotelli e la Cisl hanno evitato di dare illusioni e false speranze. Nessun “Vedremo”, “Diremo”, “Incontreremo”: con crudezza hanno detto subito che non è possibile far rientrare i territori delle province di Frosinone e Latina nella Zes in tempi rapidi. Con altrettanto realismo hanno ribadito che l’unica alternativa è “battersi affinché vengano adottate misure equivalenti a quelle della Zes, valide per le economie delle province di Latina, Frosinone e Rieti”. Insomma: una Zes regionale, ritagliata dal Lazio, su misura per i suoi territori.
La sfida è sul piano economico solo fino ad un certo punto. Perché oltre agli sgravi ci sono in ballo altre agevolazioni che agli imprenditori fanno gola forse più dei soldi. Qualche esempio? Nella Zes basta un’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive per le imprese, sia per quelle già operative che per quelle che vorranno insediarsi. Inoltre è previsto un contributo emesso sotto forma di credito di imposta (cioè, non ti dò soldi ma ti defalco la somma dalle tasse che mi devi). E per la concessione dell’agevolazione vengono riconosciute valide le spese effettuate (perfino in leasing o con altri contratti di locazione finanziaria) di macchinari, impianti e attrezzature a servizio di strutture produttive, anche in questo caso sia già esistenti che di nuovo impianto.
I conti della serva
Le province di Latina, Frosinone e Rieti confinano con territori strategici dell’Abruzzo, del Molise, e della Campania. Il Segretario Cisl accende i riflettori ancora una volta: “A pochissimi chilometri di distanza un imprenditore che voglia o debba investire per una nuova attività produttiva può beneficiare di un credito di imposta del 100% per l’acquisto di beni strumentali destinati alla produzione, può ottenere un’autorizzazione unica semplificata per l’avvio di nuove attività, può avvalersi di semplificazioni temporali per le autorizzazioni Vas, Via e altro. Oltre alla destinazione dell’80% dei fondi europei per la coesione territoriale, la riduzione del 50% dell’imposta sul reddito prodotto”.
Da loro si risparmia e si fa prima. Qui l’effetto collaterale rischia di essere la desertificazione industriale delle province di Frosinone, Rieti e Latina. Per questo Enrico Coppotelli dice che “Non è questo il momento dei tentennamenti o delle diversificazioni sul piano politico. Occorre intervenire con l’istituzione delle zone cuscinetto nelle tre province. E’ un segnale che va dato. Subito”.