Dagli anni ’90 ai 2000: cosa resta di quello che la Casmez voleva fare

La 13ma puntata de La Nostra Storia Industriale. Solo dopo 69 anni dalla fondazione, nel 2019, il Dg di Bankitalia Panetta ha fotografato la situazione attuale che si vive in Italia

Guido Spegli di Presene

Historiae lumen veritatis est

Negli anni Novanta la classe politica cambiò approccio e ogni programma d’investimento venne pianificato sulle cosiddette “aree depresse” che non riguardavano solo il Meridione. Verrebbe da pensare che la situazione di divario economico, sociale e produttivo tra il Nord e il Sud del Paese si fosse risolta dal momento che i problemi di declino industriale erano spalmati su buona parte del Paese e non più concentrati solo al Sud.

In realtà, molti anni dopo, nel 2019 a distanza di 69 anni dalla costituzione della Cassa del Mezzogiorno, l’allora direttore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta, intervenendo all’inaugurazione dello stabilimento Valoridicarta spa a Foggia, fotografò la situazione che in quel momento si viveva in Italia.

Osservò come nel «Mezzogiorno la piaga della disoccupazione coinvolge 1.400.000 persone, il 18,4 % della forze lavoro; il divario rispetto al Centro Nord è ampio – 11 punti percentuali – e, rispetto al 2010, è aumentato».

Il “rilancio” del 2020

Fabio Panetta (Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Considerazioni che hanno evidenziato come la situazione del divario tra Nord e Sud della nazione, ancora oggi, non è stata risolta. L’intento pronunciato dal presidente De Gasperi nel 1950 sembra non essere stato ancora raggiunto. Eppure nel corso degli anni gli interventi statali sono stati numerosi. Programmi di investimenti, incentivi per lo sviluppo, piani di formazione sembrano non aver ancora portato a risolvere l’annosa questione.

Anche per questo motivo nel 2020, settant’anni dopo la Cassa del Mezzogiorno, la classe politica è tornata a intervenire annunciando un nuovo programma per il sud Italia. Un Piano che puntava a ridurre, e nella miglior condizione possibile eliminare, il divario economico, sociale fra i territori. Si voleva procedere a rendere il sud del Paese più digitalizzato e al passo con i tempi

La ricetta di Sabatini

Massimo Sabatini

Il Direttore Generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, Massimo Sabatini, all’indomani dell’annuncio del provvedimento affermò: “Nei prossimi anni saranno disponibili risorse per 100 miliardi da investire per lo sviluppo del Sud. Saranno necessari un forte impegno di tutte le istituzioni coinvolte a mettere queste risorse a disposizione di cittadini e imprese, un profondo processo di rigenerazione amministrativa e un vero partenariato”.

“Dallo sblocco dei fondi per l’infrastrutturazione sociale al Sud al rafforzamento della fiscalità di vantaggio, dal potenziamento del Credito di Imposta Ricerca e Innovazione agli investimenti nel trasporto sostenibile al sostegno al terzo settore, dal rilancio della Strategia Aree Interne alla valorizzazione dei beni confiscati.

Quel divario che non scompare

La sede dell’Agenzia di Coesione

Il motivo di questo nuovo intervento sul Meridione è specificato nella proposta presentata alla Camera dei Deputati: una proposta dove ancora una volta, si ribadisce il forte divario che esiste ancora oggi tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. Una situazione che rimane immutata da oltre quarant’anni e che continua ad assumere dimensioni sempre più ampie e preoccupanti.

Nella spiegazione della legge si fornisce anche un dato allarmante: il PIL del Sud Italia è uguale a quello degli anni Sessanta con un tasso di disoccupazione che permane alto e difficile da colmare. C’è poi l’aspetto infrastrutturale. Nelle intenzioni della Cassa del Mezzogiorno si sarebbe dovuto risolvere quel gap di infrastrutture attualmente esistenti in Italia.

Gap infrastrutturale

La previsione del Corriere della Sera fatta nel 1972

Anche per questo furono messi in campo ampi programmi di investimento. Eppure, settant’anni dopo, nella presentazione della Legge sul Piano per il Sud si certifica che: “I servizi pubblici cui è legato il godimento dei diritti essenziali di cittadinanza – sanità, istruzione ed assistenza – sono erogati in quantità e qualità inferiori alla media nazionale e presentano dinamiche divergenti rispetto al resto dell’Italia. La dotazione delle infrastrutture fisiche e sociali resta inadeguata; mentre per le altre regioni europee in ritardo di sviluppo si registrano fenomeni di convergenza, per quelle meridionali il gap aumenta”.

Ma gli interventi posti in essere nel corso dell’ultimo decennio sono molti e di varia natura, tra cui: 

  • Decreto Legge 243 del 2016 con cui sono stati pianificati interventi in materia ambientale in alcune zone del Mezzogiorno. Quella più importante, di cui si è molto dibattuto a livello nazionale, la cessione del gruppo Ilva di Taranto;
  • Nel 2017 arrivano due differenti provvedimenti. Il primo è un decreto legge che approva una serie di disposizioni volte alla crescita economica del Mezzogiorno d’Italia attraverso diverse linee d’azione come forme di finanziamento per i giovani imprenditori, incentivi per il ricambio generazionale e l’istituzione delle Zone economiche speciali con una dotazione di oltre 200 milioni di euro. Inoltre nello stesso anno, si stabilisce anche una ricognizione degli stanziamenti annuali che le amministrazioni centrali hanno destinato alle aree dell’ex Cassa del Mezzogiorno.

Gli interventi programmati

Alcide De Gasperi

Interventi programmati su otto regioni del meridione, programmi d’investimento che, settant’anni dopo la Cassa del Mezzogiorno, vengono elaborati per le stesse aree annunciate dal presidente De Gasperi nel suo discorso del 1950 alla Camera dei Deputati con il medesimo obiettivo di eliminare il divario tra nord e sud del Paese.

E permettendo al Meridione di avere quello sviluppo che consenta di avere una propria indipendenza sociale dal resto dell’Italia ma, soprattutto, che garantisca ai tanti cittadini che abitano in queste zone di poter vedere un futuro nelle proprie regioni.

Le puntate precedenti

1^ Puntata. La visione industriale che ci è mancata: fin dall’Unità d’Italia

2^ Puntata. La lungimiranza perduta che fece nascere la Cassa del Mezzogiorno

3^ Puntata. Il battesimo ufficiale della Cassa del Mezzogiorno ed i 4 anni di Rocco

4^ Puntata. Le cinque fasi ed il primo decennio della Casmez: decennio insufficiente

5^ Puntata. Le prime boccate di ossigeno per il Meridione: l’era di Pescatore

6^ Puntata. La magia nel Frusinate: da territorio agricolo a spot industriale virtuoso

7^ Puntata. 1957, l’anno del cambiamento reale: quando arrivano i Consorzi industriali

8^ Puntata. I “Segni” dell’industrializzazione: con la nascita del Consorzio Asi di Frosinone

9^ Puntata. Dal Casmez alla Regioni: l’importanza strategica dei Consorzi industriali

10^ Puntata. Il gioco di squadra Casmez-Consorzi decisivo per lo sbarco della Fiat

11^ Puntata. La Cassa del Mezzogiorno e il divario mai colmato tra Nord-Sud Italia

12^ Puntata. La fine della Casmez e la crisi petrolifera che schiuse all’AgenSud